Quattro strategie per rendere i testi di ChatGPT più naturali e umani
Come rendere i testi generati più umani
Affinché i testi generati da ChatGPT risultino più umani, è fondamentale iniziare con un input ben strutturato. Utilizzare un linguaggio descrittivo nelle richieste è cruciale: un input scarso conduce a un output scarso, quindi la precisione è essenziale. Quando si interagisce con il chatbot, è utile istruire l’AI a seguire un ruolo specifico e a fornire dettagli riguardo il pubblico di riferimento. Ad esempio, definire il tono, lo stile e anche le caratteristiche del personaggio per il quale si sta scrivendo aiuta il chatbot a strutturare risposte più adatte e simili a quelle di un essere umano. Inoltre, presentare esempi di testi preesistenti permette a ChatGPT di apprendere e replicare il proprio stile di scrittura, contribuendo a rendere i risultati più naturali.
È anche importante considerare l’editing umano come parte del processo. Infatti, non bisogna mai considerare i contenuti generati da ChatGPT come definitivi; piuttosto, dovrebbero essere visti come bozze che necessitano di ritocchi. Un attento intervento manuale può migliorare notevolmente la qualità e la leggibilità del testo, infondendogli un senso di autenticità che spesso manca nelle produzioni automatiche.
Una tipica difficoltà degli strumenti di scrittura AI è l’utilizzo di un linguaggio e di espressioni troppo formali o stereotipate, che possono rendere i contenuti meno accattivanti. Riconoscere e riscrivere queste parti con un linguaggio più colloquiale e diretto aiuterà a umanizzare ulteriormente il testo e a garantire che risulti adeguato senza troppo sforzo. In sostanza, la chiave per rendere i testi generati più umani risiede nell’equilibrio tra il poter dell’intelligenza artificiale e l’intervento umano, creando un prodotto finale che trasmette autenticità e connessione con il lettore.
Spiegare chi si è
Perché ChatGPT suoni come un essere umano, deve pensare come una persona reale. Il primo passo quindi, è chiedere al chatbot di adottare un ruolo specifico nei prompt. In questo modo il chatbot potrà adattare il suo stile di scrittura e il suo tono di voce in base a quel ruolo. Più la richiesta è precisa, meglio è: ad esempio, può essere utile dare al personaggio un nome, un’età, alcuni tratti della personalità e qualsiasi altra informazione biografica che possa aiutare il chatbot a scrivere dal punto di vista di quel personaggio.
Ecco un esempio di prompt: “Scrivi dal punto di vista di Marcella, una productivity coach di 35 anni con sede a Roma. Sara ha oltre 10 anni di esperienza nell’aiutare i professionisti a ottimizzare la loro routine lavorativa. È nota per i suoi consigli pratici, il tono amichevole e l’attenzione ai passi da compiere. Utilizza un tono colloquiale, che rifletta la personalità di Marcella“. Questa pratica è particolarmente utile per far sembrare ChatGPT più in linea con il brand come se fosse un copywriter umano.
Se si imposta un personaggio per il brand, basta inserirlo nei propri prompt e l’AI scriverà con un tono adatto a quel tipo di lettore ideale. È possibile anche salvare questi dettagli direttamente nel proprio account ChatGPT, in modo da non doversi ripetere a ogni richiesta. Per farlo, cliccare sull’icona del profilo nell’angolo in alto a destra dello schermo e selezionare Impostazioni > Personalizzazione > Personalizza ChatGPT. Digitare quindi tutti i dettagli rilevanti che aiuteranno il chatbot a rispondere con il tono e lo stile desiderati. ChatGPT utilizzerà quindi queste informazioni per fornire risposte più pertinenti nelle conversazioni future.
Insegnare a ChatGPT il proprio stile di scrittura
Un altro modo per guidare gli strumenti di AI a fornire risposte testuali simili a quelle umane è mostrargli esempi di testi già scritti. Questo permette all’AI di identificare e replicare i temi ricorrenti nel proprio tono, nel vocabolario e nella struttura delle frasi: se si usano frasi brevi o lunghe, parole formali o gergali, terminologie particolari e così via. Il fatto che ChatGPT imiti il proprio stile renderà anche meno probabile che i lettori colgano il fatto che il contenuto è stato generato dall’AI.
Si può inserire uno dei propri esempi di testo nel prompt e chiedere al chatbot di imitare questi elementi in questo modo: “Usa il testo qui sotto per scrivere un articolo sull’argomento: [Argomento]. Usa lo stesso stile, le stesse frasi e lo stesso tono di questo testo nella tua risposta“. Idealmente, il testo campione dovrebbe essere di circa 500 parole. In questo modo il chatbot ha abbastanza materiale per identificare i modelli nel testo e replicarli con maggiore precisione.
