Obiettivi della rassegna Officina della Scultura
La rassegna Officina della Scultura si propone di rendere fruibili gli ambienti in cui si realizza l’arte plastica, nella sua forma più autentica e genuina. In un panorama culturale in continua evoluzione, il curatore Marcello Cattaneo sottolinea l’importanza di un’azione capillare che mira a divulgare le diverse espressioni artistiche legate alla scultura, approfondendo sia le tecniche sia la poetica sottesa alle opere degli artisti coinvolti. Ogni visita diventa quindi un momento di scambio, in cui il pubblico è invitato a esplorare non solo i risultati finali delle opere, ma anche i processi creativi che vi stanno dietro.
Un aspetto cruciale della rassegna è il suo ruolo educativo. “Officina della Scultura” mette in evidenza un patrimonio culturale materiale e immateriale spesso poco conosciuto e talvolta sottovalutato, restituendolo alla comunità per risvegliare una maggiore consapevolezza e sensibilità verso l’arte e il suo creatore. Non si tratta solo di una semplice mostra; è un vero e proprio percorso di formazione che permette di comprendere l’importanza della scultura nella nostra società e nel nostro ambiente.
La rassegna non si limita a proporre visite guidate, ma offre anche laboratori interattivi pensati per adulti, ragazzi e anche per pubblici fragili. Questi laboratori sono spazi di partecipazione attiva, dove le persone possono mettere mano a materiali e tecniche, avvicinandosi così in modo diretto all’arte scultorea. Attraverso questa prassi, il progetto si propone di far crescere la curiosità e l’interesse verso l’arte contemporanea, creando un legame tra gli artisti e la società.
“Officina della Scultura” rappresenta un’opportunità unica per scoprire il mondo degli scultori italiani del Novecento, esplorando le loro creazioni e la loro eredità. La rassegna si presenta quindi come un viaggio di scoperta, in cui il pubblico è invitato a conoscere, partecipare e, in ultima analisi, a valorizzare l’immenso patrimonio scultoreo del nostro paese.
Atelier e studi degli scultori coinvolti
Fino al 31 dicembre 2024, i visitatori di Officina della Scultura avranno l’occasione di immergersi nei mondi creativi di alcuni dei maestri della scultura italiana del Novecento. Questa iniziativa offre un accesso esclusivo agli atelier e agli studi di figure emblematiche, come Piero Cattaneo, Gianni Grimaldi e Umberto Carrara, solo per nominare alcuni dei protagonisti. A Bergamo, gli spazi di Cattaneo, noto per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, aprono le porte a un patrimonio artistico che abbraccia oltre un secolo di creatività.
Uno spicco di interesse va alla casa-archivio di Umberto Carrara, dove le opere si accompagnano a documenti storici che narrano la sua vita e la sua visione artistica. A Milano, gli studi di Gabriella Benedini e Paolo Gallerani testimoniano l’evoluzione della scultura in un contesto urbano in continua trasformazione, offrendo uno sguardo privilegiato sulle tecniche e le ispirazioni che hanno guidato la loro ricerca. L’architettura e l’ambiente circostante interagiscono con le opere, rendendo ogni visita non solo un momento di ammirazione, ma anche di riflessione sulle connessioni tra arte e spazio.
Allo stesso modo, l’atelier di Giancarlo Sangregorio a Sesto Calende rappresenta un riferimento imprescindibile per comprendere come la scultura possa dialogare con il paesaggio naturale. La sua casa-studio, frutto di un coerente progetto artistico e architettonico, invita i visitatori a scoprire un linguaggio visivo unico, intriso di un forte senso del luogo. A questa rete già ricca di spazi si unisce, per la prima volta, l’atelier di Fabrizio Plessi a Venezia, ampliando l’orizzonte della rassegna a una delle città più iconiche del mondo. Plessi, noto per le sue opere che giocano con il video e la scultura, offre una prospettiva innovativa sull’integrazione dell’arte contemporanea nel contesto storico e culturale di Venezia.
