Referendum Cittadinanza: dettagli sul quesito e prossime tappe
Proposta del referendum sulla cittadinanza
Il Referendum Cittadinanza, promosso da Riccardo Magi di +Europa, ha recentemente superato la soglia delle 500.000 firme necessarie per la sua attivazione. Questo referendum propone di modificare i requisiti attuali per l’ottenimento della cittadinanza italiana, riducendo il periodo di residenza legale necessario da 10 a 5 anni. Una volta conseguita, la cittadinanza sarebbe automaticamente trasmessa ai figli minorenni del richiedente.
La proposta intende quindi rivedere l’articolo 9 della legge sulla cittadinanza numero 91 del 1992, attualmente basato sul principio dello ius sanguinis, il ‘diritto di sangue’. L’attuale normativa prevede che un individuo acquisti la cittadinanza alla nascita se nasce da genitori cittadini italiani. Inoltre, sono previsti percorsi semplificati per coloro che hanno origini italiane.
Relativamente agli “stranieri”, la legge vigente stabilisce che un individuo nato in Italia possa diventare cittadino italiano solo a condizione di aver risieduto legalmente e senza interruzioni nel paese fino al raggiungimento della maggiore età e di esprimere, entro un anno da essa, il desiderio di acquisire la cittadinanza italiana. Il referendum proposto non altera gli altri requisiti richiesti per la concessione della cittadinanza, come la conoscenza della lingua italiana.
Secondo le stime, la modifica dei termini per la richiesta di cittadinanza riguarderebbe circa 2,5 milioni di persone, ampliando notevolmente l’accesso alla cittadinanza italiana per gli stranieri con una residenza consolidata nel paese.
Sostenitori e figure di spicco
Il referendum Cittadinanza trova un ampio sostegno tra vari partiti e movimenti politici, in particolare quelli di sinistra. Tra i promotori, oltre a +Europa, figurano forze come Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano e Rifondazione Comunista. Questi movimenti hanno unito le proprie forze per sostenere l’iniziativa, sottolineando l’importanza della modifica delle attuali normative sulla cittadinanza in un contesto sociale sempre più diversificato e inclusivo.
In aggiunta al sostegno politico, il referendum ha acquisito visibilità e presenza mediatica grazie al supporto di personalità pubbliche e culturali di spicco. Tra i firmatari che hanno contribuito a dare notorietà all’iniziativa ci sono nomi come Julio Velasco, noto ex allenatore di pallavolo, e il famoso fumettista Zerocalcare, che rappresenta una voce giovane e influente. Anche figure del panorama letterario italiano come Alessandro Barbero e Roberto Saviano hanno prestato la loro voce per promuovere il referendum, evidenziando la necessità di una maggiore inclusione nella società italiana.
Non solo esponenti della cultura hanno appoggiato la causa; anche artisti come Ghali e Malyka Ayane hanno mostrato il loro sostegno, ampliando il raggio d’azione del messaggio referendario tra le nuove generazioni. Queste figure non solo hanno firmato in favore della proposta, ma hanno anche partecipato a eventi e manifestazioni, contribuendo così a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle questioni legate alla cittadinanza e all’immigrazione.
Dettagli del quesito referendario
Il quesito che i cittadini si troveranno a valutare sulla scheda elettorale è stato formulato in modo diretto e preciso, al fine di garantire una chiara comprensione della proposta. Si legge: “Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole ‘adottato da cittadino italiano’ e ‘successivamente alla adozione’; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: ‘f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.’ della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza?”.
Questa formulazione mira a eliminare specifiche restrizioni legate alla durata di residenza degli stranieri in Italia, riducendo il periodo da dieci a cinque anni. Non solo, ma il quesito prevede anche di abrogare una disposizione che attualmente rende complessa l’acquisizione della cittadinanza per i minori adottati da cittadini italiani. La proposta, dunque, intende semplificare l’accesso alla cittadinanza per molti individui con legami consolidati nel paese.
