Samsung crea un’app per aiutare gli utenti afasici
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Samsung Wemogee si presenta presso lo Sheraton Diana Majestic di Milano. Un posto straordinario con un cuore verde. Se si pensa a quanto possano trasmettere le immagini, indubbiamente questo è il posto ideale per passare delle emozioni.
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La presentazione inizia con un video di due persone, presenti di fronte a noi, che si scrivono. La prima inoltra emoji, la seconda invece risponde a parole.
Samsung Wemogee è nato per risolvere il problema causato dall’afasia. Se ti stai chiedendo che cos’è, purtroppo è un disturbo caratterizzato dall’incapacità di comunicare parole che si conoscono. Per questo motivo Samsung ha studiato insieme a psicologi e neurologi una app che traduci in emoji una serie di frasi preimpostate. Una serie di emozioni, preferiscono chiamarle, perché non trasforma le emoji in una parola, ma in una intera frase.
È importante per un’azienda come Samsung stare vicino alle persone attraverso la tecnologia. Un abilitatore e un grosso strumento di opportunità. Possono essere un reale strumento di inclusione i social network. Qualcosa che per le persone che non hanno problemi sono la quotidianità, in realtà per chi è stato colpito da afasia sono diventati invece un secondo problema.
Samsung ha sviluppato anche una parte di digitalizzazione della didattica. Non per migliorare l’uso dei ragazzi che spesso sono più in gamba degli insegnanti, bensì come chiave per parlare con i millenials. È utile trovare il giusto approccio per affrontare i discorsi con i ragazzi. Soprattutto nelle scuole in ospedale, dove i ragazzi si sentono veramente fuori dal mondo. Inoltre in particolare Samsung affronta il problema del cyber-bullismo tramite “off for a day”, insegnando a ragazzi e genitori come la tecnologia può essere anche negativa e come anzi deve essere combattuta.
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L’immagine vale più di mille parole e la capiscono tutti, in tutte le lingue, senza bisogno di traduzione. La lingua è invece una barriera tra i popoli.