Risarcimento danni da 110 milioni di dollari per lo scaricamento di film illegali proposto da Isohunt alle Major americane
Si dovrà attendere il 5 dicembre prossimo per sapere quale sarà il verdetto del tribunale degli Stati Uniti sul caso della piattaforma canadese IsoHunt: nel frattempo il fondatore del sito e le major di Hollywood si sono messi d’accordo sulla cifra del risarcimento, 110 milioni di dollari.
Dopo sette anni di interminabili battaglie legali e prima che il tribunale ritorni sull’accaduto, Gary Fung, fondatore e CEO del sito canadesee la Motion Picture Association of America (MPAA), rappresentante degli interessi di Hollywood, hanno trovato un accordo unilaterale: chiudere IsoHunt, assieme ai siti secondari come TorrenTBox e Podtropolis, e rifondare i danni subiti ai legittimi possessori dei diritti d’autore.
Le soluzioni tentate per non dover arrivare a interrompere definitivamente il servizio sono state delle più varie, dalla limitazione dei link al sito, alla chiusura momentanea e parziale della piattaforma, ma alla fine nessuna è stata reputata opportuna dalla Corte americana e dalla MPAA, ritenendo ancora il sito in difetto nei confronti del diritto d’autore.
Gary Fung, nella difesa della sua creatura, ha portato spesso l’attenzione sul fatto che si trattasse solo di un motore di ricerca, specializzato nella ricerca di file torrent, e non di un mezzo attraverso il quale scaricare illegalmente materiale sottoposto a copyright. L’accostamento con i più comuni motori di ricerca ha sortito come unico effetto l’entrata in campo di Google, che finora se ne era tenuto fuori.
Il colosso americano, preoccupato per le possibili restrizioni cui il motore di ricerca potrebbe essere sottoposto e le limitazioni d’uso in cui ricadrebbe YouTube, diversamente da altre occasioni in cui aveva cercato di mantenere una certa neutralità (ad esempio, per il caso di The Pirate Bay) ha schierato i suoi avvocati, parteggiando per la Corte americana.
La posta in gioco questa volta è il safe harbor, cioè il porto franco per gli intermediatori garantito dal Digital Millenium Copyright Act (DMCA). Stesso DMCA cui si era rivolto anche Gary Fung, prima di essere giudicato responsabile dell’indicizzazione di materiale audiovisivo in violazione al diritto d’autore dalla Corte californiana.
L’accusa rivolta al Ceo di IsoHunt è quella di aver guadagnato sulla condivisione dei link e del materiale pirata, e di aver spronato gli utenti a fornire contenuti anche senza copyright, anzi soprattutto senza: da uno studio, considerato valido dal tribunale, è emerso che i file illeciti sul sito erano più del 90% del totale.
Ma la questione in realtà non si è risolta. Il problema della pirateria rimane, e non vi è una soluzione percorribile tra quelle suggerite dalla major di Hollywood, completamente richiuse su se stesse, e il mondo esterno che vede ancora come principale mezzo di diffusione dei prodotti lo scambio non sempre lecito dei file tra utenti.