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Rimborso TARI: guida passo passo per richiedere il rimborso sui pagamenti eccessivi

  • Redazione Assodigitale
  • 25 Gennaio 2025
Rimborso TARI: guida passo passo per richiedere il rimborso sui pagamenti eccessivi

Come chiedere il rimborso della TARI: guida passo passo

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Per procedere con la richiesta di rimborso della TARI, i contribuenti devono seguire una serie di passi fondamentali che garantiranno una corretta presentazione dell’istanza. Il primo step consiste nel verificare se il Comune di residenza ha applicato l’IVA sulla tassa per i rifiuti. Questa verifica è cruciale, in quanto l’eventuale applicazione dell’IVA rende legittima la richiesta di rimborso. Ricordiamo che la TARI non può essere soggetta a un’imposta sul valore aggiunto, poiché già di per sé una tassa.

Indice dei Contenuti:
  • Rimborso TARI: guida passo passo per richiedere il rimborso sui pagamenti eccessivi
  • Come chiedere il rimborso della TARI: guida passo passo
  • Normativa della TARI e possibilità di rimborso
  • IVA sulla TARI: chiarimenti e motivazioni
  • Procedure per richiedere il rimborso
  • Termini e scadenze per la richiesta di rimborso


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Una volta accertata la presenza dell’IVA, il contribuente deve raccogliere tutta la documentazione necessaria. È opportuno mettere insieme i giustificativi di pagamento della TARI degli ultimi dieci anni, inclusi ricevute e avvisi di pagamento che riportino gli importi versati. Questi documenti saranno fondamentali per quantificare l’importo effettivamente richiesto a rimborso.

Successivamente, occorre redigere un’istanza di rimborso. Questo scritto deve essere formulato in maniera chiara e concisa, specificando il motivo della richiesta e allegando la documentazione reperita. È consigliabile inviare l’istanza all’Ufficio Tributi del proprio Comune di residenza, tramite posta raccomandata o, se attivo, attraverso gli sportelli online. In tal modo si avrà una prova dell’invio, elemento utile in caso di contestazioni.


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Si raccomanda, infine, di conservare una copia dell’istanza e della documentazione inviata, così da avere sempre a disposizione le informazioni necessarie per eventuali futuri chiarimenti o follow-up con l’ente comunale.

Normativa della TARI e possibilità di rimborso

La TARI, ovvero la Tassa sui Rifiuti, è disciplinata dalle disposizioni contenute nella Legge n. 147/2013, la quale ha previsto la sua introduzione nell’ambito della nuova IUC (Imposta Unica Comunale). Essa sostituisce le precedenti forme di tassazione sui rifiuti, come la TARSU, la TIA e la TARES. La TARI viene calcolata principalmente in base alla superficie della proprietà e al numero dei componenti del nucleo familiare, senza tener conto della specifica quantità di rifiuti prodotti. Questo la colloca in una categoria di tributi che non funziona come una fee per servizi forniti, ma piuttosto come un onere fiscale generale.

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Negli ultimi anni, è emersa la possibilità di richiedere rimborsi per importi eventualmente pagati in eccesso. Questa opportunità risulta particolarmente rilevante per i contribuenti che si accorgono di aver sostenuto spese indebite, in particolare quando un Comune ha applicato l’IVA sulla TARI. È importante sottolineare che, secondo la normativa vigente e i precedenti giuridici, l’applicazione dell’IVA su un tributo come la TARI è considerata illegittima, poiché equivale a tassare un’imposta con un’altra imposizione fiscale. Questa situazione pregiudica il diritto del contribuente e apre la strada per la richiesta di rimborso delle somme versate indebitamente.

Quando si parla di rimborso, i contribuenti possono cercare di recuperare l’importo pagato negli ultimi dieci anni, come previsto dall’articolo 2946 del Codice Civile. È fondamentale, quindi, che chi ritiene di avere diritto a un rimborso non solo comprenda la normativa che regola la TARI, ma anche la possibilità concreta di reazione legale per rivendicare quanto corrisposto senza giusta causa.

IVA sulla TARI: chiarimenti e motivazioni

La questione dell’applicazione dell’IVA sulla TARI è di fondamentale importanza per tutti i contribuenti che desiderano verificare la legittimità delle somme versate. In primo luogo, è essenziale chiarire che la TARI è classificata come tassa, pertanto non può essere soggetta all’Imposta sul Valore Aggiunto. Questo principio è stato ribadito in numerose sentenze dalle corti italiane, stabilendo che l’applicazione dell’IVA su una tassa già esistente rappresenta una violazione normativa. Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, la TARI non deve includere IVA poiché l’imposizione di un’imposta sul tributo stesso comporterebbe una tassazione ingiustificata, conosciuta anche come “tassa su tassa”.

