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Trump e Cryptovalute Analisi dei Veri Vincitori e Sconfitti nel Mercato Digitale Globale

  • Michele Ficara Manganelli ✿
  • 9 Maggio 2025
Trump e Cryptovalute Analisi dei Veri Vincitori e Sconfitti nel Mercato Digitale Globale

Trump e la sua incursione nella criptovaluta

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Donald Trump, nei giorni immediatamente precedenti la sua seconda inaugurazione presidenziale, ha annunciato il lancio della sua criptovaluta personale, TrumpCoin, dando vita a una manovra che ha il potenziale di incrementare significativamente il patrimonio della famiglia Trump. Questa iniziativa segna un netto cambio di rotta rispetto alla sua posizione iniziale più critica nei confronti del mondo delle criptovalute, dato che nel 2021 aveva definito Bitcoin una truffa e auspicava regolamentazioni stringenti. Il progetto di Trump si inserisce nel segmento dei cosiddetti meme coin, criptovalute nate più per scopi speculativi e di marketing che per una reale utilità tecnologica, basate su nomi o simboli popolari come nel caso del suo brand personale.

Indice dei Contenuti:
  • Trump e Cryptovalute Analisi dei Veri Vincitori e Sconfitti nel Mercato Digitale Globale
  • Trump e la sua incursione nella criptovaluta
  • Dinners privati e implicazioni etiche
  • I vincitori, i perdenti e il futuro del crypto-politico


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La natura altamente volatile e non regolamentata dei meme coin espone gli investitori a rischi rilevanti, ma amplifica anche l’interesse intorno all’immagine pubblica che fungendo da catalizzatore per rivoluzionare la percezione e la diffusione di queste valute digitali. La strategia di Trump si avvale della leva del suo seguito politico e mediatico, sfruttando il clamore generato da TrumpCoin per attrarre investitori che non solo acquisiscono un asset speculativo ma, nel contempo, ottengono un potenziale canale di accesso privilegiato al presidente stesso. Questo è un meccanismo che trascende la mera vendita di una criptovaluta, configurandosi piuttosto come un sistema integrato di incentivo e premio per la comunità di investitori più rilevanti, struttura che pone notevoli interrogativi di natura etica e legale.

Oltre all’immediato impatto economico, con la prima tranche di monete immessa sul mercato valutata miliardi di dollari, è importante sottolineare la complessità e l’opacità delle operazioni controllate da società affiliate alla famiglia Trump, che detengono la maggioranza delle monete e delle percentuali di mercato, consolidando così il controllo su un asset che continua a generare interessi e profitti senza trasparenza. Il legame diretto tra una figura istituzionale e l’attività di mercato così instabile e non regolamentata apre una finestra senza precedenti sulle intersezioni tra politica, denaro digitale e conflitti di interesse.

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Dinners privati e implicazioni etiche

Nel cuore della strategia di Donald Trump attorno a TrumpCoin si colloca un elemento che sfida apertamente gli standard etici e costituzionali moderni: la promessa di accesso personale al presidente tramite una cena privata riservata ai maggiori possessori della criptovaluta. L’evento, fissato per il 22 maggio, vede invitati i primi 220 investitori in ordine di quantità di TrumpCoin detenuto, tramutando così un asset speculativo in un “biglietto d’ingresso” a un privilegio esclusivo. Questa pratica alimenta preoccupazioni concrete sulla vendita di accesso politico, una forma di peddling che rischia di minare la trasparenza e la separazione tra interessi privati e pubblici.

La formula adottata non si limita al semplice scambio economico; si configura piuttosto come un sistema che monetizza direttamente il potere presidenziale, rischiando di trasformare il presidente in una sorta di “utility coin,” un asset che garantisce benefici e favori in cambio di investimenti finanziari. È quello che il giornalista Joel Khalili ha descritto efficacemente come un meccanismo di scambio esplicito, delineando un quadro dove la linea tra governo e interesse economico personale si fa incerta e pericolosamente sottile.

Non è neppure un caso isolato: da tempo Trump organizza eventi esclusivi, soprattutto a Mar-a-Lago, che prevedono importi da un milione a cinque milioni di dollari per accedere a cene o incontri privati, generalmente con figure di spicco del mondo degli affari. Nei casi precedenti, i proventi venivano apparentemente destinati a comitati di azione politica (PAC), ma la differenza sostanziale del caso TrumpCoin è che i fondi ricavati sembrano finire direttamente nelle tasche della famiglia Trump, gestiti attraverso LLC controllate dagli stessi figli del presidente.

Il legame diretto tra il presidente e operazioni finanziarie che incorporano privilegi e accessi esclusivi pone pesanti dubbi legali, soprattutto in merito alla possibile violazione della clausola sugli emolumenti della Costituzione statunitense, che proibisce ai funzionari pubblici di accettare doni o vantaggi da governi stranieri senza l’approvazione del Congresso. La natura anonima e pseudonima degli acquirenti di TrumpCoin aumenta la complessità: non è possibile verificare chi realmente stia acquisendo la possibilità di incontrare il presidente, lasciando aperti scenari pericolosi in termini di influenza estera e corruzione.

