Porte aperte alla mobilità: carrozzina assistita da droni e intelligenza artificiale
Tecnologia trasformativa delle carrozzine intelligenti
Un’innovazione straordinaria nel campo dell’assistenza per le persone con disabilità è rappresentata dalle carrozzine intelligenti, definite da esperti del settore come tecnologie capaci di trasformare radicalmente le vite di chi ne ha bisogno. Benjamin Kuipers, professore emerito di ingegneria elettrica e informatica all’Università del Michigan, sottolinea che queste soluzioni sono vitali per chi vive con gravi limitazioni motorie, spesso costretti a rimanere a letto e privi della libertà di movimento.
Il potenziale delle carrozzine robotiche è significativo; si stima che potrebbero beneficiare tra i due e i cinque milioni di disabili negli Stati Uniti. Kuipers ha affrontato diverse questioni etiche associate a queste tecnologie, ponendo interrogativi sul grado di fiducia che gli utenti possono riporre nei robot quando devono svolgere compiti autonomi. “Per collaborare efficacemente con gli esseri umani, un robot deve essere affidabile,” afferma.
In Svizzera, il team di ricerca guidato da Francesco Flammini sta lavorando su un progetto finanziato dall’Unione Europea e dal governo svizzero, con l’intento di rendere queste carrozzine non solo autonome, ma anche sicure. Flammini crede fermamente che l’approccio innovativo di utilizzare droni per assistere le carrozzine rappresenti un cambio di paradigma nel modo in cui le persone con disabilità possono condurre la loro vita quotidiana.
- Supporto alle attività quotidiane senza assistenza esterna
- Maggiore integrazione delle persone disabili nella società
- Promozione dell’indipendenza e della libertà di movimento
La ricerca avanza, ma ci sono ancora numerosi ostacoli da superare, sia a livello tecnico che riguardo responsabilità e fiducia. Flammini e il suo team stanno esplorando come garantire che questi dispositivi non solo funzionino in situazioni ideali, ma siano anche in grado di affrontare scenari complessi, come quelli che utenti con disabilità sensoriali potrebbero incontrare. “Abbiamo testato la capacità delle carrozzine di affrontare diverse condizioni, dal maltempo alla scarsa visibilità,” spiega Flammini, evidenziando così la creazione di un sistema in grado di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità.
In questo contesto, la tecnologia delle carrozzine intelligenti emerge non solo come un prodotto innovativo, ma come un fondamentale strumento di inclusione sociale, progettato per affrontare le diverse sfide quotidiane che le persone disabili possono incontrare. La road ahead è ancora lunga, ma l’impatto potenziale di questi sviluppi può rappresentare una vera e propria svolta per milioni di utenti a livello globale.
La sfida dell’attraversamento stradale autonomo
Affrontare il compito di far attraversare una strada in modo sicuro e autonomo a una carrozzina rappresenta una delle sfide più impegnative per gli sviluppatori di tecnologie assistive. Il team di Francesco Flammini, che opera presso l’Istituto Dalle Molle di Intelligenza Artificiale nella città di Lugano, ha dedicato sforzi significativi alla simulazione di scenari di attraversamento stradale a livello software. Questi test hanno permesso di verificare non solo l’efficacia del sistema in condizioni ideali ma anche la capacità di gestione di situazioni difficili, come pioggia intensa, nebbia e scarsa visibilità. Questa attenzione alle variabili ambientali è fondamentale, in particolare per gli utenti con disabilità mentali e sensoriali, come l’ipovisione.
La novità del progetto si distingue per l’integrazione di droni nei processi decisionali della carrozzina. Questi droni, oltre a fornire informazioni visive da angolazioni diverse, possono volare oltre i punti ciechi che un umano non riuscirebbe a osservare. La sinergia tra la carrozzina e i droni consente di calcolare il rischio associato all’attraversamento della strada con maggiore precisione. Flammini sottolinea che “il vantaggio dei droni è nella loro mobilità e capacità di esplorare l’ambiente da una prospettiva aerea, ampliando il campo di visione e migliorando la sicurezza delle operazioni”. Per ogni attraversamento, il sistema calcola un indice di rischio utilizzando formule matematiche transparenti, permettendo così di valutare con chiarezza le situazioni potenzialmente pericolose.