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In particolare, l’orientamento giurisprudenziale ha consacrato l’idea che l’IVA non possa gravare su tributi a carico dei cittadini. La Corte Costituzionale ha infatti evidenziato aspetti d’incostituzionalità in casi simili, confermando che i contribuenti hanno il diritto di chiedere la restituzione di quanto erroneamente pagato in virtù di un’applicazione impropria dell’IVA.

È fondamentale che le famiglie verifichino anzitutto se nel loro caso specifico sia stata applicata tale imposta. Qualora fosse così, il diritto al rimborso si estende a un periodo di dieci anni, come previsto dall’articolo 2946 del Codice Civile, rendendo necessario per ogni contribuente intraprendere l’adeguata azione legale per recuperare le somme versate in modo indebito. Questa possibilità di rimborso offre un’importante via di recupero economico per le famiglie che si sono trovate a sostenere anomalie fiscali, offrendo loro la chance di ottenere un risarcimento per importi che non avrebbero dovuto essere pagati.

Procedure per richiedere il rimborso

Per avviare correttamente la richiesta di rimborso riguardante la TARI, è fondamentale seguire un iter preciso che permette di massimizzare le possibilità di successo. In prima istanza, il contribuente deve redigere un’**istanza formale** che indichi esplicitamente la richiesta di rimborso per l’importo versato in eccesso a causa dell’applicazione dell’IVA. Questa istanza deve includere dati essenziali quali il nome, il cognome, il Codice Fiscale e l’indirizzo di residenza del richiedente, nonché la specificazione dell’importo totale pagato negli ultimi dieci anni.

Inoltre, è importante raccogliere e allegare alla richiesta **tutta la documentazione probante** necessaria. Questo può includere ricevute di pagamento della TARI, avvisi di pagamento, o estratti conto che confermino le somme versate. Effettuare questa raccolta con attenzione è cruciale, in quanto costituirà la base della richiesta di rimborso presso l’Ufficio Tributi del Comune.

Una volta pronta la documentazione, l’istanza deve essere inviata all’Ufficio Tributi competente. Si consiglia di utilizzare una **forma di invio tracciabile**, come la posta raccomandata, per avere una prova del ricevimento. Alcuni Comuni offrono anche servizi online per l’inoltro delle richieste, che possono semplificare la procedura.

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È buona norma conservare una copia dell’istanza e della documentazione allegata, poiché potrebbero essere richieste in caso di necessità di ulteriori interventi o chiarimenti. Seguendo questi passaggi in modo scrupoloso, i contribuenti possono procedere con sicurezza verso la richiesta di rimborso che, se accettata, può comportare un’importante ripresa economica.

Termini e scadenze per la richiesta di rimborso

Per i contribuenti che intendono richiedere il rimborso della TARI indebitamente versata, è cruciale prestare attenzione ai termini e alle scadenze previste dalla normativa fiscale. Secondo le disposizioni vigenti, il diritto al rimborso delle somme versate indebitamente si prescrive in 10 anni, come stabilito dall’articolo 2946 del Codice Civile. Questo significa che i contribuenti hanno a disposizione un decennio per presentare ufficialmente la propria richiesta e recuperare gli importi versati erroneamente.

È fondamentale essere consapevoli che la decorrenza del termine di prescrizione inizia a partire dalla data del pagamento delle somme a titolo di TARI. Pertanto, per fare richiesta di rimborso è necessario calcolare correttamente i pagamenti effettuati negli ultimi 10 anni, in modo da non oltrepassare la scadenza prevista. Se un contribuente presenta la richiesta di rimborso dopo il decorso di questo termine, l’istanza risulterà inammissibile.

È consigliabile inviare la richiesta il prima possibile, affinché non possano sorgere problemi di tempistiche. Alcuni Comuni potrebbero stabilire scadenze specifiche per la presentazione delle domande di rimborso, quindi è opportuno informarsi presso l’Ufficio Tributi locale. In generale, il periodo migliore per presentare la richiesta è subito dopo aver verificato l’applicazione dell’IVA sulla TARI e raccolto la documentazione necessaria. Tenere in considerazione queste tempistiche rappresenta un passo fondamentale per garantire il successo della propria richiesta e per non perdere l’opportunità di recuperare somme che, di fatto, non avrebbero dovuto essere versate.


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