QUANDO SOCIAL MEDIA SIGNIFICA SOCIAL AWARENESS.
L’11 Ottobre è stato l’International day of the Girl Child, un’inizativa delle Nazioni Unite che cerca di aumentare la consapevolezza dei cittadini sulle lotte e le sfide che ogni giorno milioni di giovani donne, o meglio, bambine, si trovano a dover fronteggiare.
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In un mondo in cui si grida allo scandalo per le cose più banali, e in cui non si perde occasione di essere svogliatamente attivi sui social network (per chi volesse approfondire l’argomento cercate slacktivism su google) quale modo migliore di risvegliare le coscienze se non attraverso un progetto web+social?
E’ così che un mese prima dell’11 ottobre, Thea, ragazzina 12enne Norvegese decide di iniziare a scrivere il suo blog, a 30 giorni esatti dal matrimonio con il suo fidanzato: un uomo di 37 anni.
Il blog non è reale, la storia di Thea, fortunatamente, nemmeno, ma purtroppo, ricalca la terribile esperienza che più di 140 milioni di spose bambine, nel futuro a noi più prossimo, si ritroveranno a vivere.
Ma a volte i social media fanno bene, le campagne ben costruite fanno bene, e una petizione che Plan (l’organizzazione umanitaria internazionale che ha organizzato la campagna) ha lanciato per fermare il matrimonio, ha raggiunto in pochissimo tempo il 186% del suo obiettivo e l’hashtag #stopbryllupet è stato trending topic su Twitter.
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In questo modo, il tema è stato portato all’attenzione dei social media users mondiali.
Il blog di Thea è divenuto in pochissimo tempo il blog più visitato della Norvegia ed ha dato la possibilità di informare anche su storie reali di spose bambine che, ben prima dei 18 anni, hanno dovuto convolare a nozze.
Thea alla fine non si è sposata, ha detto di no sull’altare, e i social network, il word of mouth e la nuova awareness riguardo questo tema, l’hanno salvata da un destino crudele e da un’infanzia rubata.
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L’iniziativa continua e i lettori che inizialmente erano interessati al blog per la notizia scandalosa, hanno trovato il canale anche per divenire sponsor dell’iniziativa in aiuto delle ragazzine che nel mondo, ogni giorno, subiscono la stessa sorte di Thea.
Qui trovate il link al blog, e qui sotto trovate il video dove Thea dice di no sull’altare e se ne va. Lasciandoci a pensare che, in qualche modo, essere sui social e agire offline può aiutare a fare la differenza.
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