Tuttavia, l’integrazione di tecnologie così innovative non è priva di critiche. Benjamin Kuipers, esperto di ingegneria presso l’Università del Michigan, ha espresso preoccupazioni riguardo alla visibilità e all’attenzione che questa soluzione potrebbe attrarre. Secondo Kuipers, “le persone con disabilità potrebbero non desiderare l’attenzione derivante da una carrozzina circondata da droni, che la renderebbero altamente visibile”. Questo porta a considerare non solo l’efficacia tecnica ma anche il vissuto sociale degli utenti.
Alla base di questa ricerca c’è la volontà di garantire la massima sicurezza e serenità per gli utenti, ma è fondamentale anche l’ascolto delle loro opinioni e delle loro esperienze. Mentre il progresso nella tecnologia delle carrozzine intelligenti si sviluppa, è chiaro che l’interazione tra la tecnologia assistiva e le esigenze degli utenti rimane una considerazione cruciale per il successo e l’adozione di queste innovazioni.
Droni: intrusivi o cruciali per la sicurezza?
Il progetto di carrozzine assistite da droni, pur promettendo incredibili avanzamenti nella mobilità per le persone con disabilità, solleva interrogativi significativi riguardo alla percezione sociale e alla privacy. Mentre alcuni ricercatori, come Francesco Flammini, vedono i droni come strumenti essenziali per aumentare la sicurezza, ci sono voci critiche che sottolineano il potenziale impatto negativo sul senso di privacy degli utenti. Flammini afferma che “più sensori significano più informazioni,” un principio che potrebbe migliorare notevolmente la capacità del sistema di prendere decisioni informate in situazioni di attraversamento stradale.
Benjamin Kuipers, professore emerito all’Università del Michigan, ha sollevato preoccupazioni importanti. Secondo lui, “le persone con disabilità non vogliono attirare troppa attenzione.” La carenza di privacy che potrebbe derivare dall’uso di droni circondanti un individuo in carrozzina è un tema da non sottovalutare, poiché può influire sulla dignità e sull’autonomia di chi li utilizza. La progettazione di successivi prototipi dovrà tenere conto non solo delle prestazioni tecniche, ma anche dell’utilizzo pratico e accettabile da parte degli utenti, che devono sentirsi a loro agio, non esposti o identificabili in modo eclatante.
Flammini risponde evidenziando che il costo della sicurezza non può essere trascurato: “L’inclusione di droni nella strategia di sorveglianza aumenta significativamente la capacità del sistema di evitare situazioni rischiose.” Questi dispositivi possono fornire un’analisi approfondita e in tempo reale dell’ambiente circostante, migliorando il processo decisionale dell’utente. L’aspetto cruciale di questa innovazione è la valutazione della sicurezza nel contesto dell’autonomia, dove il bilanciamento tra privacy e protezione è fondamentale.
La chiave potrebbe risiedere nella tecnologia di integrazione, dove i droni sono utilizzati con intelligenza, riducendo la loro intrusività. Soluzioni innovative potrebbero includere droni più piccoli o meno visibili, o anche strategie di sorveglianza che rispettino i limiti della privacy, come l’uso di intelligenza artificiale per analizzare i dati senza registrazione visiva continua. È essenziale anche coinvolgere le persone disabili nel processo di progettazione, per capire a fondo le loro preferenze e il modo in cui queste tecnologie possono migliorare la loro vita senza compromettere la loro privacy.
La sfida rimane quella di sviluppare un sistema che non solo garantisca la sicurezza necessaria per navigare in ambienti complessi, ma che rispetti anche l’identità, la dignità e la volontà di ciascun utente. Con il progresso nella tecnologia assistiva, sarà cruciale trovare un equilibrio tra innovazione e rispetto per le libertà individuali, considerando le esigenze e le preoccupazioni di chi beneficia di queste soluzioni avanzate.
