Recensioni false su internet ed Astroturfing una sentenza di condanna che farà storia nella giurispruden
Una vicenda iniziata ad Aprile che si è appena conclusa con una multa, quella che vede protagonista la Samsung, leader mondiale della telefonia mobile.
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L’azienda sudcoreana si è resa colpevole di aver utilizzato il web per screditare i prodotti della concorrenza a favore del proprio marchio.
Una competizione commerciale sleale insomma, che vede come vittima principale l’HTC, altra compagnia taiwanese del settore delle telecomunicazioni.
La Fair Trade Commission di Taiwan, l’agenzia per la concorrenza del mercato del paese, dopo mesi di indagine ha accertato l’illecito compiuto dal colosso, che già nel corso di quest’anno si era macchiato dello stesso comportamento scorretto.
La multa ammonta a 10 milioni di dollari taiwanesi, quasi 250mila euro.
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Certo una cifra simbolica e irrisoria per un’azienda con un altissimo fatturato annuo, ma che di certo ne mina la reputazione.
Come l’inchiesta ha rivelato, Samsung ha commissionato a due società terze locali di fare una pubblicità ingannevole nei forum online nei confronti delle società concorrenti, in primis verso High Tech Computer Corporation (HTC), rivale diretta nella produzione degli smartphone Android.
Anche se nella sentenza ufficiale tale azienda non viene direttamente nominata, a essere colpito da recensioni negative fasulle era stato l’HTC One, il top della gamma dei suoi prodotti, presentato nel mercato a febbraio, limitandone, di fatto, la popolarità.
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Ma l’azienda coreana non si è limitata a diffamare la concorrenza, ma si è anche macchiata di ‘astroturfing’, in altre parole gli utenti retribuiti dovevano elogiare i prodotti Samsung con commenti positivi, promuovendo pertanto l’acquisto soprattutto della linea Galaxy, di cui venivano migliorate le qualità e di cui venivano minimizzati i difetti.
Un comportamento non certo limpido che non a caso l’antitrust taiwanese ha sanzionato, non risparmiando neanche le due agenzie di marketing coinvolte, multate, infatti, per una cifra complessiva di oltre 100.000$ per il ruolo attivo avuto nella manovra.
All’inizio dell’indagine Samsung si era già scusata, ammettendo l’operazione ma prendendo le distanze dalle agenzie pubblicitarie.
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Le verifiche successive hanno dimostrato il pagamento diretto per compiere la manovra, contrariamente all’impegno nell’onestà della comunicazione e alla trasparenza verso i consumatori, qualità dichiarate dall’azienda.
Non sarà forse riconducibile soltanto a questa vicenda la riduzione nella produzione dichiarata dall’HTC, da 2,5 a 1,5 milioni di dispositivi al mese, come affermato dall’agenzia di stampa Reuters.
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