Il recupero della Costa Concordia un successo mediatico sulle spalle delle vittime?
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Tutti abbiamo assistito in queste ultime ore con il fiato sospeso durante le operazione di recupero del relitto della Costa Concordia tragicamente e stupidamente naufragata sugli scogli dell’isola del Giglio.
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Ma forse nessuno in cuor proprio pensava che una operazione di recupero di un relitto diventasse per forza un evento mediatico utilizzato, forse strumentalmente, per rilanciare una appannata immagine della protezione civile italiana.
Moltissimi sono rimasti decisamente stupefatti da quelle grida di esaltazione trasmesse in diretta mondiale alla fine dell’operazione da cui anche il vicepremier Alfano ha dovuto prendere le distanze ieri sera nella puntata di Porta a Porta.
In rete si sono sollevate molte voci critiche su questa operazione di visibilità mediatica dove si é anche data estrema visibilità ad una azienda privata in una operazione finanziata con i soldi della protezione civile e quindi dei cittadini italiani.
In una interessante conversazione su Facebook promossa da Roberto Zarriello, noto giornalista italiano da sempre molto attento ai temi della comunicazione digitale ed analogica, e che riportiamo integralmente di seguito, si sono aspramente confrontati alcuni noti esperti della comunicazione italiana sull’opportunità o meno di utilizzare una tragedia che ha visto la morte di decine di persone in chiave mediatica.
Crediamo che la discussione debba continuare anche al di fuori del ristretto spazio offerto da Facebook per capire meglio e condividere insieme quali sono i limiti etici della conversazione a cui i professionisti della comunicazione dovrebbero attenersi per non indignare e rinnovare il ricordo di una tragedia e di una strage nazionale che poteva essere evitata.
Sarebbe il caso di parlarne, segue il post su facebook di Roberto Zarriello:
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