Tra i migliori colossal al 70 Festival del Cinema di Venezia ecco Gravity: grande Bullock in fuga dalla vita

Gravity, film di apertura della Mostra è un film di fantascienza del 2013 scritto, diretto, montato e prodotto da Alfonso Cuarón, regista e autore messicano, che ha per protagonisti Sandra Bullock e George Clooney. Lei è Ryan Stone, nome maschile voluto dal padre ed è un ingegnere spaziale ma con così sembra poca esperienza di astronauta. Lui è Lui, George Clooney (Matt Kowalsky) sia sciupafemmine che filosofo, con passioni molto terrene non solo spaziali.
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I due subiscono gravi danni a causa di detriti proiettile che attaccano l’astronave e anche loro.
Nonostante il film si svolga esclusivamente lassù non permette alcun momento di distrazione, anzi provoca e ansia ed immedesimazione. La Bullock è la vera protagonista del film e colpisce per come il suo vero ruolo sarebbe stato quello di mamma e fare l’astronauta una distrazione.
Va alla deriva ma si riprende grazie all’aiuto maschile (e ti pareva) ultraterreno di Clooney. Atterraggio e lancio coincidono per la Mamma Perduta Bullock che rifiuta l’inerzia dello spazio e della vita.
Non può che leggersi nella bravura della Bullock la forza delle donne che (volendo) con una pillola d’aiuto maschile possono la qualunque.
Simpatica e disinvolta anche in passerella, senza quella autoreferenzialità tipica delle star. Lui George nasce simpatico, si Sa e non fatica a dimostrarlo.
Fuori dalla sala sono stata intervistata da Cinematografo la trasmissione di Marzullo in onda su Rai Movie nella puntata trasmessa il 29 agosto. La mia risposta e’ suddivisa in due parti: al settimo minuto e anche un’altra ventina di secondi dopo.
Eccolo al link
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