I rischi dei pagamenti tramite smartphone NFC: Trojan e virus arrivano sui dispositivi mobili ecco come cautelarsi
Sviluppo dell’e-commerce ed avvento della tecnologia digitale, oltre ad aver enormemente incrementato il numero di transazioni compiute via web tramite circuiti PostePay, American Express etc., hanno prodotto la nascita di un ulteriore frontiera tecnologica, quella dei pagamenti effettuati tramite smartphone.
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Grazie infatti all’innovativa tecnologia Nfc (Near field communication), migliaia di utenti ogni giorno effettuano transazioni commerciali direttamente col proprio cellulare, ormai divenuto una sorta di seconda carta di pagamento.
Si tratta di una pratica ormai diffusissima, e stando ai numeri forniti dall’Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano il comparto ad oggi movimenta qualcosa come 1 miliardo di euro; stando alle ultime stime il giro d’affari è addirittura destinato a crescere (nel 2016 si dovrebbe toccare quota 5 miliardi di euro), cosa che ha messo in allarme esperti e addetti al settore riguardo alle possibili criticità connesse all’utilizzo di questo particolare sistema di pagamento.
Un volume d’affari talmente elevato attira di fatto ogni giorno centinaia di hacker pronti a violare gli smartphone altrui, ecco che l’adozione di alcuni piccoli accorgimenti diventa fondamentale per evitare di incappare in brutte sorprese.
Il meccanismo tramite il quale avviane il pagamento di fatto è semplice: all’interno del cellulare, cui è stato associato uno strumento di pagamento elettronico (ovvero una carta di credito, debito o prepagata) a sua volta legato ai circuiti di pagamento comunemente utilizzati, viene inserita una speciale sim che, posta in prossimità dei tradizionali posse, permette di effettuare rapidi pagamenti; per poter attivare il servizio è necessario sottoscrivere un conto corrente cui agganciare la sim del cellulare, la propria carta di credito e il particolare modello di smartphone.
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La violazione dall’esterno di quest’ultimo potrebbe dunque mettere a rischio l’intera catena, e il fatto che per autorizzare transazioni superiori ai 25 euro l’utente debba immettere uno speciale codice non è sufficiente a scongiurare hackeraggi informatici. Le possibili falle di sicurezza non risiedono tuttavia nella tecnologia Nfc quanto piuttosto nell’app impiegata per effettuare le transazioni, basta dunque tenere costantemente aggiornati antivirus e sistema operativo per prevenire ogni rischio.
Il virus più impiegato dai malintenzionati è generalmente il trojan, costruito in particolare per sottrarre i dati identificativi del titolare e quelli relativi alla carta di credito associata alla sim dello smartphone; oltre a tenere l’antivirus aggiornato, è dunque buona norma custodire lo smartphone stesso con la stessa attenzione che si riserva generalmente alle proprie carte di credito o ai propri contanti. Utilizzando questi piccoli accorgimenti, ogni transazione sarà più sicura.
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