Nell’insieme, gli atelier aperti al pubblico non sono soltanto luoghi di creazione, ma diventano anche centri di dialogo e scambio culturale. Officina della Scultura si propone di far conoscere gli artisti e le loro opere, in una continua esplorazione delle tecniche artistiche e delle storie che si celano dietro ogni creazione. Così, i visitatori possono non solo osservare ma anche comprendere le sfide e le riflessioni di artisti che hanno saputo lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte italiana del secolo scorso. Questo format coinvolgente promette una riscoperta dell’arte plastica, portando alla luce un patrimonio spesso trascurato.
Nuove aggiunte e collaborazioni per il 2024
Con l’edizione del 2024, la rassegna Officina della Scultura arricchisce il suo programma con nuove collaborazioni e aperture che promettono di ampliare i confini della conoscenza artistica. Per la prima volta, l’atelier di Fabrizio Plessi alla Giudecca di Venezia entra a far parte della selezione di spazi aperti al pubblico. Plessi, riconosciuto a livello internazionale per le sue innovative opere di scultura e videoarte, porta un nuovo respiro alla rassegna, fondendo la tradizione storica di Venezia con la più contemporanea ricerca visiva, creando un dialogo affascinante tra il passato e il presente.
Questa nuova opportunità rappresenta non solo un ampliamento geografico della rassegna, ma anche una possibilità per riflettere sulle intersecazioni tra scultura, architettura e linguaggi visivi moderni. La Giudecca, con le sue peculiarità architettoniche e culturali, offre uno scenario unico per immergersi nel lavoro di un artista che ha saputo coniugare innovazione e rispetto per il contesto in cui opera.
Inoltre, la collaborazione con la Fondazione Sangregorio per l’apertura della casa-studio di Giancarlo Sangregorio a Sesto Calende aggiunge un ulteriore valore alla proposta della rassegna. La sinergia con questa fondazione consente ai visitatori di comprendere più a fondo il legame tra l’artista e il suo ambiente di lavoro, illuminando le dinamiche che ispirano le sue opere. Nei suoi spazi, gli ospiti potranno scoprire non solo i materiali e le tecniche utilizzate da Sangregorio, ma anche la filosofia che sottende alla sua ricerca artistica.
Le nuove aggiunte non si limitano solo agli spazi fisici, ma si estendono anche a un ricco programma di laboratori e incontri, pensati per coinvolgere il pubblico in un dialogo attivo con l’arte. Questi eventi rappresentano un’occasione per approfondire le pratiche artistiche e per esplorare le diverse tecniche di lavorazione, permettendo ai partecipanti di avvicinarsi in modo pratico e diretto alle scelte creative degli artisti.
La rassegna sa di avere la responsabilità di rendere questi studi non solo dei luoghi di esibizione, ma veri e propri centri di apprendimento, dove il pubblico può esplorare le dinamiche artistiche e le storie personali che hanno plasmato l’arte del Novecento italiano. Attraverso queste importanti novità, Officina della Scultura continua a dimostrare il suo impegno per la valorizzazione e la tutela di un patrimonio culturale spesso inaccessibile e sottovalutato.
Luoghi simbolo e parchi d’arte ambientale
La rassegna Officina della Scultura non si limita a presentare opere e atelier, ma intende anche creare un network di relazioni tra diversi luoghi emblematici, che nell’insieme narrano la storia della scultura italiana del Novecento. Un elemento distintivo di questa iniziativa è l’inclusione di parchi d’arte ambientale, spazi in grado di potenziare l’esperienza del visitatore, permettendo di vivere l’arte in contesti naturali e storici di grande fascino. Questi luoghi non solo ospitano opere di artisti riconosciuti, ma diventano essi stessi parte integrante del dialogo artistico che la rassegna intende promuovere.
Particolarmente suggestivo è il Parco di Taino, situato in provincia di Varese, che accoglie l’opera monumentale di Giò Pomodoro, “Luogo dei quattro punti cardinali”. Questo parco, con il suo ambiente naturale, offre un’importante opportunità di incontro tra arte e natura, favorendo un’immersività che arricchisce l’esperienza del pubblico. Qui, l’arte non è collocata in un contesto estraneo, ma si integra e dialoga con il paesaggio, sottolineando l’importanza del territori verso cui gli artisti hanno sempre nutrito rispetto e ispirazione.
