Riconosciuto il valore economico dei Bitcoin in Sud Corea
Tutti coloro che pensavano che i Bitcoin non potessero essere considerati come una vera forma di denaro dovranno ricredersi. Il tribunale di Suwon, cittadina della Corea del Sud, ha riconosciuto per la prima volta il valore economico dei bitcoin, affermando che i token possono anche essere confiscati. Il caso giudiziario riguarda la confisca di ben 191 bitcoin.
Il valore dei Bitcoin è stato riesaminato in Corea
La sentenza del tribunale riguarda il caso Ahn, arrestato nel maggio dello scorso anno con l’accusa di aver gestito un sito pornografico illegale che vantava 1,2 milioni di utenti. Ahn ha accumulato 1,9 miliardi di won (approssimativamente 1,78 milioni di dollari) e al momento dell’arresto l’agenzia di polizia provinciale gli ha confiscato 216 bitcoin da un conto online grazie al quale riceveva pagamenti dal sito.
Questi ultimi hanno un valore attuale superiore ai 2 milioni di dollari.
Il caso ha fatto discutere i media internazionali poichè si tratta di un clamoroso retrofont rispetto a quanto deciso dal medesimo tribunale nel mese di settembre. Il giudice, infatti, aveva asserito che il bitcoin non potesse essere confiscato in quanto “forma di file elettronico senza entità fisiche, a differenza del contante”.
Nella nuova udienza che si è tenuta a dicembre, tuttavia, il tribunale ha constatato che “la legge contro gli occultamenti dei profitto della criminalità non limita il reddito criminale alle merci, ma anche al denaro, ai depositi, ai magazzino, e ad altri beni con valore economico”.
Bitcoin e la nuova sentenza del tribunale coreano
Il giudice ha dunque dichiarato, in maniera definitiva, che i Bitcoin possono essere trasformati in denaro attraverso un exchange. Può essere utilizzato come mezzo di pagamento verso i commercianti, quindi dovrebbe essere considerato come avente valore economico.
La sentenza ha poi stabilito che dei 216 BTC confiscati dal pubblico ministero 191 sono stati rintracciati nelle email di alcuni utenti del sito pornografico, in modo de poter essere “riconosciuti come proventi criminali del funzionamento del sito”.
Un secondo avvocato coinvolto nel processo ha inoltre dichiarato che il riconoscimento delle monete virtuali come oggetto di confisca significa che saranno trasferiti alla tesoreria nazionale e aggiunti al bilancio del Paese. Una vera e propria svolta nell’ambito delle criptovalute nella Corea del Sud.
Implicazioni per il futuro
La Corea del Sud è uno dei mercati più interessanti per il commercio di criptovalute, dopo quello del Giappone e degli Stati Uniti. Il fatto che ai bitcoin sia stato riconosciuto un valore economico tale da essere inseriti nel bilancio nazionale significa che un notevole passo in avanti è stato commesso.
Sarà piuttosto interessante capire se questo particolare sviluppo costituirà un precedente per casi analoghi nella Corea del Sud.
E’ evidente che in questo paese si pone un forte accento sulla necessità di porre fine al nesso tra attività criminale e criptocurrency, questione molto più facile da esporre in ambito teorico che pratico.
Vi ricordiamo, inoltre, che il regolamento costringerà un operatore di criptovaluta a comprare o vendere monete attraverso un conto virtuale verificato e nominativo.
Il governo coreano ha cercato di delineare regolamenti per definire gli operatori di scambio di criptovaluta come “raccolte di fondi senza permesso”.