Grazie a questo cambiamento, ci si attende un incremento significativo del numero di persone che potrebbero richiedere e ottenere la cittadinanza italiana, senza compromettere gli altri requisiti previsti dalla normativa vigente, quali la conoscenza della lingua italiana e il rispetto degli obblighi fiscali. Questo approccio mira a rendere la cittadinanza non solo un diritto, ma anche uno strumento di inclusione e partecipazione attiva nella vita civile e sociale del paese.
È auspicabile che un chiaro e trasparente soggetto referendario faciliti ulteriormente il processo di comprensione e coinvolgimento dei cittadini, incoraggiando un’ampia partecipazione alla consultazione e un dibattito informato sulle questioni di cittadinanza e identità colletiva.
Differenze con ius soli e ius scholae
È importante chiarire le distinzioni tra la proposta referendaria e altre normative relative alla cittadinanza, come lo ius soli e lo ius scholae. Lo **ius soli** stabilisce il diritto di acquisire la cittadinanza italiana per coloro che nascono sul territorio nazionale, riguardando annualmente circa 500.000 individui. Questa norma, tuttavia, si applica solo a chi nasce in Italia, e non considera il periodo di residenza dei genitori che sono stranieri.
Lo **ius scholae**, invece, concerne coloro che completano un determinato ciclo di studi in Italia. Questa normativa propone di concedere la cittadinanza agli studenti che abbiano frequentato una scuola italiana per almeno cinque anni, coinvolgendo circa 135.000 giovani all’anno. Si tratta dunque di due approcci distinti, entrambi focalizzati sull’inclusione, ma limitati da specifiche condizioni di nascita o di percorso formativo.
Al contrario, la proposta di +Europa intende ampliare queste opportunità, offrendo la possibilità di cittadinanza agli stranieri che abbiano risieduto legalmente in Italia per almeno cinque anni. Ciò implica che il focus non è solo sulla nascita o sul completamento della formazione, ma sulla **residenza legale** continuativa, riconoscendo così il legame che queste persone hanno già consolidato nel paese. Questa modificazione rappresenterebbe un passo avanti nella comprensione della cittadinanza come elemento di inclusione sociale, permettendo l’accesso a un numero maggiore di individui e delle loro famiglie.
Resta da vedere come questa proposta verrà recepita dalla popolazione e se potrà essere realizzata, considerando anche i complessi dibattiti che ancora circondano le questioni di immigrazione e integrazione nella società italiana.
Prossime tappe del percorso referendario
Il percorso del referendum sulla cittadinanza entra ora in una fase cruciale. A febbraio, è previsto il vaglio della Corte Costituzionale, che dovrà esaminare l’ammissibilità della proposta. Questo passaggio è fondamentale per garantire che il quesito referendario rispetti i principi e le norme della Costituzione italiana, un processo che richiede attenzione e valutazione accurata.
Se la Corte Costituzionale darà il via libera, il referendum potrebbe tenersi in primavera. Gli organizzatori e i sostenitori sono in attesa di questo responso, consapevoli che si tratta di un momento decisivo non solo per il futuro della cittadinanza in Italia, ma anche per la visione di un paese più inclusivo e aperto.
Gli attivisti stanno già pianificando campagne informative e di sensibilizzazione per preparare l’opinione pubblica alla consultazione. Sarà fondamentale spiegare non solo il contenuto del quesito, ma anche l’impatto potenziale che questo cambiamento potrebbe avere su un numero significativo di persone. La possibilità che 2,5 milioni di persone potevano vedere modificata la loro situazione giuridica è una questione di rilevante importanza sociale e politica.
Resta quindi da seguire con attenzione le prossime mosse. Se il referendum dovesse passare, potrebbe produrre un notevole cambiamento nel panorama legislativo italiano, portando il paese a un allineamento con molte normative europee in materia di cittadinanza, come sta già avvenendo in Germania. I sostenitori confidano che la riduzione del termine per richiedere la cittadinanza possa non solo facilitare il processo per gli stranieri residenti, ma anche riaccendere il dibattito su valori fondamentali come inclusione e coesione sociale nella comunità italiana.