Rivalutazione pensioni 2024 con IPCA e bonus 960 euro per tutelare potere d’acquisto dei pensionati

perdita del potere d’acquisto delle pensioni italiane
Il potere d’acquisto delle pensioni italiane ha subito un declino significativo negli ultimi anni, con una perdita media stimata di circa 70 euro mensili per un pensionato con un assegno lordo di 1.200 euro tra il 2009 e il 2025. Questa diminuzione corrisponde a una riduzione annua di quasi 900 euro, una soglia che incide pesantemente sul budget familiare soprattutto nelle fasce di reddito medio-basso.
Indice dei Contenuti:
Secondo l’analisi del CER (Centro Europa Ricerche) e del CUPLA (Comitato unitario dei pensionati del lavoro autonomo), l’attuale sistema di rivalutazione pensionistica non riesce a compensare adeguatamente l’inflazione reale, soprattutto per quanto riguarda le spese essenziali sostenute dagli anziani, come alimentari, energia e sanità. L’accoppiata di rivalutazioni insufficienti e un prelievo fiscale elevato aggrava ulteriormente la situazione, provocando un costante erosione del reddito disponibile.
Questa situazione compromette la capacità delle famiglie di pensionati di far fronte alle spese quotidiane; in termini pratici, la perdita è assimilabile al pagamento di sei bollette della luce o di sei mensilità di spesa alimentare. La scarsa adeguatezza delle attuali misure di perequazione conferma la necessità di riformare il meccanismo di rivalutazione per proteggere più efficacemente il potere d’acquisto delle pensioni.
proposte per la rivalutazione con l’indice ipca
Per contrastare l’erosione del potere d’acquisto delle pensioni, il rapporto congiunto di CNA, CER e CUPLA propone una revisione sostanziale del meccanismo di rivalutazione, suggerendo l’adozione dell’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (IPCA) come parametro di riferimento.
L’IPCA misura l’incremento dei prezzi in base alla reale spesa delle famiglie, includendo in maniera più precisa i beni e servizi essenziali per i pensionati, come alimentari, energia e servizi sanitari. Attualmente, la rivalutazione si basa su indici generali meno aderenti alle specifiche esigenze di questa categoria, causando una sottostima degli aumenti necessari a mantenere il potere d’acquisto originario delle pensioni.
Implementare l’IPCA come indice di riferimento garantirebbe una perequazione più equa e aderente al costo effettivo della vita quotidiana, attraverso un adeguamento automatico e sistematico delle pensioni in linea con il reale andamento dei prezzi. Tale proposta si configura come un intervento strutturale, capace di ridurre progressivamente la distanza tra pensione percepita e spese reali, contrastando così l’impoverimento delle fasce pensionistiche più vulnerabili.
Questo passaggio rappresenta una soluzione pragmaticamente condivisa, volta a una più efficace tutela del reddito previdenziale nel contesto di un’economia caratterizzata da un’inflazione volatile e da un crescente costo della vita, recuperando una funzione essenziale del sistema previdenziale che negli ultimi anni si è progressivamente indebolita.
introduzione del bonus da 960 euro per i pensionati a basso reddito
Parallelamente alla proposta di rivalutazione con l’IPCA, il rapporto del CNA, CER e CUPLA introduce una misura complementare rivolta a sostenere concretamente i pensionati con redditi più bassi, attraverso l’erogazione di un bonus annuale di 960 euro. Questo intervento mira a colmare il divario tra la pensione effettivamente percepita e il costo reale della vita, particolarmente gravoso per le fasce meno abbienti.
Il bonus è pensato per i pensionati il cui reddito da pensione annuo imponibile si colloca tra 7.800 e 15.000 euro. La soglia è stata individuata per concentrare il beneficio su coloro che più risentono della perdita del potere d’acquisto, garantendo un sostegno economico diretto e mensile pari a 80 euro circa, erogati in 12 rate.
Questa misura, oltre ad integrare la rivalutazione basata sull’IPCA, si propone di evitare che le pensioni inferiori a questa fascia si impoveriscano ulteriormente, assicurando una boccata d’ossigeno dal punto di vista finanziario. L’introduzione del bonus da 960 euro rappresenta un riconoscimento tangibile delle difficoltà economiche che affliggono milioni di pensionati italiani, offrendo un contributo destinato a mitigare gli effetti dell’inflazione sui bilanci familiari.
La stima del rapporto indica che i potenziali beneficiari di questa misura potrebbero essere circa 3,6 milioni di pensionati, un numero significativo che testimonia l’importanza sociale ed economica dell’intervento. È una risposta pragmaticamente tarata in un contesto in cui la competitività tra misure fiscali, politiche pensionistiche e dinamiche inflazionistiche richiede soluzioni mirate per tutelare adeguatamente le fasce più fragili della popolazione anziana.
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