L’evoluzione del selfie nella società contemporanea
I selfie, un tempo simbolo di narcisismo e ostentazione, hanno subito un’evoluzione significativa all’interno della società contemporanea. I giovanissimi, in particolare, mostrano una crescente disillusione nei confronti della mera esibizione della propria immagine, abbandonando progressivamente lo spirito altamente autocentrato che caratterizzava questa pratica. Le nuove generazioni sembrano privilegiare un uso più funzionale e sociale del selfie, utilizzandolo come strumento di comunicazione piuttosto che come veicolo di vanità.
Questo cambiamento è particolarmente evidente nel contesto dei social media, dove i ragazzi tendono a utilizzare le immagini per rafforzare le relazioni sociali. Il selfie non è più solo un autoscatto per condividere un momento, ma diventa un elemento chiave per documentare esperienze condivise con amici, favorendo un senso di comunità. In questo modo, l’atto di scattare un selfie si trasforma in un atto di aggregazione sociale e di costruzione dell’identità collettiva.
Le preferenze stilistiche di scatto evidenziano questo shift: i giovani scelgono di immortalarsi in contesti ludici, eventi sociali, o in compagnia di amici, spostando l’attenzione dall’immagine individuale all’esperienza condivisa. Ciò segna una nette discontinuità rispetto al passato, aprendo a nuovi paradigmi di rappresentazione e narrazione personale che si allontanano dall’omologazione estetica diffusa e dalla ricerca di approvazione sociale immediata.
Il progetto SatisFACE: obiettivi e metodologia
Il progetto SatisFACE dell’Università Vita-Salute San Raffaele rappresenta un’importante iniziativa di ricerca interdisciplinare che ha come obiettivo primario l’analisi dell’impatto delle tecnologie digitali sull’autopercezione e sull’immagine corporea dei giovanissimi. Ideato dal Centro Universitario di Statistica per le Scienze Biomediche, questo studio coinvolge anche esperti della Facoltà di Psicologia di UniSR e della Facoltà di Biomedicina dell’Università della Svizzera Italiana.
La metodologia utilizzata è di tipo quali-quantitativo. Essa si fonda su un’indagine approfondita che ha preso il via attraverso un sondaggio online nel quale sono state coinvolte oltre 1.600 persone, tra cui preadolescenti, adolescenti e giovani adulti. I risultati sono stati presentati in occasione del Festival della Statistica e della Demografia del 2024, un evento di rilievo che ha permesso di evidenziare le ricadute sociali e psicologiche delle nuove tecnologie.
La ricerca si concentra in particolare sui disagi psicologici legati alla fruizione costante di contenuti digitali e su come questa influisca sulle relazioni interpersonali. Un aspetto centrale è rappresentato dall’analisi delle dinamiche sociali che si sviluppano attorno al fenomeno del selfie, con particolare attenzione alla percezione di sé e all’apprezzamento della diversità rispetto ai modelli tradizionali di bellezza.
I risultati dello studio sui selfie tra i giovani
Dai risultati emersi dal progetto SatisFACE, si delinea un quadro significativo sui comportamenti e le attitudini dei giovani nei confronti dei selfie e dei social media. Contrariamente a quanto si possa pensare, l’uso di queste tecnologie non si traduce in un aumento dell’isolamento, ma piuttosto in un forte desiderio di comunità. Le piattaforme social vengono utilizzate prevalentemente come strumenti di connessione e interazione, piuttosto che come veicoli di vanità. Questi giovani preferiscono comunicare e mantenere relazioni attive, cercando interazioni significative e autentiche con amici, familiari e figure pubbliche.
Lo studio ha anche osservato che i selfie, pertanto, sono meno associati a un’esibizione egoistica. I preadolescenti e gli adolescenti tendono a preferire selfie scattati in situazioni sociali, come eventi o con amici, il che mette in evidenza la volontà di conservare ricordi collettivi piuttosto che celebrare un momento individuale. Questa tendenza riflette una transizione verso un uso del selfie come strumento di narrazione condivisa, piuttosto che come mero riflesso di auto-celebrazione.