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A complicare ulteriormente il quadro, la struttura stessa del mercato del TrumpCoin prevede che due entità correlate alla famiglia Trump, la CIC Digital LLC e Fight Fight Fight LLC, agiscano da market maker, lucrando non solo sulla vendita diretta di monete, ma anche sulle commissioni generate dagli scambi. Essere contemporaneamente proprietari e intermediari di un asset non regolamentato conferisce alla famiglia Trump una posizione di predominio economico e operativo, riducendo drasticamente la trasparenza e il controllo pubblico su questa attività.

Degno di nota è anche il trattamento riservato agli investitori nel caso in cui l’evento promesso venisse cancellato o il presidente non si presentasse: un «consolation prize» sotto forma di un NFT di Trump, che testimonia come l’obiettivo principale dietro il sistema non sia tanto l’incontro fisico o l’accesso diretto, quanto la speculazione e la crescita artificiale del valore della moneta. Il risultato è un modello di business che alimenta un circolo vizioso di hype e valore gonfiato, sostenuto da improbabili garanzie e infrastrutture quasi inesistenti.

I vincitori, i perdenti e il futuro del crypto-politico

La dinamica tra criptovalute, politica e affari privati nella gestione Trump evidenzia uno scenario in cui i veri beneficiari sono chiaramente la famiglia presidenziale e i principali investitori disposti a pagare per ottenere privilegi esclusivi. Per contro, la cittadinanza americana e l’integrità delle istituzioni rappresentano i principali danneggiati da questo meccanismo di ricchezza accumulata attraverso speculazioni opache e accessi privilegiati. Il futuro di questo intreccio complesso appare contrassegnato da una crescita delle iniziative simili, alimentate dalla mancanza di trasparenza e regolamentazione, con conseguenze rilevanti per la fiducia pubblica e la governance democratica.

L’elemento principale di questa vicenda è la netta disparità tra chi trae vantaggio e chi subisce le conseguenze. La famiglia Trump emerge come il dominatore incontrastato, sulla cresta dell’onda di miliardi fatturati tramite la vendita e la gestione delle criptovalute e delle entità ad esse collegate. I top holder di TrumpCoin non solo accumulano potenziali profitti speculativi ma, soprattutto, acquistano un privilegio unico: la possibilità di incontrare il presidente, di fatto trasformando un investimento finanziario in un ticket d’ingresso per influire sulle decisioni politiche. Questa commistione tra mercato e potere istituzionale crea un precedente pericoloso, da un punto di vista sia legale sia etico.

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Il rovescio della medaglia è rappresentato dall’interesse collettivo e dalla trasparenza democratica, gravemente compromessi. Il pubblico cittadino, soggetto a politiche che dovrebbero proteggerlo e promuoverne il benessere, si trova invece spettatore impotente di un gioco elitario dove il denaro determina l’accesso e l’influenza. La mancanza di regolamentazione efficace amplifica questo divario, lasciando intendere che gli strumenti di controllo istituzionale sono largamente inadeguati a gestire queste nuove forme di conflitto di interessi digitali.

Guardando al futuro, la proliferazione di iniziative simili appare quasi inevitabile tanto che, indipendentemente dal reale svolgimento della cena privata di maggio, il modello è destinato a consolidarsi e a replicarsi. Il denaro raccolto ha già prodotto un significativo aumento patrimoniale e la “vendita” di accesso al potere ha creato un precedente rilevante che altri attori, politici o imprenditoriali, potrebbero emulare. In assenza di una regolamentazione stringente e di un controllo pubblico robusto, la fusione tra politica e criptovalute rischia di trasformarsi in una nuova frontiera della corruzione.

In questo contesto, la risposta politica rimane debole e frammentaria. Mentre alcuni membri del Congresso esprimono preoccupazioni, le divisioni partigiane e l’allineamento di una parte significativa dell’industria crypto con il mondo politico di destra ostacolano qualsiasi intervento efficace. Proposte legislative come il Genius Act, nate con intenti regolatori, rischiano di essere vanificate o indebolite proprio da coloro che traggono vantaggio dalle attuali falle normative. Ciò alimenta un clima di sfiducia che mina il ruolo regolatore delle istituzioni e lascia spazio a operazioni non trasparenti e conflitti d’interesse.

Da un punto di vista più ampio, il fenomeno del coinvolgimento diretto della famiglia Trump in criptovalute illustra un problema strutturale: la capacità dei leader politici di influenzare mercati emergenti senza adeguata supervisione. Questo episodio mette in luce la vulnerabilità delle democrazie contemporanee a forme sofisticate di arricchimento privato mascherate da innovazione tecnologica, con effetti che si ripercuotono sulla qualità della governance e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni.


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Michele Ficara Manganelli ✿

Bitcoiner Evangelist, portatore sano di Ethereum e Miner di crypto da tempi non sospetti. Sono a dir poco un entusiasta della vita, e già questo non è poco. Intimamente illuminato dalla Cultura Life-Hacking, nonchè per sempre ed indissolubilmente Geek, giocosamente Runner e olisticamente golfista. #senzatimore è da decenni il mio hashtag e significa il coraggio di affrontare l'ignoto. Senza Timore. Appunto

 


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