In aggiunta, il Parco di Sculture di Ca’ del Bosco a Erbusco rappresenta un altro esempio di come la rassegna valorizzi luoghi che diventano spazi di educazione e contemplazione. Qui si possono ammirare opere di artisti come Igor Mitoraj e Bruno Romeda, che donano al parco una dimensione scultorea ricca di significato. Le opere, immerse nei vigneti e nel verde circostante, creano un ambiente di riflessione e dialogo, invitando i visitatori a esplorare il legame tra ambiente e creazione artistica.
La rassegna invita a considerare il ruolo che spazi come questi possono avere nell’educazione e nella formazione culturale, trasformandoli in laboratori all’aperto per scoprire e scandagliare le connessioni tra arte e vita quotidiana. Riscoprire questi “luoghi simbolo” significa intraprendere un viaggio attraverso la memoria collettiva e il nostro patrimonio culturale, consentendo di esplorare l’imprescindibile relazione tra l’opera d’arte e il suo contesto di produzione.
Marcello Cattaneo, curatore della rassegna, sottolinea che la scelta di integrare i parchi d’arte è una strategia per far riaffiorare tesori spesso dimenticati, rendendoli accessibili a una platea più ampia. Attraverso questa iniziativa, Officina della Scultura offre una nuova occasione di apprendimento, in cui contemplazione dell’arte e immersione nella natura possono coesistere, arricchendo i visitatori con esperienze multisensoriali. Di conseguenza, queste interazioni tra le opere e il contesto geografico promuovono una maggiore consapevolezza dell’importanza della scultura nel nostro patrimonio culturale e sociale.
Importanza educativa della rassegna
La rassegna “Officina della Scultura” si distingue per il suo profondo impegno a coniugare arte e educazione, rendendo l’esperienza del visitatore non solo un’opportunità di ammirazione, ma anche un reale processo di apprendimento. Grazie a un programma ben strutturato, il pubblico è invitato a esplorare le dinamiche della scultura italiana del Novecento, per comprendere non solo le opere ma anche le storie, le tecniche e le emozioni che le accompagnano. Il curatore Marcello Cattaneo evidenzia come l’iniziativa voglia trasformare ogni visita in un momento di scoperta e riflessione, promuovendo un coinvolgimento attivo.
Un aspetto centrale della rassegna è rappresentato dai laboratori interattivi, progettati per tutti: adulti, giovani e anche per pubblici fragili. Questi spazi di partecipazione attiva offrono ai partecipanti l’opportunità di mettere le mani in pasta, di sperimentare con materiali e tecniche scultoree, avvicinandosi così in modo diretto e concreto al processo creativo. Attraverso tale approccio, la rassegna promuove un dialogo tra l’artista e la società, stimolando la curiosità e l’interesse verso la scultura contemporanea.
“Officina della Scultura” si propone pertanto come un percorso di educazione alla sensibilità artistica, mirando a formare un pubblico consapevole e partecipe. Attraverso la conoscenza e l’apprezzamento dell’arte plastica, i partecipanti possono entrare in contatto con un patrimonio culturale che spesso resta sotto il radar, ma che è fondamentale per la nostra identità collettiva. La rassegna non è solamente una mostra di opere, ma un viaggio educativo che indaga il valore della scultura all’interno del contesto sociale e storico in cui emerga.
In questo modo, l’iniziativa si propone di fare emergere un patrimonio artistico materiale e immateriale che non sempre gode della visibilità che merita. Attraverso la valorizzazione degli atelier, studio dopo studio, si costruisce una rete che rafforza la comunità e incoraggia una visione più critica e ami evocativa nei confronti dell’arte contemporanea. La continuità di tali sforzi pone l’accento sulla responsabilità di educare le generazioni future ad apprezzare e tutelare l’eredità culturale dei loro predecessori, gettando le basi per una maggiore patrimonializzazione dell’arte nelle sue molteplici forme.