Tra i giovani adulti, le preferenze si diversificano: per loro i selfie possono essere più orientati alla documentazione delle proprie esperienze, come ad esempio momenti passati con animali domestici o in luoghi di interesse. Nonostante questo, si osserva una diminuzione dell’interesse per il selfie narcisistico, evidenziando una crescente consapevolezza riguardo alle proprie immagini e alla rappresentazione di sé nel contesto sociale.
La pratica del selfie: preferenze e comportamenti
La pratica del selfie tra i giovani ha subito una trasformazione sostanziale, evolvendo da un fenomeno caratterizzato da un forte narcisismo a un utilizzo più significativo e condiviso. I preadolescenti e gli adolescenti dimostrano di preferire foto scattate in contesti che favoriscono l’interazione sociale, come eventi pubblici o in compagnia di amici. Questo approccio suggerisce un evidente spostamento dalla necessità di mostrare se stessi a un focus più marcato sul rafforzamento delle relazioni.
È interessante notare che, nel contesto delle nuove generazioni, i selfie non sono più considerati un mezzo per ricevere validazione esterna, ma piuttosto un modo per documentare momenti condivisi. Le immagini riflettono esperienze comuni e creano memorie collettive, evidenziando come i social media siano diventati piattaforme di aggregazione piuttosto che di mera esposizione individuale. La modalità preferita di scattare queste foto è in gruppo o allo specchio, rimarcando l’importanza della socialità nell’atto stesso di immortalare un momento.
Tra i giovani adulti, sebbene la narrazione personale rimanga rilevante, c’è una diversificazione nelle scelte di scatto. Gli animali domestici, le esperienze in luoghi significativi e eventi condivisi con le persone a loro care diventano soggetti privilegiati. Di conseguenza, si abbandona progressivamente l’idea di immortalare solo se stessi in solitudine, dimostrando una maggiore consapevolezza e comprensione del valore delle connessioni umane nel contesto digitale.
L’impatto del fotoritocco e dell’editing nei selfie
Il fotoritocco e l’editing rappresentano aspetti significativi nella pratica dei selfie, influenzando profondamente l’autopercezione dei giovani e la loro relazione con l’immagine corporea. Secondo i dati forniti dal progetto SatisFACE, il 43,7% dei preadolescenti e adolescenti si dedica all’editing delle proprie immagini. Questa percentuale aumenta al 48,8% tra i giovani adulti, evidenziando una tendenza crescente verso la modifica delle fotografie prima della loro pubblicazione.
Un elemento caratteristico di questo comportamento è l’uso della cosiddetta beautification, che riflette il desiderio di conformarsi a determinati canoni estetici. Tuttavia, per i giovanissimi, l’editing è spesso portato avanti non tanto per aderire a standard di bellezza imposti, quanto piuttosto per abitudine o per migliorare un’immagine di cui non si sono soddisfatti. Quasi la metà di loro non considera prioritario uniformare il proprio aspetto a un modello estetico standard.
In questo contesto, il 43,4% degli adolescenti ed addirittura il 64,4% dei giovani adulti segnalano di preoccuparsi raramente o mai di conformarsi a norme estetiche precostituite. Questo dato suggerisce una crescente valorizzazione della diversità, testimonianza di un cambiamento culturale significativo. Nonostante la continua presenza di modelli di bellezza prevalentemente uniformi sui social media, la generazione 2.0 sta spostando la propria attenzione verso una celebrazione delle differenze, mostrando di apprezzare le proprie unicità più che l’aderenza a canoni tradizionali.
La crescente valorizzazione delle diversità estetiche
Il mutamento del panorama dei selfie tra i giovanissimi va di pari passo con un’emergente valorizzazione delle diversità estetiche, che si allontana dalle narrazioni tradizionalmente uniformanti. I dati del progetto SatisFACE suggeriscono che la nuova generazione mostra meno preoccupazione nel conformarsi agli standard di bellezza prevalenti. Solo una piccola percentuale, infatti, si sente in dovere di modificare il proprio aspetto per assomigliare a modelli estetici specifici, a riprova di una crescente consapevolezza di sé e della propria identità.
