Riforma sulle successioni e donazioni: spiegazioni dettagliate dall’Agenzia delle entrate

Riforma dell’imposta sulle successioni e donazioni: le novità e le implicazioni
L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n°3/2025, ha fornito chiarimenti puntuali riguardo la riforma dell’imposta sulle successioni e donazioni, introducendo novità significative che meritano attenzione. La riforma rappresenta un cambiamento profondo nella gestione fiscale delle successioni, spostando la responsabilità del calcolo e del versamento dell’imposta direttamente sui contribuenti, attraverso un regime di autoliquidazione. Questo nuova modalità implica che i soggetti obbligati dovranno calcolare autonomamente l’imposta dovuta al momento della presentazione della dichiarazione di successione, seguendo le disposizioni dell’art. 33 del Testo Unico delle Successioni (D.Lgs. n°346/1990). Le novità normative non si limitano al solo calcolo, ma includono anche cambiamenti nelle categorie fiscali e nella gestione degli errori e delle irregolarità.
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La riforma ha ridefinito le categorie dell’imposta, sostituendo la precedente definizione di imposta suppletiva con concetti più pragmatici e funzionali. L’imposta principale comprende non solo l’importo autoliquidato dai contribuenti, ma anche quello liquidato dagli uffici dopo verifiche sulla regolarità. Inoltre, è stato riaffermato il ruolo dell’imposta complementare, che si applica agli importi corretti in seguito ad accertamenti. Questo assetto normativo si propone di offrire un quadro di riferimento chiaro e coerente, garantendo continuità con le pratiche già consolidate e facilitando l’adeguamento dei contribuenti alle nuove disposizioni.
Autoliquidazione dell’imposta di successione: il nuovo approccio normativo
Con l’introduzione del nuovo articolo 27, comma 2 del Testo Unico delle Successioni, la riforma ha segnato un cambio di paradigma significativo nell’ambito della tassazione delle successioni. I contribuenti sono ora chiamati a calcolare autonomamente l’imposta sulle successioni, basandosi sulla dichiarazione di successione presentata, in conformità con le indicazioni stabilite dall’articolo 33 dello stesso TUS. Questo approccio di autoliquidazione, esteso anche alle dichiarazioni sostitutive o integrative, sposta la responsabilità fiscale sui soggetti obbligati, eliminando il precedente sistema in cui l’Agenzia delle Entrate gestiva la liquidazione. È fondamentale che i contribuenti si familiarizzino con le modalità di calcolo e versamento dell’imposta, utilizzando il modello F24 e il codice tributo 1539, istituito per facilitare questo nuovo processo.
Il passaggio alla modalità di autoliquidazione implica non solo un maggior onere per i contribuenti, ma anche una maggiore opportunità per la semplificazione e la trasparenza fiscale. Le categorie della nuova legge hanno subito una revisione per allinearsi a questo approccio, garantendo una definizione chiara di cosa si intenda per imposta principale e complementare. Questo nuovo assetto non solo mantiene coerenza con le pratiche già in essere, ma si propone di semplificare il processo di monitoraggio e intervento da parte dell’Agenzia, consentendo ai contribuenti di gestire la propria situazione fiscale in modo più diretto e consapevole.
Controlli e verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate
Il nuovo regime di autoliquidazione dell’imposta sulle successioni non esclude l’intervento attivo dell’Agenzia delle Entrate, che continua a esercitare un ruolo cruciale nel controllo delle dichiarazioni e dei versamenti effettuati dai contribuenti. In base a quanto disposto dal comma 2 dell’articolo 33 del Testo Unico delle Successioni, l’Agenzia ha la facoltà di avvalersi di procedure automatizzate per monitorare la regolarità dell’autoliquidazione, verificando la coerenza tra quanto dichiarato dai contribuenti e la documentazione presentata.
Durante il processo di liquidazione, gli uffici possono intervenire per correggere errori materiali o di calcolo che incidono sulla base imponibile e sull’imposta dovuta. Inoltre, se vengono riscontrate passività non deducibili o eccedenti i limiti stabiliti, così come riduzioni o detrazioni non spettanti, l’Agenzia ha il compito di rettificare l’importo complessivo. Nel caso di accertamenti che portano a un’imposta maggiore rispetto a quella autoliquidata, l’avviso di liquidazione deve essere notificato entro due anni dalla presentazione della dichiarazione, evidenziando le correzioni eseguite e l’importo residuo da versare.
Per garantire un’esecuzione fluida del processo fiscale, il contribuente ha a disposizione 60 giorni per effettuare il pagamento della differenza d’imposta dovuta, compresa la sanzione amministrativa e gli interessi eventualmente maturati. In tal senso, l’Agenzia delle Entrate ha previsto specifici codici tributo per la segnalazione delle somme dovute, assicurando una gestione più organizzata e trasparente delle verifiche.
Scadenze e modalità di pagamento dell’imposta autoliquidata
Il nuovo articolo 37 del Testo Unico delle Successioni introduce scadenze specifiche per il versamento dell’imposta autoliquidata, fissando i termini a 90 giorni dalla data di presentazione della dichiarazione. Per fare un esempio pratico, se la successione si apre il 22 ottobre 2025, i contribuenti dovranno presentare la dichiarazione entro il 22 ottobre 2026 e provvedere al pagamento dell’imposta entro il 20 gennaio 2027. Questa nuova disposizione mira a semplificare il processo e garantire che i contribuenti rispettino le scadenze senza incertezze.
Inoltre, è prevista la possibilità di rateizzazione del pagamento. I contribuenti possono optare per versare almeno il 20% dell’imposta entro il termine di 90 giorni e dividere il resto in rate trimestrali. Per somme superiori a 20.000 euro, è consentita una suddivisione in 12 rate trimestrali. Tuttavia, è importante notare che la rateizzazione non è disponibile per importi inferiori a 1.000 euro e l’opzione per il pagamento rateale deve essere specificata all’interno della dichiarazione di successione.
Per le imposte correlate a beni immobili o diritti reali, i contribuenti sono tenuti a saldare anche le imposte ipotecarie e catastali, le tasse per i servizi e l’imposta di bollo, utilizzando il codice tributo 1532, specificamente dedicato a queste somme. Questa struttura normativa offre ai contribuenti un quadro chiaro sulle modalità di pagamento e sulla gestione delle scadenze, facilitando una maggiore compliance fiscale in un contesto di maggiore autonomia e responsabilità.
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