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Ripresa economica post crisi 2008: la nuova iniziativa dell’UE sulla cartolarizzazione per il futuro

  • Redazione Assodigitale
  • 17 Giugno 2025
Ripresa economica post crisi 2008: la nuova iniziativa dell'UE sulla cartolarizzazione per il futuro

Securitizzazione: un’opportunità di rilancio economico

La securitizzazione si presenta oggi come un’opportunità cruciale per il rilancio dell’economia europea, permettendo di mobilitare capitali in un contesto di risorse limitate e investimenti cauti. Questo strumento finanziario, pur avendo alimentato la crisi del 2008, ha ora il potenziale di favorire il flusso di liquidità necessario per sostenere le politiche verdi, digitali e di difesa della Commissione Europea. La Commissione Europea ha identificato la securitizzazione come un metodo per liberare capitali, consentendo alle banche di vendere i loro prestiti a terzi, riducendo così il carico sui loro bilanci e aumentando la disponibilità di fondi per nuove attività economiche.

La trasformazione dei prestiti in titoli di debito vendibili offre agli investitori l’opportunità di acquistare questi titoli a un prezzo scontato, incentivando la circolazione del denaro. Le istituzioni creditizie, liberandosi delle passività, possono generare i fondi necessari per prestare nuovamente a piccole e medie imprese, stimolando così la crescita economica. Tuttavia, è fondamentale considerare i rischi associati: la presenza di un debitore iniziale implica che eventuali inadempimenti possano innescare effetti a catena. Pertanto, un bilanciamento delicato tra opportunità di crescita e adeguate misure di protezione degli investitori diventa essenziale.

Il Commissioner for Financial Services, Maria Luís Albuquerque, ha sottolineato che l’obiettivo primario è rilanciare il mercato della securitizzazione nell’Unione Europea, evitando l’errore dell’approccio eccessivamente rigido del passato. La necessità di rimuovere inutili ostacoli normativi, a favore di una maggiore efficienza del mercato, è evidente nel contesto attuale, in cui la competitività dell’Europa deve essere sostenuta da fonti di finanziamento fresche e accessibili. È tempo di rivalutare e calibrare le regole che governano la securitizzazione, affinché questo strumento possa efficacemente contribuire alla tenuta e al progresso economico dell’Unione Europea.

La storia della securitizzazione nell’UE: dalle crisi alle riforme

La securitizzazione ha attraversato fasi tumultuose nell’Unione Europea, segnate da eventi che hanno cambiato radicalmente il panorama finanziario. Inizialmente, questo strumento era visto come un mezzo efficace per trasferire il rischio e mobilitare capitali, fino a quando la sua applicazione scorretta ha contribuito alla crisi finanziaria del 2008. Le pratiche di securitizzazione di prestiti subprime, poco trasparenti e fortemente speculative, hanno portato a una grave perdita di fiducia tra gli investitori, costringendo le autorità di regolamentazione a intervenire con misure rigorose. La regolamentazione post-crisi, sebbene necessaria, ha talvolta superato, imponendo vincoli che hanno frenato la crescita del mercato.

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Nel tentativo di ripristinare la stabilità, le istituzioni europee hanno introdotto leggi mirate a garantire maggiore trasparenza e protezioni per gli investitori. Questo processo ha portato a una regolamentazione più severa, ma ha anche rallentato la ripresa del mercato della securitizzazione stessa. Con l’intervento della Commissione Europea e l’approccio rinnovato dell’attuale governo, emerge un’inversione di rotta. Maria Luís Albuquerque ha dichiarato che, pur essendo un componente che ha avuto il suo peso nella crisi passata, la securitizzazione deve essere riabilitata come strumento di sviluppo economico, sostenendo esigenze di finanziamento attuali e future.

Dopo anni di ponderazioni legate ai fallimenti del passato, si delinea ora una strategia per “rilanciare il mercato della securitizzazione” mediante una regolamentazione meno soffocante che favorisca investimenti consapevoli. La Commissione sta promuovendo un approccio bilanciato in cui le necessarie misure di protezione degli investitori coesistano con la flessibilità richiesta per incentivare la crescita. Ciò comporta un’analisi dei rischi legati a pratiche di investimento ed emissione in un contesto di fiducia rinnovata nel mercato, essenziale per il suo futuro successo e per la competitività dell’Unione Europea.

Il nuovo approccio dell’Unione Europea alla regolamentazione

Il recente approccio dell’Unione Europea alla regolamentazione della securitizzazione segna un cambiamento significativo nel modo in cui questo strumento finanziario viene percepito e utilizzato. Negli anni immediatamente successivi alla crisi del 2008, la securitizzazione era considerata un catalizzatore della crisi stessa, spingendo a una regolamentazione rigida e restrittiva. Oggi, il contesto è mutato: si riconosce che la regolamentazione, sebbene necessaria, ha in alcuni casi bloccato le potenzialità di crescita del mercato. La Commissione Europea, sotto la guida del Commissioner for Financial Services, Maria Luís Albuquerque, sta quindi cercando di trovare un equilibrio tra la protezione degli investitori e la necessità di stimolare il mercato.