Questo fenomeno è evidente soprattutto tra i preadolescenti e gli adolescenti, dove l’editing delle immagini viene percepito, per la maggior parte, come un modo per correggere piccole imperfezioni o semplicemente come una prassi abituale, piuttosto che come un’imposizione di un ideale di bellezza. Un dato significativo è che il 43,4% dei giovanissimi si sente raramente o mai obbligato a uniformarsi a standard estetici, dimostrando una forte propensione ad abbracciare le proprie unicità.
In questo contesto, il selfie diventa uno strumento di affermazione e di celebrazione della diversità, trascendendo l’idea di mera esposizione personale e avvicinandosi a un’idea più inclusiva di bellezza. La narrativa si sposta verso un apprezzamento delle differenze individuali, abilitando i giovani a sentirsi a proprio agio con le loro peculiarità, incoraggiando un dialogo che sfida i canoni estetici tradizionali influenzati dai media. Le nuove generazioni, dunque, non solo ripudiano il narcisismo, ma si impegnano attivamente a reimmaginare e ridefinire cosa significhi “bello” nel panorama contemporaneo.
Le app più utilizzate dai giovanissimi
Le applicazioni digitali ricoprono un ruolo cruciale nel mondo dei giovanissimi, determinando il modo in cui interagiscono e prendono parte alla cultura contemporanea. Dallo studio SatisFACE emerge un quadro chiaro delle preferenze tecnologiche delle diverse fasce di età. WhatsApp si conferma come la piattaforma di messaggistica istantanea più utilizzata, garantendo agli utenti la possibilità di mantenere costante il contatto con amici e familiari.
Nel contesto dei social media, è interessante notare come le preferenze varino significativamente in base all’età. Per i ragazzi di età compresa tra 11 e 13 anni, TikTok, YouTube e Instagram si posizionano come i social più apprezzati, insieme a BeReal, un’app emergente che promuove la condivisione di momenti autentici. Al contrario, tra i giovani di età compresa tra 14 e 18 anni, Instagram emerge come la piattaforma predominante, seguita da TikTok, YouTube e BeReal. Questo evidenzia l’importanza di Instagram come strumento di espressione visiva e interazione sociale.
Per i giovani adulti, la classifica si modifica ulteriormente: Instagram, TikTok e YouTube continuano a occupare i primi posti, ma Facebook, che risulta essere completamente assente nelle preferenze dei più giovani, mostra una netta caduta in termini di popolarità. Questa differenziazione evidenzia un allontanamento da piattaforme tradizionali a favore di spazi sociali più dinamici e visivi, dove la comunicazione e la condivisione hanno luogo in modalità più rapide e immediate, permettendo ai giovani di documentare le loro vite e le relazioni in tempo reale.
Conclusioni e prospettive future del selfie nella cultura giovanile
La cultura del selfie, così come emersa dall’analisi condotta nel progetto SatisFACE, sta attraversando una fase di trasformazione profonda. I dati testimoniano un allontanamento significativo dal narcisismo e dall’esibizionismo che caratterizzavano le prime incarnazioni di questa pratica. Oggi, i giovani non solo usano il selfie come mezzo di documentazione personale, ma lo integrano in un contesto di condivisione e socialità, evidenziando il desiderio di costruire e mantenere legami autentici con gli altri.
Questa evoluzione riflette una maggiore maturità e consapevolezza nei confronti delle relazioni interpersonali, segnalando che la ricerca di approvazione sociale, pur persistendo in forme diverse, mostra segni di indebolimento tra le nuove generazioni. L’atto di immortalare un momento non è più limitato all’auto-celebrazione, bensì si orienta verso una narrazione collettiva, dove il throughput emotivo risulta centrale e dove il selfie diventa strumento di aggregazione sociale piuttosto che un meccanismo di confronto individuale.
Guardando al futuro, è probabile che la pratica del selfie continui a evolversi, influenzata non solo dai cambiamenti culturali e sociali, ma anche dalla rapida innovazione tecnologica. Nuove forme di interazione, come i video brevi e contenuti multimediali dinamici, potrebbero ulteriormente modificare la percezione e l’uso del selfie, portando a una continua ridefinizione dell’identità giovanile in un contesto digitale sempre più complesso. L’attenzione verso la diversità estetica e l’autenticità potrebbe divenire un pilastro fondamentale in questa evoluzione, incoraggiando i giovani a celebrare le loro unicità e a promuovere una cultura visiva inclusiva.