Stipendio e pensione: aumenti possibili rimandando il momento del pensionamento

come funziona il bonus per chi rimanda la pensione
Il bonus legato al rinvio della pensione rappresenta un’importante novità normativa che interessa i lavoratori dipendenti pubblici e privati che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata, scelgono di proseguire volontariamente l’attività lavorativa. Questa misura premia il differimento del pensionamento riconoscendo un incremento netto in busta paga. In pratica, l’INPS non trattiene la quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore, restituendola direttamente come aumento dello stipendio mensile.
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Il valore di questo incentivo corrisponde a circa il 9,19% della retribuzione imponibile, che si traduce in un effettivo aumento netto, poiché l’importo percepito non è soggetto a tassazione né a ulteriori trattenute contributive. Da sottolineare che il datore di lavoro mantiene l’obbligo di versare la propria quota di contributi, preservando così i vantaggi previdenziali per il sistema.
Questa riforma è stata introdotta e ampliata con la Legge di Bilancio 2023 e 2025, e si concretizzerà con la comparsa del bonus nelle buste paga a partire da settembre 2025 per il settore privato e da novembre 2025 per quello pubblico. Il meccanismo si attiva dalla presentazione di una specifica domanda all’INPS, che attesta la volontà del lavoratore di rinviare il pensionamento per ottenere l’incentivo economico previsto.
requisiti e soggetti esclusi dall’incentivo
L’accesso al bonus per il rinvio della pensione è subordinato al possesso di specifici requisiti contributivi e anagrafici, che ne delimitano la platea di beneficiari. Possono usufruirne i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico sia privato, che al 31 dicembre dell’anno in corso abbiano maturato i requisiti per la pensione anticipata flessibile (Quota 103: almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi) o per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne).
Tuttavia, non tutti i soggetti con i requisiti sopra elencati possono accedere all’incentivo. Sono infatti esclusi coloro che hanno già raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia, così come i percettori di una pensione diretta, fatta eccezione per chi riceve l’assegno ordinario di invalidità.
Inoltre, è fondamentale sottolineare che l’attivazione del bonus avviene solo dietro presentazione di una specifica domanda all’INPS, che formalizza la volontaria decisione di posticipare il pensionamento. La misura non prevede l’accumulo di ulteriori contributi per il periodo lavorativo successivo alla maturazione dei requisiti pensionistici, quindi occorre considerare le implicazioni a livello previdenziale prima di optare per questo percorso.
Vista la complessità normativo-previdenziale, si consiglia di consultare esperti accreditati, come CAF o Patronati, per valutare con precisione la propria situazione e la convenienza dell’incentivo, evitando decisioni affrettate e conseguenze indesiderate.
vantaggi e considerazioni da fare prima di rinviare il pensionamento
Rinviare il pensionamento per usufruire del bonus rappresenta un’opportunità interessante, ma richiede un’analisi attenta degli effetti sia economici che previdenziali. Dal punto di vista immediato, il principale vantaggio consiste nell’aumento netto dello stipendio, grazie alla restituzione in busta paga dei contributi previdenziali a carico del lavoratore, pari a circa il 9,19% della retribuzione imponibile, esenti da tassazione. Questo incremento può migliorare significativamente la liquidità mensile, offrendo un vantaggio concreto durante il periodo di permanenza in attività.
Tuttavia, è essenziale considerare che il periodo di lavoro aggiuntivo, pur aumentando le entrate attuali, non comporta l’accumulo di ulteriori contributi utili ai fini pensionistici. Ciò può tradursi in una leggera riduzione dell’assegno pensionistico futuro, dovuta alla mancata capitalizzazione dei contributi nel periodo post-richiesta del bonus. Questa dinamica rende fondamentale valutare con cura la convenienza economica complessiva.
Oltre agli aspetti finanziari, va esaminata anche la situazione personale, come lo stato di salute e la volontà di continuare a lavorare, poiché l’allungamento dell’attività può avere ripercussioni anche sul benessere psico-fisico. Il rinvio deve essere una scelta ponderata, non dettata esclusivamente da fattori economici immediati.
In definitiva, prima di decidere di posticipare il pensionamento con l’obiettivo di beneficiare del bonus, è consigliabile confrontarsi con specialisti del settore previdenziale per effettuare simulazioni personalizzate, così da bilanciare vantaggi economici contingenti e impatti previdenziali nel lungo termine.
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