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Reddito di Cittadinanza e Assegno di Inclusione, vantaggi e svantaggi per i beneficiari

  • Redazione Assodigitale
  • 19 Marzo 2025
Reddito di Cittadinanza e Assegno di Inclusione, vantaggi e svantaggi per i beneficiari

Reddito di Cittadinanza vs Assegno di Inclusione: un confronto necessario

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Il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione rappresenta un cambiamento significativo nel panorama delle misure di sostegno economico. Con l’introduzione di entrambe le misure, è evidente che ci sono differenze sostanziali riguardo ai requisiti e ai benefici erogati. Secondo i dati ISTAT, il primo aspetto da considerare è il calo medio di 2.600 euro all’anno subito dalla maggior parte dei beneficiari durante la transizione. Questo è reso ancor più complicato dal fatto che circa 850.000 persone hanno visto una diminuzione del proprio sussidio, mentre solo 100.000 hanno ricevuto un aumento. Le nuove regole restringono la platea di beneficiari, limitando l’accesso a categorie specifiche, il che ha portato alcuni cittadini a sentirsi abbandonati.

Indice dei Contenuti:
  • Reddito di Cittadinanza e Assegno di Inclusione, vantaggi e svantaggi per i beneficiari
  • Reddito di Cittadinanza vs Assegno di Inclusione: un confronto necessario
  • Impatto del cambio sui beneficiari
  • Vantaggi e svantaggi delle nuove misure di sostegno
  • Gruppi specifici e risultati contrastanti


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Il Reddito di Cittadinanza, infatti, garantiva un sostegno economico a livello familiare, senza requisiti legati all’età o alla vulnerabilità dei membri. Al contrario, l’Assegno di Inclusione identifica beneficiari quali minorenni, over 60, disabili con un’invalidità al 67% o superiore, e le persone assistite dai servizi sociali. Questo cambiamento ha quindi creato un divario tra coloro che erano coperti in modo più ampio dal Reddito di Cittadinanza e coloro che oggi non riescono a fruire del nuovo sussidio, alimentando così le discussioni sui suoi effetti sociali ed economici. É fondamentale considerare che queste due misure, sebbene abbiano l’intento di migliorare l’inclusione sociale e la lotta alla povertà, hanno dato vita a una fase di grande confusione per molti ex beneficiari.

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Impatto del cambio sui beneficiari

Il passaggio dall’ex Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione ha avuto un impatto significativo sui beneficiari. I dati rivelano che, mediamente, le famiglie hanno subito una riduzione del sostegno economico, con una perdita complessiva di 2.600 euro all’anno. Questo è particolarmente preoccupante per circa 850.000 ex beneficiari che ora percepiscono importi inferiori rispetto a quanto ricevessero in precedenza. La situazione è illuminata ulteriormente dalla constatazione che solo 100.000 utenti hanno avuto un aumento del proprio sussidio. In questo contesto, molti si trovano in una situazione di precarietà economica, in quanto il nuovo sistema di assistenza non riesce a garantire un adeguato supporto a un’ampia fascia della popolazione.

Rilevante è anche la questione dell’esclusione: infatti, una quota significativa di ex percettori del Reddito di Cittadinanza è rimasta totalmente priva di assistenza economica, non soddisfacendo i criteri per l’Assegno di Inclusione. Questo cambiamento ha creato un clima di insoddisfazione e confusione tra i beneficiari, che si sono ritrovati a fronteggiare nuove difficoltà senza alcun tipo di sostegno. La transizione, quindi, non ha solo mutato l’entità del sostegno economico, ma ha anche generato incertezze e disagi, rendendo necessario un esame approfondito dei criteri e della struttura degli aiuti previsti dalla nuova misura.

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Vantaggi e svantaggi delle nuove misure di sostegno

La transizione dall’ex Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione ha portato con sé una serie di vantaggi e svantaggi. Da un lato, la nuova misura ha l’obiettivo di focalizzarsi su categorie specifiche e vulnerabili, come i minori, gli over 60 e le persone con disabilità. Questo approccio ha permesso a molte famiglie con situazioni di fragilità di vedere un incremento del loro sostegno economico. Infatti, le statistiche confermano che i nuclei familiari con membri invalidi spesso ricevono importi maggiori rispetto a quelli del Reddito di Cittadinanza, il che evidenzia come la ristrutturazione dei criteri di accesso possa risultare vantaggiosa per specifici gruppi.

D’altro canto, gli svantaggi non possono essere ignorati: la segmentazione nella distribuzione dei sussidi ha di fatto escluso una parte significativa della popolazione, lasciando senza aiuto moltissimi ex beneficiari. Questo ha generato non solo una perdita economica media annuale di 2.600 euro, ma anche l’amarezza di chi, a seguito di questa riforma, si ritrova privo di qualsiasi forma di sostegno. In sintesi, mentre l’Assegno di Inclusione può risultare positivo per alcune categorie, il suo impatto ha creato un senso di insoddisfazione e conflitto tra i diversi beneficiari delle politiche assistenziali, richiedendo una riflessione più profonda sui reali bisogni delle famiglie italiane.

Gruppi specifici e risultati contrastanti

Il passaggio all’Assegno di Inclusione ha dimostrato di avere effetti disomogenei tra i vari gruppi specifici di beneficiari. Mentre alcune famiglie, in particolare quelle con membri in situazioni di fragilità, hanno beneficiato di incrementi significativi nel sostegno economico, altre hanno registrato risultati nettamente negativi. Le categorie soprattutto avvantaggiate comprendono i famiglie con minori, disabili con invalidità, e persone over 60, che si sono viste riconosciuti importi superiori grazie all’adeguamento dei criteri di accesso del nuovo sussidio. La ristrutturazione dei requisiti ha quindi portato a un miglioramento delle condizioni economiche per alcuni, conferendo un maggiore aiuto a chi ne ha più bisogno.

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Al contempo, la segmentazione in categorie definite ha escluso numerosi ex beneficiari che prima ricevevano supporto dal Reddito di Cittadinanza. Infatti, molte persone, pur avendo necessità di supporto, non rientrano più nei parametri delineati dall’Assegno di Inclusione, restando pertanto privi di qualsiasi forma di assistenza. Questa situazione ha anche creato un clima di frustrazione e incertezze per chi non riesce a trovare i mezzi per sostenere se stesso e la propria famiglia.

È quindi evidente che la transizione non ha soddisfatto uniformemente le esigenze economiche delle famiglie italiane. Discussioni e confronti sulla materia rimangono aperti, e la necessità di un monitoraggio continuo e di un possibile riesame dei criteri di eleggibilità appare come un passo fondamentale per garantire una rete di sicurezza più inclusiva.


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