Rischi dell’intelligenza artificiale esplorati in una mostra a Bologna
Quali sono i rischi dell’intelligenza artificiale?
La mostra When They See Us presso la Biblioteca Salaborsa di Bologna offre un’importante riflessione sui rischi associati all’intelligenza artificiale, evidenziando come la sorveglianza e il tracciamento delle nostre vite possano influenzare la nostra quotidianità. L’esposizione si concentra in particolare sui diritti digitali, in un contesto in cui la presenza pervasiva delle tecnologie può far emergere problematiche di discriminazione e disuguaglianza.
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In questo scenario, l’artista belga Dries Depoorter si distingue per il suo approccio critico all’AI. Attraverso opere provocatorie, egli stimola il pubblico a riflettere sui potenziali pericoli nascosti dietro le applicazioni di IA nella vita di tutti i giorni. L’opera Surveillance Speaker, ad esempio, utilizza un altoparlante che trasmette informazioni in tempo reale su ciò che accade nelle vicinanze, sfruttando un sistema di intelligenza artificiale che analizza le immagini acquisite da una telecamera. Questo genera una situazione di inquietudine e consapevolezza riguardo agli effetti della sorveglianza sul comportamento umano.
Un’altra opera, Jaywalking, visualizza le violazioni delle norme di attraversamento pedonale in tempo reale attraverso videocamere di sorveglianza. I visitatori sono invitati a segnalare le infrazioni alle autorità, mettendo in luce le interazioni tra il comportamento individuale e i sistemi di controllo automatizzati. Infine, Border Birds, un progetto che cattura immagini di uccelli che attraversano confini internazionali, sottolinea le complessità etiche dell’uso della tecnologia e dell’IA in contesti delicati come il monitoraggio delle migrazioni.
Le opere di Depoorter non solo illustrano i rischi legati all’IA, ma invitano anche a una riflessione approfondita su come tali tecnologie possano essere riformulate per sostenere diritti e libertà piuttosto che minacciare la privacy e la dignità umana.
Rischi legati alla sorveglianza biometrica
La crescente diffusione della sorveglianza biometrica rappresenta uno dei rischi più significativi legati all’uso dell’intelligenza artificiale. Questa tecnologia, che raccoglie e analizza dati biometrici come impronte digitali, riconoscimento facciale e iride, solleva interrogativi profondi sulla privacy e sulla libertà individuale. Sebbene la sorveglianza biometrica venga spesso giustificata come uno strumento per migliorare la sicurezza pubblica, le sue implicazioni sono tutt’altro che positive.
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Le tecnologie biometriche possono essere utilizzate per monitorare e tracciare gli individui in modi che erano impensabili in passato. Ad esempio, i sistemi di riconoscimento facciale sono installati in spazi pubblici e privati, consentendo di identificare persone in tempo reale, di profilarle e di raccogliere dati senza il loro consenso. Questo genera un contesto in cui la sorveglianza diventa una norma, minacciando non solo la privacy, ma anche la libertà di espressione e il diritto di riunione.
In aggiunta, c’è il rischio di discriminazione razziale e sociale, poiché gli algoritmi possono perpetuare bias esistenti, portando a una sorveglianza sproporzionata di certe comunità. Gli errori di identificazione possono avere conseguenze devastanti per gli individui, alimentando ingiustizie e disuguaglianze. La mostra di Bologna affronta queste problematiche, invitando i visitatori a riflettere su come la tecnologia, se non regolamentata adeguatamente, possa agire come un potente strumento di controllo sociale piuttosto che di protezione.
Il monitoraggio continuo e l’analisi dei dati biometrici pongono anche sfide legali e etiche significative, rendendo necessario un ampio dibattito pubblico su come bilanciare la sicurezza con la protezione dei diritti civili. È essenziale che, mentre la tecnologia avanza, ci sia una consapevolezza critica riguardo ai suoi effetti e che ci siano meccanismi di regolamentazione efficaci per proteggere le libertà fondamentali degli individui.
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Opere di Dries Depoorter e il loro significato
Le opere di Dries Depoorter giocano un ruolo cruciale nella mostra, offrendo un’esplorazione provocatoria delle implicazioni morali e sociali legate all’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. L’artista belga, attivo dal 2015 nel dibattito sulla sorveglianza, invita il pubblico a riflettere criticamente sulle modalità di controllo che permeano la vita quotidiana. Già all’ingresso della Biblioteca Salaborsa, il visitatore è accolto da Surveillance Speaker (2018-2024), un’installazione che utilizza un altoparlante per descrivere in tempo reale ciò che accade nell’area circostante. Attraverso un sistema di intelligenza artificiale che elabora le immagini di una telecamera, l’opera provoca una consapevolezza inquietante riguardo a come la sorveglianza influisca sul comportamento umano.