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Le recenti proposte riguardano una semplificazione delle norme, mirando a facilitare l’accesso per operatori già noti nel sistema. In questo modo, si intende ridurre i costi operativi per gli emittenti e gli investitori, mantenendo al contempo adeguati standard di trasparenza e supervisione. Questa nuova regolamentazione si propone di eliminare le barriere eccessive che, negli ultimi anni, hanno ostacolato l’attività di securitizzazione, rendendo più flessibile la risposta del mercato alle necessità di finanziamento dell’economia europea.

In particolare, il tentativo di privilegiare una governance più leggera dovrebbe incoraggiare l’emergere di nuovi investitori e opportunità di finanziamento. Questo approccio pragmatico è finalizzato a ripristinare la fiducia degli investitori nel mercato della securitizzazione, promuovendo misure che assicurino la trasparenza delle operazioni e garantiscano la solidità del sistema finanziario. Senza dubbio, la Commissione mira a dimostrare che la securitizzazione, se gestita adeguatamente, rappresenta un’opportunità per infondere nuova liquidità nei mercati e sostenere ambiziosi progetti di sviluppo economico nell’Unione Europea.

Rischi e benefici della securitizzazione nel contesto attuale

Nel contesto economico attuale, la securitizzazione presenta una serie di rischi e benefici che richiedono un’attenta considerazione da parte di tutte le parti coinvolte. Da un lato, la securitizzazione permette alle banche di liberare capitale, facilitando l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, un fattore cruciale per stimolare la crescita economica in un’Unione Europea che affronta sfide significative. Mancanza di liquidità e riluttanza ad investire in asset rischiosi hanno portato a una stagnazione economica, e l’opportunità di utilizzare la securitizzazione può fungere da catalizzatore per la ripresa.

Tuttavia, al di là dei benefici, è fondamentale non trascurare i rischi potenziali. La principale preoccupazione riguarda il fatto che, nonostante le misure di protezione implementate, ogni forma di securitizzazione mantiene al suo interno un debitore originario, la cui insolvenza può causare una reazione a catena nei mercati. Le esperienze passate, in particolare quella legata alla crisi del 2008, mettono in evidenza come comportamenti imprudenti e mancanza di trasparenza possano portare a eventi destabilizzanti. La sfida sta nel trovare un equilibrio tra l’incentivazione dell’uso di questo strumento e la necessità di stabilire salvaguardie operative per evitare ripetizioni degli errori del passato.

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Il Commissioner for Financial Services, Maria Luís Albuquerque, è categorica nel sottolineare che si tratta di un’opportunità, ma non può essere affrontata con leggerezza. L’indirizzo normativo attuale favorisce un approccio equilibrato, nel quale la deregulation non significhi assenza di regole, ma una razionalizzazione delle stesse. Occorre quindi monitorare costantemente la solidità del sistema e la compliance degli operatori, affinché la securitizzazione possa effettivamente contribuire alla vitalità economica dell’UE senza compromettere la stabilità finanziaria.

Obiettivi futuri: sostenere la crescita e la competitività europea

Gli obiettivi futuri della Commissione Europea sono chiaramente delineati: stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività dell’Unione attraverso un uso strategico della securitizzazione. Questo strumento, se attuato con le giuste misure di protezione e oversight, offre un canale promettente per canalizzare capitali verso settori chiave come l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e la difesa. Le intenzioni sono di ricreare un ambiente economico fertile, sostituendo la stagnazione attuale con flussi di liquidità adatti a sostenere investimenti di qualità.

Un passo decisivo in questa direzione sarà la revisione e l’aggiornamento delle attuali normative, per assicurare che il mercato della securitizzazione possa funzionare in modo efficiente senza essere eccessivamente frenato da regole onerose. Ciò significa anche migliorare l’accessibilità per gli operatori già ben integrati nel sistema, semplificando le procedure e riducendo i costi operativi. La Commissione riconosce l’importanza di ottimizzare i processi di emissione e investimento, garantendo però che la trasparenza e la protezione degli investitori rimangano sempre prioritarie.

Inoltre, si prevede l’introduzione di incentivi per attrarre nuovi investitori e stimolare l’interesse verso la securitizzazione, rinforzando così l’ecosistema finanziario europeo. Questo approccio integrato è essenziale per garantire che l’Unione Europea possa affrontare con resilienza le sfide future, inclusi gli shock economici globali e le crescenti esigenze di finanziamento legate alla transizione verso un’economia più verde e digitale. L’obbiettivo è chiaramente quello di sfruttare il potenziale di questo strumento finanziario in modo strategico, promuovendo al contempo una crescita sostenuta e inclusiva per tutte le economie degli Stati membri.

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