Propeller Club – The art of logistics
Riccardo Fuochi presidente di Propeller Club, associazione culturale che promuove l’incontro e le relazioni tra persone che gravitano nei trasporti marittimi, terrestri ed aerei, ha presentato “La logistica dell’arte, l’arte della logistica” al Convegno promosso presso l’aula magna della SIAM, Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri.
Negli ultimi decenni molti nuovi mercati si sono affacciati a quello dell’arte, ed è cresciuto esponenzialmente il numero di trasporti per opere dal valore inestimabile. In casi del genere l’attenzione da rivolgere è massima, e riguarda diversi aspetti: l’imballaggio, le condizioni di temperatura e umidità, il deposito, la sicurezza e gli allarmi; senza contare le formalità doganali, le condizioni di assicurazione e le procedure degli uffici culturali.
Alvise di Canossa, presidente di Arterìa Art Defender, la più grande società di logistica dell’arte in Italia, parla della logistica come di una scienza, la quale prevede, provvede e trova soluzioni ai problemi riguardanti i trasporti. Ogni anno, solo in Italia, un milione di opere viaggiano tra i 4000 musei della penisola, le gallerie, le mostre e i mercati d’arte. Questi valori sono assicurati per più di 12 miliardi di euro ogni anno.
“L’arte moderna ha scatenato il mercato e ha spinto a creare una struttura di trasporti, di conservazione e protezione dei valori completamente nuova” afferma il presidente di Arterìa, il quale introduce anche un nuovo concetto di conservazione dei beni, non più solo di sicurezza. Così oltre ad una logistica dinamica, che si occupa della movimentazione dei beni, troviamo una logistica conservativa e una stanziale, che promuovono i depositi strutturali in modo che le opere non perdano il loro valore.
Maria Grazia Longoni Parmigiano, avvocato dello studio legale LCA, sottolinea alcuni punti cardine che vanno controllati in caso si voglia acquistare un’opera moderna. Fondamentale ovviamente è verificare l’autenticità dell’opera stessa, grazie o al controllo del certificato di autenticità o all’intervento di esperti; e assicurarsi che chi la vende sia il vero proprietario. Bisogna poi verificare il regime legale a cui è sottoposto il bene; ad esempio se si tratta di un bene culturale esso può essere comprato ma non esportato, a meno che sia dotato dell’attestato di libera circolazione. Si passa poi a verificare se perdurano i diritti d’autore e se l’opera necessita o meno di un restauro. Importante è anche richiedere all’autore o agli eredi un diritto di riproduzione e di esposizione dell’opera.
Dopo l’acquisto dell’opera bisogna saperla proteggere e valorizzare. Esistono al giorno d’oggi strutture specializzate alla conversazione di opere, che rispettano tutti quei parametri necessari al mantenimento del bene. Per valorizzare l’opera invece bisogna provvedere ad archiviarla e inserirla nel catalogo ragionato dell’artista; anche esporla e farla viaggiare può aumentarne il valore.
L’aspetto assicurativo ha un ruolo decisivo nel caso si voglia prestare l’opera: il contratto o scheda di prestito contiene tutte le richieste che il proprietario deve far approvare prima di cederla, come una certa polizza assicurativa e l’uso di un trasportatore specializzato. Non dimenticarsi di fare un condition report, ovvero delle fotografie dell’opera prima che essa parta.
Silvia Foschi, dell’unità Beni Culturali di Banca Intesa, che nello scorso biennio ha portato al restauro di 145 opere tra tele, tavole, sculture, oggetti di oreficeria appartenenti in gran parte all’arte italiana dall’antichità al primo Novecento, porta esempi pratici riguardanti la difficoltà di trasporto e conservazione di opere molto eterogenee tra loro. “Ogni singolo trasporto è un singolo problema” dice Silvia Foschi, riferendosi ai problemi che opere cronologicamente e strutturalmente molto diverse possono creare.
Hanno chiuso il convegno Federico Prestileo e Valerio Lombardo, di Container Lab, associazione culturale senza fini di lucro nata per promuovere e diffondere l’arte. Il progetto ArtInCom si occupa di valorizzare e opere contemporanee. Sotto la loro direzione ArtInMuseum che a luglio 2016 inaugurerà la mostra “Leonardo da Vinci e i contemporanei” al Palazzo Martinengo di Brescia: 12 artisti, ispirati sì dal grande maestro, ma che interpretano l’Ultima Cena basandosi solamente sulle sacre scritture e non sull’opera del maestro.