Utilizzando questa tecnica, l’AI non solo apprenderà il linguaggio specifico e i temi già trattati, ma acquisirà anche una maggiore comprensione di come strutturare i contenuti in modo che riflettano la propria voce unica. È importante scegliere frasi e argomenti che rappresentano autenticamente la propria scrittura, così che l’output finale possa essere fluido e naturale, senza apparire artificiale.
Ad esempio, se il proprio stile di scrittura tende all’ironico o al colloquiale, non si dovrebbe esitare a farlo trapelare nei vari esempi. Ciò permette a ChatGPT non solo di imparare a imitare il linguaggio, ma anche di afferrare la sottigliezza delle emozioni e dei sentimenti che trasmettiamo attraverso le parole. Così, più dettagli e complessità saprà esprimere il chatbot, più i testi generati appariranno umani e autentici.
Spiegare chi è il pubblico
Specificando chi è il proprio pubblico di riferimento nei prompt, si fornisce al chatbot un ulteriore contesto sullo stile e sul tono da adottare, mentre si può dedicare meno tempo all’editing del risultato. È fondamentale descrivere il pubblico non solo in termini demografici, ma anche attraverso le loro specificità comportamentali e interessi.
Tornando all’esempio di Marcella, si possono aggiungere anche alcuni dettagli sul pubblico. Ecco un input aggiuntivo: “Il pubblico che leggerà questo articolo è composto da giovani adulti esperti di tecnologia di età compresa tra i 20 e i 35 anni, principalmente residenti in aree urbane, che amano i giochi e i media digitali. Sono alla ricerca di modi efficienti per bilanciare il lavoro e la vita personale grazie a trucchi di produttività“. In questo modo, le risposte di ChatGPT non sembreranno robotiche e sarà più probabile che fornisca informazioni preziose calibrate sulle esigenze specifiche del proprio pubblico.
Dettagli come le abitudini quotidiane, le preferenze di contenuto e le sfide comuni che affrontano i membri del pubblico possono influenzare notevolmente la scrittura. Per esempio, se si sa che il pubblico è composto da professionisti in una certa industria, si potranno includere riferimenti pertinenti o terminologie specifiche che risulteranno più familiari e coinvolgenti per loro.
Anche in questo caso, è possibile salvare questi dettagli nella casella Istruzioni personalizzate per rendere il processo più efficiente. Con lo sviluppo delle risposte, il chatbot potrà integrare questi aspetti e produrre contenuti che risuonano meglio con il lettore, creando un’esperienza di lettura più coinvolgente e autentica.
In definitiva, avere chiaro in mente chi è il pubblico non solo aiuta a guidare il tono e lo stile, ma arricchisce anche il contenuto, rendendolo più rilevante e valido, eliminando così il rischio di generare testi che possono apparire generici o lontani dalla realtà del lettore. Questo approccio non solo migliora il risultato finale ma rafforza anche la connessione tra il contenuto e chi lo legge.
Umanizzare i contenuti dell’AI
I contenuti generati dall’AI devono essere trattati più come bozze che richiedono l’intervento umano, non come contenuti finiti. Come già accennato, gli strumenti di AI tendono ad utilizzare termini comuni, che sono facili da rilevare sia per gli AI detector che per i lettori. Il compito di chi scrive è quindi quello di individuare il linguaggio complesso e di riscriverlo per rendere il contenuto più umano.
Ecco un breve elenco di parole ed espressioni che i chatbot amano particolarmente utilizzare:
- “Nell’era digitale di oggi”;
- “In quest’epoca frenetica”;
- “In conclusione”;
- “In sintesi”;
- “Recentemente”;
- “Segna un passo decisivo”;
- “Al fine di”;
- “Rappresenta…”;
- “Con questa novità mira a offrire”.
Altri termini abusati si possono trovare su questo thread di Reddit. È buona norma cercare i termini che suonano innaturali nel normale linguaggio quotidiano. Gli strumenti di AI, infatti, hanno anche l’abitudine di scrivere utilizzando la forma passiva. La forma attiva invece, aiuta a eliminare le parole superflue e rende il testo più scorrevole e simile a un testo umano. Ad esempio, la frase “Il report è stato preparato dal team” può essere riscritta in forma attiva: “Il team ha preparato il report”.
Inoltre, è consigliabile prestare attenzione a come si struttura il contenuto. Utilizzare brevi paragrafi può migliorare la leggibilità, così come evitare frasi eccessivamente lunghe o complesse. Un testo umano tende a mantenere un ritmo naturale, variegando lunghezza e struttura delle frasi per mantenere l’attenzione del lettore.
Incorporare aneddoti personali o riferimenti culturali può anche aggiungere un tocco di umanità al testo. Le esperienze condivise hanno il potere di risuonare con i lettori, creando un legame emotivo che i contenuti generati dall’AI spesso mancano. Infine, è sempre utile rileggere il testo ad alta voce; questo permette di identificare eventuali frasi che suonano stonate o eccessivamente formali, consentendo una riscrittura più fluida e autentica.