Presentato al Museo Egizio di Torino il progetto GOOGLEGLASS4LIS
È stato presentato ieri il progetto GOOGLEGLASS4LIS, una soluzione che permetterà anche ai sordi di avere accesso in forma completa all’esperienza museale grazie all’utilizzo, per la prima volta al mondo, di un “wearable device”.
Ad aprire la strada dell’innovazione sarà il Museo Egizio di Torino, che custodisce una delle più importanti collezioni della civiltà faraonica e ha abbracciato con entusiasmo questo progetto con l’ambizione di conquistare un primato in termini di accessibilità che superi i migliori standard internazionali: proprio nello Statuario si potrà vivere la prima esperienza con questa tecnologia.
La prototipizzazione è avvenuta infatti traducendo in Lingua dei Segni Italiana (LIS) le descrizioni relative alla statua di Ramesse II, scultura capolavoro e simbolo del prestigioso museo torinese.
Sviluppato da Rokivo Inc. e da Vidiemme Consulting in sinergia con l’Ente Nazionale Sordi (ENS), Gruppi di ricerca e Istituzioni locali, il progetto GOOGLEGLASS4LIS permette di convertire in modo automatico in LIS testi redatti in italiano e di proiettare i contenuti così tradotti, attraverso l’utilizzo di un attore virtuale, direttamente nel display dei Google Glass.
Dal punto di vista tecnologico, si tratta della prima applicazione in via sperimentale totalmente “Made in Italy” sviluppata per i Google Glass poiché la piattaforma si basa sui risultati di ricerca conseguiti dal Progetto ATLAS, coordinato dal prof. Paolo Prinetto del Politecnico di Torino con il supporto dell’Università degli Studi di Torino e il prezioso contributo del dott. Carlo Geraci, ricercatore presso l’Institut Jean-Nicod di Parigi.
Obiettivo dell’attività di ricerca è tradurre in modo automatico nellalingua dei segni italiana contenuti altrimenti fruibili con difficoltà o non fruibili del tutto, per permettere alle persone sorde un completo accesso all’esperienza culturale e museale e una visita pienamente soddisfacente.
Tutte le fasi di sviluppo di GOOGLEGLASS4LIS sono avvenute in stretta collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi, allo scopo di sviluppare un prodotto perfettamente in linea con le esigenze dei futuri fruitori.
In Italia i sordi sono circa 60mila ma ben il 10% della popolazione soffre di disturbi all’udito che incidono negativamente, in modo significativo, su molti aspetti della vita quotidiana. La LIS, o lingua dei segni italiana, costituisce per la maggior parte dei sordi la prima lingua, mentre l’italiano rappresenta la seconda, e non è compresa da tutti.
In merito a GOOGLEGLASS4LIS, i responsabili del progetto dichiarano:
“Da oltre un anno – ha spiegato Valerio Saffirio, fondatore di Rokivo Inc. -lavoriamo per lo sviluppo di progetti che riguardano dispositivi mobili indossabili tra i quali, quelli che utilizzano i Google Glass, rappresentano uno dei fronti di sperimentazione più interessante per ambiti e progetti che spaziano dall’intrattenimento alla cultura alla gestione di attività quotidiane.GOOGLEGLASS4LIS è la prima soluzione che presentiamo e anche quella che ci rende più orgogliosi, perché è stata l’occasione di sviluppare un’idea che potrà avere una forte utilità sociale”.
“Ogni progetto sviluppato per i Google Glass – ha continuato Giulio Caperdoni, COO di Vidiemme Consulting – rappresenta per noi una sfida continua: non solo abbiamo a che fare con una tecnologia mobile e per di più indossabile, ma anche, e soprattutto, utilizziamo un dispositivo in continua evoluzione, di cui non esiste ancora una forma stabilizzata. È quindi una bellissima sfida ideare e implementare concept acquisendo un know-how all’avanguardia, unico nel panorama italiano”.
Questi i commenti dei partner coinvolti:
“Il patrimonio museale italiano è vastissimo – ha dichiarato Evelina Christillin, Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino – ed è significativo che sia stato scelto il Museo Egizio di Torino per questa importante sperimentazione perché proprio qui, pur non chiudendo neppure un giorno, è in corso un importante progetto di ampliamento e rifunzionalizzazione che nella primavera 2015 restituirà al pubblico un museo totalmente rinnovato e raddoppiato negli spazi. Sentiamo una precisa responsabilità verso l’ampio pubblico che ogni giorno ci sceglie, quella di garantire la massima accessibilità fisica e intellettuale alle collezioni: in questo contesto abbiamo accolto con entusiasmo il progettoGOOGLEGLASS4LIS, perché offre una soluzione altamente innovativa ai sordi, garantendogli la fruibilità di un patrimonio che non appartiene solo all’Italia ma a tutta l’umanità”.
“La vista è importante per tutti, ma per i Sordi è fondamentale – ha aggiunto il presidente regionale dell’ENS Corrado Gallo – i Sordi “sentono con gli occhi” e possono fare tutto: lavorare, viaggiare, divertirsi, ma il mondo è costruito per le persone senza disabilità. A noi per condurre una vita soddisfacente occorrono ausili e servizi che la società non ci mette facilmente a disposizione. Le nuove tecnologie ci danno un grande aiuto, con smartphone e tablet possiamo accedere alla comunicazione e alle informazioni da cui altrimenti saremmo tagliati fuori.
La nuova frontiera della tecnologia è quella che si indossa, come questi occhiali con i quali possiamo vedere sottotitoli, traduzioni in Lingua dei Segni Italiana, informazioni ambientali e culturali. Con il Museo Egizio di Torino e il Progetto GOOGLEGLASS4ALL possiamo visitare il museo finalmente con piene e pari opportunità”.
“La piattaforma tecnologica, sviluppata nell’ambito del progetto ATLAS, permette la traduzione dall’italiano alla LIS, e la visualizzazione tramite attore virtuale. Riteniamo che questa piattaforma possa essere utilizzata anche in ambito museale consentendo la migliore accessibilità” – conferma Paolo Prinetto del Politecnico di Torino, coordinatore del Progetto ATLAS.
Il commento della Città di Torino che sostiene la sperimentazione nell’ambito del progetto Smart Cities: “La Città di Torino accoglie con soddisfazione una delle prime sperimentazioni europee dei Google Glass – ha sottolineatol’assessore all’Innovazione e all’Ambiente della Città di Torino, Enzo Lavolta – un nuovo strumento che si presta a infinite applicazioni negli ambiti che rappresentano le nuove vocazioni di Torino; in particolare, nell’ambito della conoscenza intesa come formazione, cultura e innovazione. Torino è sede di due importanti atenei e ha una popolazione studentesca di 100mila persone, delle quali il 40% proveniente da fuori Regione. Torino è aperta alle novità e alla sperimentazione, ma è anche città accogliente per le persone con disabilità. L’esperimento che viene presentato oggi è una splendida occasione di sintesi tra le nostre diverse sensibilità e trova quindi piena cittadinanza nel percorso torinese verso la smart city”.