Dopo il recentissimo accordo tra Telegram e Tether, come dichiarato da Pavel Durov Congiuntamente a Paolo Ardoino in una speciale sessione al Token2049 a Dubai, che permette di usare Telegram per scambiare, oltre alla cryptovaluta TONcoin, anche la famosissima Stable Coin Tether, si sono immediatamente moltiplicati i tentativi di truffa e scam ai danni degli utenti del famoso social network criptato.
La crescente integrazione delle criptovalute nella vita quotidiana degli utenti è accompagnata da un incremento parallelo delle attività fraudolente che sfruttano queste tecnologie emergenti. Recenti indagini condotte da Kaspersky hanno evidenziato un nuovo tipo di truffa che mira specificamente agli utenti di Telegram, una delle piattaforme di messaggistica più popolari, con l’obiettivo di sottrarre criptovalute, in particolare il Toncoin (TON) e il famosissimo Tether.
Il meccanismo dell’inganno: Telegram e i falsi booster di criptovaluta
Le dinamiche di questo sofisticato schema truffaldino sono tanto semplici quanto efficaci. I criminali informatici si avvalgono di strategie ingegnose per manipolare gli utenti, facendo leva sulla loro fiducia e sulla ricerca di guadagni facili in un ambiente che sembra sicuro.
A partire da novembre 2023, il modus operandi adottato dagli scammer si è dimostrato particolarmente pericoloso a causa della crescente popolarità di TON e di Telegram.
I truffatori iniziano con la creazione di bot Telegram non ufficiali che imitano le funzionalità delle applicazioni legittime per il trading di criptovalute. Questi bot invitano le vittime a collegarli ai loro portafogli di criptovalute reali, creando una falsa percezione di autenticità e sicurezza. Gli utenti vengono quindi indotti a trasferire i loro Toncoin in queste piattaforme fasulle con la promessa di partecipare a un programma di guadagno esclusivo.
La seconda fase del trucco si concretizza con la vendita di cosiddetti “booster” che, secondo i truffatori, dovrebbero moltiplicare i guadagni degli utenti. Questi “booster” sono venduti sotto diverse denominazioni come “bici”, “auto”, “treno”, “aereo” e “razzo”, con prezzi che variano enormemente, spingendo le vittime a investire somme crescenti nella speranza di ottenere rendimenti altrettanto elevati.
La realtà, tuttavia, è che una volta effettuato il pagamento, i fondi vengono irrimediabilmente sottratti dal loro legittimo proprietario senza alcuna possibilità di recupero.
L’escalation dell’inganno: sfruttare le reti di amicizia
Il vero genio maligno di questo schema sta nell’utilizzo delle reti sociali delle vittime. Dopo aver convinto un utente a comprare questi “booster”, gli scammer spingono quest’ultimo a diventare a sua volta un promotore della truffa. La vittima viene indotta a creare un gruppo Telegram privato e a invitarvi amici e conoscenti, condividendo un link di riferimento che promette vantaggi economici per ogni nuovo ingresso nel sistema.
Questo aspetto del trucco non solo amplifica il danno economico complessivo, ma erode anche la fiducia all’interno delle comunità, facendo leva sulle relazioni personali per perpetuare la truffa. Un video esplicativo, preregistrato dagli stessi truffatori, viene spesso utilizzato per conferire un’apparente legittimità all’intera operazione, rendendo ancora più difficile per le vittime distinguere tra realtà e inganno.
Il contesto più ampio: Telegram e il suo impatto su TON
Non si può ignorare il ruolo di Telegram in tutto questo. Con oltre 900 milioni di utenti attivi al mese, la piattaforma di messaggistica figura tra le app più scaricate e utilizzate a livello globale. La popolarità e la vasta portata di Telegram rendono le sue criptovalute associate, come il Toncoin, bersagli particolarmente appetibili per attività illecite.
Il caso studiato da Kaspersky evidenzia una tendenza allarmante: l’ecosistema delle criptovalute, nonostante le sue promesse di decentralizzazione e sicurezza, è ancora vulnerabile agli attacchi di soggetti malintenzionati che sono pronti a sfruttare ogni nuova tecnologia per arricchirsi a spese degli altri.
La comunità di utenti e gli esperti di sicurezza devono quindi essere sempre vigili e pronti a identificare e contrastare queste minacce emergenti, per proteggere sia i singoli investitori sia l’integrità del sistema finanziario digitale.
L’allarme lanciato attraverso queste indagini sottolinea l’importanza di un approccio critico e informato verso le offerte che sembrano troppo belle per essere vere, specialmente in un’era in cui la digitalizzazione delle finanze si fa sempre più pervasiva e intricata.