In aggiunta, Jaywalking (2015-2024) espande ulteriormente il concetto di controllo pubblico. L’opera presenta le immagini delle videocamere di sorveglianza che monitorano i pedoni in vari incroci stradali, attivando un’interazione diretta con i visitatori che possono segnalare le infrazioni premendo un pulsante per avvisare le autorità locali. Questo non solo mette in evidenza l’enorme potere delle tecnologie di sorveglianza, ma complica anche le dinamiche tra individualità e controllo sociale.
Infine, Border Birds, il progetto più poetico di Depoorter, utilizza telecamere e algoritmi di intelligenza artificiale per registrare il passaggio di uccelli attraverso le frontiere internazionali. Questa iniziativa, avviata tra marzo e aprile 2022, ha monitorato oltre 3.474 uccelli lungo i confini tra Messico e Stati Uniti, Marocco e Spagna, Grecia e Turchia, Francia e Inghilterra. Attraverso questa opera, l’artista non solo esplora temi complessi legati alla migrazione e alle frontiere, ma solleva anche questioni di etica riguardanti l’uso della tecnologia per monitorare la vita selvaggia.
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Le opere di Depoorter enfatizzano pertanto l’urgenza di una riflessione approfondita sulle implicazioni del monitoraggio automatizzato, invitando il pubblico a confrontarsi con il potere insito nelle tecnologie contemporanee e a concepire il loro utilizzo in modi che rispettino i diritti e la dignità umana.
Eventi correlati alla mostra
In concomitanza con la mostra di Dries Depoorter, l’organizzazione Tactical Tech presenta The Glass Room: Misinformation Edition, un progetto mirato a esplorare la visualizzazione dei dati. Questa installazione invita i visitatori a riflettere su come i social media e il web influenzino le informazioni che riceviamo quotidianamente. Composta da poster informativi, applicazioni interattive e animazioni, l’installazione mette in evidenza i rischi derivanti da una sorveglianza invisibile e disuguale, dimostrando come tali minacce interessino gran parte della nostra vita digitale.
Un evento di particolare rilievo sarà la tavola rotonda intitolata “Che cos’è un autore – Creare con le intelligenze artificiali generative”, che si terrà presso l’Auditorium Biagi il 25 settembre alle 15.30. Organizzata da Sineglossa e Cineca, questa discussione si concentrerà sull’impatto dell’IA sulla nozione di autorialità, con interventi di esperti del settore, tra cui Giovanni Leghissa e Maurizio Lana, insieme a vari artisti e scrittori. Questo incontro è parte dei progetti europei GRIN S+T+ARTS ed ELECTRONIC DIGITAL DEAL, cofinanziati dall’UE e patrocinati dal Comune di Bologna, e offrirà spunti fondamentali sulle sfide contemporanee legate all’uso dell’intelligenza artificiale.
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Le attività proposte presentano un’importante opportunità per il pubblico di approfondire la discussione riguardante i rischi e le potenzialità dell’intelligenza artificiale, esaminando come queste tematiche si intersechino con la creatività, la privacy e i diritti umani. La mostra, insieme agli eventi correlati, offre una piattaforma per confrontarsi attivamente con le questioni emergenti che l’AI pone nella nostra società.
Implicazioni sui diritti digitali
L’impatto dell’intelligenza artificiale sui diritti digitali è un tema di crescente rilevanza, che la mostra When They See Us affronta con serietà e urgenza. Con la diffusione di sistemi di sorveglianza biometrica e l’uso di algoritmi di controllo, emergono sfide senza precedenti riguardo alla privacy, alla libertà di espressione e all’equità sociale. All’interno di questo contesto, la capacità delle tecnologie di influenzare i diritti umani diventa una preoccupazione centrale.
Un aspetto cruciale è la vulnerabilità dei dati personali: la raccolta e l’analisi massiva di informazioni possono essere impiegate per discriminare individui e gruppi, negando l’essenza della dignità e dei diritti umani. La sorveglianza prolungata può portare a una cultura del controllo, in cui ogni azione è monitorata e giudicata, limitando la libertà individuale. Gli individui che si trovano a vivere in contesti iper-sorvegliati possono sentirsi minacciati e in pericolo, rendendo impossibile l’esercizio di diritti elementari come quello alla libera espressione.
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Inoltre, la questione della responsabilità legale diventa critica. Chi è responsabile quando un algoritmo discrimina? Le aziende tecnologiche, le autorità governative o gli sviluppatori di software? In assenza di normative chiare, gli utenti possono diventare vittime di sistemi che operano senza trasparenza. Questo solleva interrogativi fondamentali sulle regole del diritto digitale e la loro applicazione pratica sul campo.
La mostra di Bologna funge quindi da piattaforma per riflessioni profonde sul futuro dei diritti digitali, incoraggiando i visitatori a considerare con attenzione le dinamiche di potere che si instaurano tra tecnologia e società. Le opere presentate non sono soltanto forme artistiche, ma veri e propri strumenti di sensibilizzazione e catalizzatori di discussione sulle normative e le salvaguardie necessarie per garantire che l’intelligenza artificiale venga utilizzata al servizio dell’umanità, piuttosto che come strumento di oppressione.
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