Bankitalia conferma ‘I tassi sui mutui ancora giù, a aprile al 4,09%’
Ad aprile, i tassi di interesse sui mutui hanno continuato la loro discesa, attestandosi al 4,09%, come riportato dalla serie ‘Banche e moneta’ di Bankitalia. Questo calo segna un significativo passo avanti per le famiglie italiane che cercano di acquistare una casa, offrendo un respiro di sollievo in un contesto economico ancora incerto. La flessione dei tassi di interesse è un segnale positivo per il mercato immobiliare, suggerendo che il peggio potrebbe essere passato e che vi è una crescente fiducia nel futuro economico del Paese. In questo articolo, esploreremo in dettaglio i dati forniti da Bankitalia, analizzando l’andamento dei tassi sui mutui e sui prestiti alle imprese, e discuteremo l’impatto delle recenti decisioni della BCE sul costo del denaro e le implicazioni per il mercato immobiliare italiano.
Il calo dei tassi sui mutui per le famiglie
Nel mese di aprile, i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG), sono scesi al 4,09%, rispetto al 4,21% registrato a marzo.
Questo dato rappresenta una diminuzione significativa, che può essere attribuita a una serie di fattori, tra cui le politiche monetarie della BCE e le condizioni di mercato più favorevoli. Il calo dei tassi offre un’opportunità per le famiglie italiane di accedere a finanziamenti a condizioni più vantaggiose, incentivando gli acquisti immobiliari e sostenendo la domanda nel settore abitativo.
La diminuzione del TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo, che si è collocato al 10,59% (rispetto al 10,61% del mese precedente), conferma la tendenza al ribasso dei tassi di interesse, sebbene in misura meno marcata rispetto ai mutui. Questa riduzione, seppur modesta, indica una leggera diminuzione del costo del denaro per i consumatori, che possono beneficiare di condizioni di credito più accessibili per le spese correnti e gli acquisti di beni durevoli.
Andamento dei tassi sui prestiti alle imprese
Mentre i tassi sui mutui per le famiglie sono in calo, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie hanno registrato un lieve aumento, passando dal 5,26% di marzo al 5,30% di aprile. Questo incremento, seppur contenuto, riflette le dinamiche differenti tra il mercato del credito al consumo e quello dei finanziamenti aziendali. Le imprese, infatti, continuano a confrontarsi con costi di finanziamento relativamente elevati, che possono influenzare le loro decisioni di investimento e la capacità di crescita.
Il mantenimento dei tassi passivi sui depositi in essere all’1,04% segnala una stabilità nelle condizioni offerte ai risparmiatori, nonostante le oscillazioni nei tassi di interesse sui prestiti. Questo equilibrio tra tassi attivi e passivi è cruciale per la stabilità del sistema bancario, garantendo un margine adeguato per le banche e incentivando allo stesso tempo il risparmio da parte delle famiglie e delle imprese.
L’influenza della BCE sulle politiche monetarie
La recente decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di ridurre il costo del denaro di 25 punti base rappresenta un importante segnale di svolta nelle politiche monetarie. Dopo due anni di tassi in aumento, questa inversione di tendenza suggerisce che le preoccupazioni per l’inflazione stanno diminuendo e che la BCE è ora più concentrata sul sostenere la crescita economica.
Sebbene l’impatto diretto di questo modesto taglio sui mutui variabili possa essere limitato, l’effetto psicologico di una politica monetaria più accomodante può stimolare la fiducia dei consumatori e degli investitori nel mercato immobiliare.
Questo cambiamento di rotta da parte della BCE è particolarmente rilevante per coloro che stanno pianificando investimenti immobiliari, sia a livello individuale che istituzionale. La percezione di una stabilità economica maggiore e di un futuro meno incerto può incentivare gli acquisti di immobili, contribuendo a una ripresa del settore e a una stabilizzazione dei prezzi delle case.
Il duello tra Eurirs e Euribor per il mutuo su misura
Quando si tratta di scegliere un mutuo, le famiglie italiane devono confrontarsi con due parametri principali: l’Eurirs per i mutui a tasso fisso e l’Euribor per quelli a tasso variabile. Attualmente, l’Eurirs per i mutui ventennali si è stabilizzato tra il 2,6% e il 2,7%, mentre per i mutui trentennali si attesta attorno al 2,5%. In confronto, l’Euribor ha registrato una diminuzione significativa, scendendo attorno al 3,7% rispetto ai valori di inizio 2024.
Questo differenziale di circa 100-120 punti base tra i tassi fissi e variabili continua a giustificare la preferenza delle famiglie per i mutui a tasso fisso. Il tasso fisso offre maggiore sicurezza e prevedibilità nelle rate mensili, un fattore cruciale in un contesto economico ancora volatile. Nonostante le promozioni sui tassi variabili possano offrire condizioni iniziali più attraenti, il rischio di future oscillazioni nei tassi di interesse rende il tasso fisso una scelta più prudente per molti mutuatari.
Condizioni di mercato e vantaggi del tasso fisso
Analizzando le condizioni di mercato alla vigilia del taglio dei tassi, emerge che, per un finanziamento di 140.000 euro su una casa dal valore di 200.000 euro a basse prestazioni energetiche, il tasso nominale medio per un mutuo a tasso fisso di 20 anni si posiziona al 3,4%, contro il 4,87% del tasso variabile. Questo si traduce in un risparmio di quasi 110 euro al mese sulla rata, che ammonta a 805,02 euro per il fisso contro 914,34 euro per il variabile.
Per i mutui trentennali, la differenza è ancora più marcata: il tasso fisso si attesta al 3,33%, mentre il tasso variabile costa quasi 170 punti base in più. In termini di rata mensile, ciò significa un pagamento di 615,80 euro per il fisso, con un risparmio di quasi 138 euro rispetto al variabile. Questo gap significativo sottolinea l’attrattiva dei mutui a tasso fisso, specialmente in un periodo di incertezza economica e finanziaria.
Cosa succederà ora?
Il calo dei tassi di interesse sui mutui registrato ad aprile rappresenta un segnale positivo per il mercato immobiliare italiano e per le famiglie che desiderano acquistare una casa. Le decisioni della BCE di ridurre il costo del denaro, insieme alle dinamiche di mercato favorevoli, offrono un’opportunità per accedere a finanziamenti a condizioni più vantaggiose.
Sebbene i tassi sui prestiti alle imprese siano in lieve aumento, la stabilità dei tassi passivi sui depositi e la preferenza delle famiglie per i mutui a tasso fisso indicano un contesto di maggiore fiducia e stabilità.
La scelta tra mutuo a tasso fisso e variabile dipende dalle esigenze individuali e dalla propensione al rischio dei mutuatari, ma i dati attuali suggeriscono che il tasso fisso rimane una soluzione prudente e conveniente. Con l’evoluzione delle politiche monetarie e le condizioni economiche in miglioramento, il mercato immobiliare italiano potrebbe vedere una ripresa significativa, sostenuta da un accesso più facile al credito e da una maggiore fiducia nel futuro.