Riforma pensioni 60 anni con riscatto agevolato laurea per prepensionamento facilitato

Pensione a 60 anni: la proposta che cambia le regole
La proposta di introdurre la pensione a 60 anni rappresenta un significativo cambio di paradigma nel sistema previdenziale italiano. In risposta all’aumento previsto dei requisiti pensionistici dal 2027, questa iniziativa mira a offrire un’uscita anticipata dal lavoro, specialmente per categorie come i docenti, maggiormente esposte a condizioni di stress e burnout. La misura è sostenuta dalla petizione popolare promossa dall’ANIEF e ha trovato concretezza nel Disegno di legge n. 1413/2025, presentato al Senato dalla senatrice Carmela Bucalo di Fratelli d’Italia.
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L’obiettivo principale è garantire un ricambio generazionale più rapido e valorizzare il lavoro svolto da chi opera nel settore pubblico. L’accesso alla pensione a 60 anni, basato su criteri precisi e sul riscatto agevolato degli anni di laurea, ridefinisce i parametri finora rigidamente fissati dalla legge Fornero, offrendo un’alternativa concreta alla stagnazione del sistema previdenziale attuale. Si tratta di un tentativo di bilanciare tutela del lavoratore e sostenibilità finanziaria del sistema, aprendo la strada a potenziali applicazioni anche in altri comparti al di là del settore scuola.


Riscatto agevolato della laurea: come funziona e chi ne beneficia
Il meccanismo del riscatto agevolato della laurea costituisce l’elemento centrale della proposta per la pensione anticipata a 60 anni. Questa misura mira a consentire ai lavoratori, in particolare ai laureati, di “recuperare” gli anni di studio universitario ai fini pensionistici a un costo significativamente ridotto rispetto agli oneri attuali. Il Disegno di legge n. 1413/2025 propone infatti di fissare il costo annuale del riscatto a 900 euro per ogni anno di corso di laurea, rendendo così accessibile il completamento del requisito contributivo necessario per l’uscita dal lavoro anticipata.
La ratio di questa agevolazione nasce dalla considerazione che molti laureati iniziano la loro carriera lavorativa in età avanzata, spesso oltre i 26-27 anni, e che con le regole vigenti rischiano di dover lavorare fino a 67 anni per raggiungere i requisiti pensionistici standard. Riducendo il costo del riscatto, si permette di coprire fino a 5 anni di studio, permettendo un anticipo significativo nell’accesso alla pensione e mitigando così l’impatto degli adeguamenti automatici ai requisiti anagrafici legati alla speranza di vita.
In prima battuta, il vantaggio riguarda i docenti e gli operatori del settore pubblico con laurea, soggetti alla crescente pressione derivante da normative rigide e condizioni lavorative spesso gravose. Tuttavia, l’applicabilità del riscatto agevolato potrebbe estendersi progressivamente ad altre categorie di lavoratori laureati nel settore privato, rappresentando un modello di flessibilità previdenziale che risponde alle esigenze di una forza lavoro sempre più qualificata e tardiva nell’ingresso nel mercato del lavoro.
Implicazioni della riforma e possibili scenari futuri
Le proposte contenute nel DDL 1413/2025 potrebbero innescare un profondo cambiamento nel sistema pensionistico italiano, segnando l’inizio di una riforma strutturale volta a superare le rigidità della legge Fornero. Il possibile vantaggio di una pensione anticipata a 60 anni, integrata da un riscatto agevolato della laurea, rappresenta non solo un sollievo per categorie esposte a stress lavorativi ma anche un incentivo al ricambio generazionale, con importanti ricadute positive per il sistema pubblico e privato.
Nonostante l’entusiasmo, permangono tuttavia alcune criticità da valutare riguardo alla sostenibilità finanziaria e all’equilibrio tra diritti previdenziali e contributivi. L’estensione di queste misure ad altri settori potrebbe richiedere un’attenta modulazione per evitare effetti distorsivi sulle casse previdenziali. Allo stesso tempo, la proposta appare come una risposta pragmatica alle esigenze di una società che vede sempre più tardivo l’ingresso nel mondo del lavoro, soprattutto per i laureati.
Dal punto di vista normativo, se la proposta dovesse trovare concreto riscontro politico, si aprirebbe la strada a uno scenario di flessibilità previdenziale differenziata, capace di rispondere alle diverse specificità dei lavoratori e di combattere efficacemente il fenomeno dell’invecchiamento della forza lavoro senza penalizzare la qualità della vita lavorativa. In questo contesto, la riforma potrebbe favorire un sistema più equo e sostenibile, che riconosca il valore del contributo formativo e professionale di ogni individuo.
La portata innovativa del riscatto agevolato della laurea e della pensione a 60 anni potrebbe stimolare processi di modernizzazione del welfare italiano, orientati verso una maggiore inclusività e adattabilità alle trasformazioni demografiche ed economiche in atto, ponendosi come modello pilota replicabile anche in altri comparti e settori produttivi.





