Post Zuckerberg su Charlie Hebdo: è polemica
Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg con un post al vetriolo sulla sua bacheca ha voluto dire la sua sull’attentato terroristico a Charlie Hebdo.
Recita il passaggio principale del post di Zuckerberg su Charlie Hebdo: “Qualche anno fa un estremista in Pakistan si battè per farmi condannare a morte perché Facebook rifiutò di bannare dei contenuti offensivi su Maometto. Ci siamo difesi per questo perché voci diverse – anche se spesso offensive – possono rendere il mondo migliore e più interessante. Facebook è sempre stato un luogo dove persone in tutto il mondo condividono le loro opinioni e idee. Seguiamo le leggi di ogni paese, ma noi non permettiamo che un paese o un gruppo di persone detti le regole di quello che le persone possono condividere in tutto il mondo.. #Jesuischarlie”
Il post pubblicato questa mattina ha già raccolto oltre 280mila like e più di 25mila condivisioni. Ma i numeri non sono sempre garanzia di successo. E le polemiche per il messaggio che aveva apparenti buone intenzioni da parte del numero uno di Facebook non è stato apprezzato da tutti, anzi. Numerosi i messaggi polemici in risposta al post di Zuckerberg sono arrivati soprattutto dalla sponda islamica che in alcuni passaggi reputa ancora Mark un razzista. Evidente che la prima parte del post di Zuckerberg riguardo le parole di difesa nei riguardi del dichiarato “estremista” pakistano non hanno fatto piacere alla flangia musulmana. Replica un utente: “Si dovrebbe vietare ogni pagina che fa male a qualcuno quando si parla dell religione che sia l’islam, il cristianesimo o l’induismo. Quindi smetti di incolpare o menzionare il ragazzo pakistano, l’estremismo è un problema globale che dobbiamo combattere insieme“.