Robot e intelligenza artificiale nel mirino. L’europarlamento vuole una legge
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Intelligenza artificiale e robot, i deputati Ue vogliono norme per regolamentarli. A preoccupare l’Europa con lo sviluppo di queste macchine sono alcuni aspetti delicati come la responsabilità civile, l’impatto sul mercato del lavoro e i risvolti etici, dalla privacy alla tutela dei dati acquisiti e trasmessi dalle tecnologie.
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I deputati della commissione Europea hanno approvato una risoluzione con 96 voti favorevoli, 123 contrari, 85 astenuti in materia di “Norme di diritto civile sulla robotica”.
La vicepresidente della commissione giuridica Mady Delvaux ha insistito sulla necessità di creare uno status giuridico per intelligenza artificiale e robot con la prospettiva di classificare gli automi come “persone elettroniche” responsabili delle proprie azioni.
Paesi come Stati Uniti e Cina hanno già abbozzato progetti di normativa e ci sono anche alcune iniziative singole dei paesi Ue.
Ma l’Europarlamento vorrebbe definire un insieme di norme uniche e valide per tutti.
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La questione è delicata, di fronte a auto che si guidano in autonomia e macchine che decidono da sole, i danni causati dai robot con intelligenza artificiale non possono più ridursi a incidenti “tecnici”.
I deputati a questo proposito hanno chiesto l’istituzione di una assicurazione obbligatoria, dove si imponga a produttori e proprietari di robot di sottoscrivere una copertura per i danni provocati dai propri robot, la creazione di un fondo di risarcimento per la riparazione dei danni stessi e l’immatricolazione dei robot, con l’iscrizione in un registro specifico dell’Unione.
Un altro aspetto delicato riguarda il mondo del lavoro e il rischio che i robot possano sostituire forza lavoro. Da un lato la Commissione stima 825mila posti di lavoro vacanti nella “economia robotica”ì” entro il 2020 dall’altro però si stima che le macchine possano sopprimere intere categorie lavorative e provocare milioni di esuberi, come sottolinea il World economic forum (Wef).
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L’Agenzia europea propone anche una “Carta robotica” una specie di codice deontologico per gli ingegneri robotici, un codice per i comitati etici di ricerca e specifiche licenze per i progettisti.
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