Problemi di sicurezza del nuovo iPhone 5S Touch ID aggirato con impronte digitali di un clone

A pochi giorni dall’uscita sul mercato del nuovo gioiello di casa Apple, la sicurezza del dispositivo è stata già bypassata da un gruppo di hackers tedeschi.
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Uno degli aspetti su cui aveva puntato Tim Cook, amministratore delegato della Mela, alla presentazione dell’iPhone 5S a Cupertino, California, meno di due settimane fa, era la sicurezza del nuovo device, dotato di un sistema di riconoscimento di impronte digitali affidabile e sicuro.
Un concetto di sicurezza subito messo in dubbio da un gruppo di hackers tedeschi del Chaos Computer Club, che nella giornata di ieri hanno postato su youtube un video in cui si vede lo sblocco dell’iPhone con un impronta digitale clonata.
Il metodo è apparentemente molto semplice (poiché i materiali utilizzati sono facilmente reperibili), ma non di immediata realizzazione, perché servono comunque delle minime competenze (e attitudini).
Il primo passo è fotografare l’impronta digitale dell’utente registrato sull’iPhone con una risoluzione di 2400 dpi. L’immagine poi deve essere ripulita, invertita e stampata con 1200 dpi su un foglio trasparente, mettendo al massimo il livello di inchiostro. Si passa un foglio di lattice rosa o colla di legno bianco sul foglio trasparente. Una volta che ne ha preso la forma, si stacca delicatamente il lattice, si alita sopra per renderlo un po’ umido e si poggia sul sensore sotto il tasto Home. A questo punto il dispositivo è sbloccato.
In pratica si tratta dello stesso processo migliorato, utilizzato per la maggior parte dei sensori presenti sul mercato da ormai cinque anni.
L’hackeraggio del sistema di Apple non è come si potrebbe immaginare una sfida alla Lupin: più sicuro è il sistema, più veloce la violazione. L’intento pare sia quello di portare l’attenzione sull’uso eccessivo e ingiustificato, che si sta sviluppando, della tecnologia biometrica sulle impronte digitali, che non garantisce l’inviolabilità dei propri dati personali, ma che, secondo gli esponenti del CCC, è fondamentale solo per un regime di controllo e oppressione.
Una minaccia per la vita privata, che va oltre il semplice sblocco dell’iPhone, e che alcuni giorni fa ha creato delle perplessità anche al senatore americano, Al Franken, molto attivo sulla sfera della privacy. Le questioni, riportate dal Washington Post, riguardano tutte proprio l’utilizzo delle impronte digitali che conservate in locale potrebbero essere utilizzate da terzi o peggio raccolte in remoto.
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