Test antidoping anche ai videogiocatori di sport virtuali
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Proprio come accade per le discipline più tradizionali come calcio, basket o atletica, ci saranno test antidoping anche per gli sport elettronici.
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Questa è la decisione presa dalla ESL (Electronic Sports League) in seguito ai recenti fatti di cronaca che hanno visto il famoso pro-gamer di Counter Strike Kory “Semphis” Friesen dichiarare l’assunzione di farmaci come l’Adderall, durante alcuni tornei, per incrementare la soglia di attenzione e migliorare le proprie performance.
Istinto, allenamento, passione e dedizione non sono infatti le uniche caratteristiche che fanno di un videogiocatore un professionista: contano, per esempio, anche la reattività, la resistenza, la concentrazione ed la coordinazione occhio-mano.
E se le prime non sono artificialmente modificabili, le seconde sono caratteristiche che possono diventare artefatte, se si interviene sul corpo dell’atleta con sostanze atte ad aumentarne le capacità.
Pertanto la scelta di promuovere test antidoping, presa dalla più importante ega mondiale di e-gaming, comporterà che, durante i tornei, verranno eseguiti dei controlli campione, al fine di evitare che i videogiocatori professionisti impugnino i loro joystick, ad esempio, tramite l’utilizzo di speciali aiutini.
I primi test avverranno all’interno dell’ESL One di Colonia, il prossimo torneo organizzato dall’associazione, che come il precedente mette in palio la somma di 250.000$.
Tuttavia, questo è solo un primo passo per la soluzione del problema: nonostante ESL stia lavorando in collaborazione con agenzie specializzate nei test antidoping per istituzionalizzare i controlli, infatti, essa è soltanto una delle varie leghe presenti in ambito internazionale, alle quali le varie squadre possono partecipare simultaneamente.
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