Lo spionaggio su internet stabilisce un nuovo record: infettate 50mila reti informatiche in tutto il mondo senza limite per gli 007 americani
Spie, sistemi di decrittazione, sorveglianza delle reti informatiche, malware, condivisione in tempo reale delle informazioni rubate, accesso ai dati sensibili: per gli uomini dell’Nsa, l’ Agenzia americana per la Sicurezza Nazionale, ogni mezzo sarebbe stato buono per centrare al meglio gli obiettivi nel campo della cyber-sicurezza.
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A rivelarlo il quotidiano olandese Nrc Handelsblad https://www.nrc.nl/search/?q=snowden) sulla base delle notizie che trapelano dai documenti dell’ex agente Edward Snowden, principale fonte dello scandalo Datagate.
Secondo le ultime rivelazioni, i nuovi documenti dell’ex informatico fuggito in Russia raccontano di oltre 50mila reti informatiche in tutto il mondo che sarebbero state contaminate da malware diffusi dall’agenzia americana al fine di estrapolare dati sensibili dal flusso informatico.
Sotto attacco soprattutto grandi network sudamericani, brasiliani e venezuelani, ma anche reti informatiche russe, mediorientali, e perfino cinesi.
Il metodo, chiamato nel gergo dell’intelligence statunitense CNE – “Computer Network Exploitation” – sarebbe attivo già dal 1998, ma avrebbe visto negli ultimi anni un incremento esponenziale degli obiettivi sorvegliati, passando da 20 a 50mila reti infettate tra il 2008 e il 2012.
A metterlo in pratica sarebbe proprio una divisione dell’Nsa chiamata TAO – “Tailored Access Operations” – e dedita a predisporre “metodi speciali per bersagli speciali”.
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Lo scopo? Raggiungere il controllo pressoché totale della rete, almeno in via ipotetica, con l’infiltrazione di malware “dormienti” nelle principali reti internet, in grado di essere attivati all’occorrenza e controllati in remoto dall’intelligenze statunitense.
Se l’idea di scandagliare ogni giorno milioni di indirizzi IP, connessioni Wi-Fi e geolocalizzazioni con l’intento di “sorvegliare” l’intera rete sembra uno torvo scenario orweilliano, tuttavia, la Nsa ci stava andando proprio vicino.
Svariati documenti forniti da Snowden fanno riferimento ad uno specifico progetto, il “Treasure Map”, una mappa interattiva e in tempo reale della rete globale.
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Un progetto top-secret che si classifica tra i più intrusivi nella privacy individuale tra quelli predisposti dall’Nsa. Ma non basta!
Scrivono gli americani del New York Times che, ancora nel 2012, l’agenzia americana premeva sul governo per ottenere ancora più poteri, e condurre una sorveglianza anche più estesa e capillare.
Per gli uomini dell’Nsa, i limiti imposti alla loro azione dalla legislazione corrente, penalizzerebbero fortemente la possibilità di scovare terroristi all’interno del Paese.
In un contesto di continuo cambiamento e avanzamento tecnologico – spiegano – l’agenzia tenta solamente di essere all’altezza della sempre più complessa tecnologia impiegata dai bersagli.
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Per sconfiggere le pratiche di cyber-security avversarie occorre essere in grado di acquisire dati “anytime, anyone, anywhere”, da “chiunque, in ogni luogo e sempre”.
Qualunque fossero i reali obiettivi dell’Nsa, le rivelazioni contenute nei documenti di Snowden ne hanno svelato e continueranno a svelarne i retroscena. Non ci resta che attendere gli sviluppi di questa incresciosa vicenda.
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