Telefonia, la Corte Ue si esprime sul copyright dei link in Rete
La rete internet e il mondo che questa ha creato, ha rivoluzionato le persone stesse, le loro relazioni, i loro interessi e la loro cultura: internet è l’opportunità di tutti di entrare nel mondo (ed accedere alla cultura) e poter stare al passo con lo sviluppo sociale e culturale. L’accesso all’infrastruttura tecnologica, poi, è fondamentale e nelle offerte di Fastweb e Telecom, per esempio, sono già incluse delle tariffe che prevedono la possibilità di navigare con la connessione super veloce a fibra ottica.
Ma il cammino è ancora lungo perché molte regioni italiane sono scoperte e molte persone non sono state ancora educate alla tecnologia. Per accedere alla rete, infatti, non basta trovare tariffa più conveniente per internet adsl, ma è necessario anche sapere come comportarsi in rete, saper gestire il flusso di informazioni che proviene da ogni parte del web e, proprio per il fatto che non esiste una costituzione che regola internet e le dinamiche al suo interno, è bene saper gestire anche la propria navigazione.
In un mondo anomico come quello del web e al contempo basato sulla condivisione della informazioni, è facile poter cadere in denunce per violazione di copyright per esempio, perché i contenuti sul web (che siano testi, immagini, video, etc.) non sono così liberi come sembra.
La Corte Ue da tempo cerca di regolare questi contenziosi ma ancora non si è arrivati ad una vera e propria svolta, ovvero alla creazione di un testo unico e valido per tutta la comunità europea, che ne regoli le dinamiche: proprio per la libertà che esso stesso pone, il web non si presta bene ad essere regolato rigidamente.
Così, la Corte Ue va avanti a forza di sentenze che, come in un contagocce, cercano di risolvere – a poco a poco – alcune delle “dinamiche digitali”, tra le quali quella del copyright.
La notizia che arriva è fresca e vede la Corte presenziare sulla questione del copyright dei link che si espressa dicendo che è possibile pubblicare un link (ovvero un collegamento) che rimanda a dei contenuti coperti dal diritto d’autore purché la pagina che “ospita” il contenuto sia accessibile gratuitamente.
In questo caso, infatti, non sembra che sia necessaria l’autorizzazione preventiva del proprietario, titolare del contenuto e anzi, da come si legge dal documento ufficiale rilasciato dalla Corte stessa, “Il proprietario di un sito web può, senza l’autorizzazione del titolare del contenuto, reindirizzare utenti internet attraverso collegamenti ipertestuali a opere protette da copyright accessibili gratuitamente su un altro sito”.
E sottolineano che questo principio “si applica anche qualora gli utenti che clicchino sul link abbiano l’impressione che l’opera venga loro mostrata dal sito contenente il link stesso”.
La questione, in realtà, è stata sollevata da un contenzioso circa l’estensione dei link sul web sulla “comunicazione pubblica”, ovvero sulla questione di mettere un’opera a disposizione di un pubblico indefinito e massiccio che, secondo una direttiva del 2001, sarebbe stato pubblicabile solo previa autorizzazione dell’autore stesso.
Questa possibilità è ancora presente ma solo nel caso in cui il sito che contiene il link in questione si rivolga ad un pubblico nuovo e diverso da quello a cui è destinato il contenuto del link. Se si pensa che la caratteristica principale del web è l’apertura alle persone, questa restrizione sembra difficilmente attuabile e controllabile.
Come ha spiegato anche Fulvio Sarzana, giurista esperto proprio nel diritto d’autore, “la sentenza sembrerebbe aver dunque adottato una soluzione di compromesso tra coloro (i titolari dei diritti d’autore) che intendevano adottare una definizione rigida di “comunicazione al pubblico” di un’opera protetta dal diritto d’autore, ed i fautori di una libera circolazione delle opere su internet che evidentemente non ritenevano il linking un caso di nuova comunicazione al pubblico, con tutte le conseguenze del caso”.