Tre insospettabili settori che hanno già adottato le criptovalute
Il 22 maggio 2010 è una data storica nel mondo delle criptovalute. Quel giorno, ben lontano dalla bolla speculativa del 2017, avvenne infatti il primo acquisto utilizzando il Bitcoin. In una cittadina della Florida, un ragazzo di nome Laszlo Hanyecz – diventato poi una leggenda – comprò due pizze dal valore di 30 dollari per l’equivalente di 10.000 Bitcoin. La prima transazione ufficiale in criptovalute è entrata nella storia anche perché quelle due pizze potrebbero essere le più costose della storia, considerando che al momento attuale 10.000 Bitcoin valgono circa 40 milioni di euro… In ogni caso, da allora il 22 maggio di ogni anno si celebra il Bitcoin Pizza Day, in cui le pizzerie offrono sconti a chi acquista una pizza in Bitcoin.
Nel 2019 è tutto un altro mondo
Oggi il Bitcoin ha acquistato una importanza e una popolarità forse difficilmente immaginabile nel 2010. La criptovaluta creata da Satoshi Nakamoto è accettata come mezzo di pagamento da sempre più attività commerciali ed è diventata anche un’opportunità di investimento. Attualmente acquistare Bitcoin è sempre più facile grazie alle piattaforme che permettono di scambiare criptovalute ed iniziare subito a realizzare le prime operazioni. Nuove criptovalute vengono lanciate creando così inedite opportunità di investimento. Tra le più famose ci sono Ethereum, nata per la creazione di contratti intelligenti o smart contract, Iota, creata per realizzare pagamenti e comunicazioni tra dispositivi connessi, Ripple, creata per realizzare trasferimenti di criptovalute e Cardano, per sviluppare smart contracts in ambito scientifico e accademico.
Parallelamente alla diffusione del Bitcoin si è assistito ad un vero e proprio boom della tecnologia sottostante. Stiamo parlando della Blockchain, che ha immediatamente attratto gli sviluppatori di diversi settori per i tanti vantaggi che è in grado di offrire. Tra questi la decentralizzazione, che elimina la presenza di un ente centrale di controllo, la tracciabilità delle transazioni e la sicurezza basata sulla crittografia.
Nell’ultimo periodo sono sempre di più le attività commerciali che accettano i Bitcoin come forma di pagamento ed hanno anche iniziato a diffondersi le ATM e gli sportelli per le criptovalute (anche in Italia). Tra questi “early adopter” ci sono anche aziende e settori che sono quanto mai distanti dalla filosofia delle criptovalute, ma che hanno ritenuto di poter cogliere le opportunità che queste sono in grado di offrire. Ecco alcuni degli insospettabili settori che si sono dimostrati pionieri nelle criptovalute.
Il food: acquistare cibo in valuta digitale
Certo, il primo bene in assoluto ad essere acquistato con una criptovaluta è stata una pizza, ma a parte questo aneddoto il legame del settore del food con le criptovalute si esaurisce qui. Questo settore è però stato uno dei più ricettivi perché diverse catene hanno iniziato ad accettare le criptovalute per i pagamenti. Oltre alla catena Papa John’s, dove Laszlo Hanyecz acquistò le sue celebri due pizze, dal gennaio del 2018 ha iniziato ad accettare i Bitcoin anche KFC, la celebre catena americana specializzata nel pollo fritto. Ad oggi è possibile acquistare del cibo (almeno negli Stati Uniti) anche in altre celebri insegne come il fast food Burger King, la catena di ciambelle Dunkin’ Donuts, i ristoranti messicani Chipotle, e le celebri pizzerie Domino’s.
La musica
Una delle applicazioni più promettenti della Blockchain è quella legata ai diritti d’autore. Per gli artisti è fondamentale che la loro proprietà intellettuale venga tutelata in modo univoco e tracciabile. Per questo la tecnologia in questione rappresenta una delle possibilità più promettenti grazie alla sua affidabilità, alla sua trasparenza e al fatto che le informazioni siano protette dalla crittografia. Come altre piattaforme musicali, Mycelia, Ascribe e Jaak stanno già utilizzando la Blockchain per proteggere i diritti dei loro artisti, i quali sono così liberi di distribuire la loro musica senza accordi di licenza predeterminati.
L’energia
La Blockchain potrebbe cambiare per sempre il modo in cui vengono scambiate le materie prime e in particolare il petrolio. Dal 2019, infatti, un consorzio industriale che comprende Shell, BP, ABN Amro, ING e Société Générale hanno lanciato ufficialmente una piattaforma di trading basata su Blockchain per rendere più veloci ed efficaci le negoziazioni di petrolio. In un settore dove la compravendita di questa importante commodity avviene ancora con documenti cartacei, questo progetto promette di rivoluzionare l’intero processo di compravendita. La piattaforma utilizza il sistema Quorum sviluppato da JP Morgan sulla base della Blockchain Ethereum.
Se questi sono alcuni dei settori che hanno già adottato le criptovalute o la Blockchai, le applicazioni possono riguardate tanti altri comparti dell’economia. Insomma, nei prossimi anni potremmo vedere una autentica rivoluzione.