Anonimato a rischio per i bitcoin in Europa

L’Unione Europea sta prendendo di mira l’anonimato dei bitcoin in Europa, affermando che una nuova normativa è necessaria per contrastare l’evasione fiscale e altri reati. L’anonimato dei detentori di criptovaluta è una caratteristica intrinseca delle criptovalute, che però l’UE spera di abbattere. Le nuove regole riguardanti la criptovaluta approvate venerdì da Parlamento europeo e Consiglio europeo fanno parte di un pacchetto più ampio, che ha anche come obiettivo carte prepagate e fondi fiduciari. L’accordo deve essere recepito dai singoli governi dei Paesi membri dell’UE entro 18 mesi.
IDENTIFICARE GLI UTENTI
Una volta diventate legge, le regole richiederanno alle piattaforme di scambio di criptovaluta e ai fornitori di wallet di identificare i loro clienti. Identificare le persone e le entità che detengono bitcoin in Europa, e altre valute digitali, contribuirà presumibilmente a prevenire l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, anche se in linea di principio il protocollo della tecnologia blockchain è stato progettato per rendere anonimi i proprietari di portafogli, mentre le transazioni stesse sono pubbliche e tracciabili.
ATTIVITA’ ILLECITE
E’ logico e comprensibile che l’anonimato di bitcoin e altre criptovalute li abbia resi uno strumento utile per attività illecite, dall’acquisto di droghe o armi da fuoco a pratiche illegali per nascondere la ricchezza dei singoli. Però i sostenitori del sistema dicono che i suoi benefici come metodo di pagamento decentralizzato indipendente da qualsiasi governo supereranno i suoi inconvenienti nel lungo periodo.
I Paesi di tutto il mondo stanno cercando modi per frenare le criptovalute, che stanno diventando uno strumento finanziario mainstream. Oltre alle sfumature criminali, i regolatori sono preoccupati che gli scambi di criptovaluta non siano soggetti alle regole applicate alle piattaforme finanziarie più tradizionali e siano quindi soggetti a manipolazioni e volatilità.
LA TRASPARENZA
L’accordo di trasparenza finanziaria dell’UE è arrivato dopo un anno di negoziati. Alcuni membri si sono opposti ad alcune delle misure suggerite, come quelle che coinvolgevano i fondi fiduciari, temendo che avrebbero danneggiato le loro economie. Gran Bretagna, Malta, Cipro, Lussemburgo e Irlanda erano tra gli interessati a valutare bene i cambiamenti, secondo i funzionari dell’UE incaricati dell’accordo.
Vera Jourova, Commissaria europea alla giustizia, ha salutato la decisione come una svolta: “L’accordo di oggi porterà maggiore trasparenza per migliorare la prevenzione del riciclaggio di denaro e per tagliare i finanziamenti del terrorismo”. Positivo anche il commento di Transparency International, anche se ha aggiunto che le regole di trasparenza per i fondi fiduciari potrebbero essere persino più severe.
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