Non puoi fidarti dei sistemi di intelligenza artificiale se non sai come funzionano
Etica e impasse legale
Il tema della fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale applicati alle carrozzine intelligenti non è solo una questione etica, ma solleva anche problemi legali di grande rilievo. La mancanza di trasparenza nei processi decisionali delle AI può rendere difficile attribuire responsabilità in caso di incidenti. “Dove risiede l’errore? Nel software, nei sensori? È colpa della compagnia o di un terzo? Le situazioni opache non possono essere utilizzate in contesti critici,” afferma Flammini, evidenziando la necessità di avere sistemi chiari e rintracciabili.
Un altro aspetto cruciale è la determinazione di una soglia di sicurezza accettabile per l’utilizzo di tali tecnologie. Flammini spiega che, per essere considerati affidabili, i sistemi devono garantire una probabilità di incidente sempre al di sotto di certi limiti, simile a quelli richiesti per il settore dei trasporti, come nei treni e negli aerei, dove si considera una probabilità inferiore a 10^-9. Questo è un obiettivo difficile da raggiungere per le attuali applicazioni di intelligenza artificiale, e la mancanza di dati e prove chiari rende lo sviluppo di tali tecnologie ancora più complicato.
In aggiunta, l’interazione tra umano e macchina richiede che l’AI non solo sia in grado di eseguire compiti autonomamente, ma anche che possa rifiutarsi di eseguire comandi pericolosi, sia deliberati che involontari. Kuipers sottolinea: “È fondamentale che un robot possa negarsi di eseguire ordini che lo porterebbero a situazioni letali, come scendere una scala o saltare da un balcone.” Tali parametri etici sono infatti altrettanto essenziali quanto quelli tecnici e devono essere comunicati chiaramente agli utenti.
Un’ulteriore difficoltà per il progetto delle carrozzine intelligenti è la mancanza di una legislazione che regoli l’uso dei droni negli spazi pubblici. La difficoltà giuridica si riflette nelle responsabilità legali legate alle nuove tecnologie, complicando la formazione di normative chiare. I ricercatori devono quindi affrontare sia i problemi pratici di implementazione della tecnologia che le questioni giuridiche e normative necessarie per operare in sicurezza e nel rispetto della legge.
Nonostante queste sfide, Flammini e il suo team continuano a lavorare per fare avanzare le loro ricerche, convinti che le innovazioni possano trasformare il modo in cui le persone con disabilità vivono e interagiscono con il mondo. La combinazione di tecnologia avanzata e un rigoroso esame delle questioni etiche e legali è fondamentale per garantire che i benefici di questa ricerca raggiungano gli utenti in modo sicuro, etico e responsabile.
Etica e impasse legale
La questione della fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per le carrozzine intelligenti non riguarda solo aspetti etici, ma si intreccia anche con importanti problematiche legali. La trasparenza nei processi decisionali delle AI riveste un ruolo cruciale nella determinazione delle responsabilità in caso di incidenti. “Dove si trova l’errore? Nel software, nei sensori? È colpa dell’azienda o di un terzo? Le situazioni poco chiare non possono essere utilizzate in ambiti critici,” sostiene Flammini, sottolineando l’esigenza di avere sistemi comprensibili e facilmente rintracciabili.
Un elemento altrettanto rilevante è la definizione di una soglia di sicurezza accettabile per l’impiego di tali tecnologie. Flammini spiega che affinché i sistemi possano essere considerati affidabili, devono garantire una probabilità di incidente al di sotto di determinati limiti, simile agli standard richiesti per i trasporti come treni e aeroplani, dove la soglia è fissata a meno di 10^-9. Raggiungere questo obiettivo è estremamente impegnativo per le attuali applicazioni di intelligenza artificiale, e la scarsità di dati e prove concrete rende ulteriormente complesso lo sviluppo di tali tecnologie.
Inoltre, l’interazione tra esseri umani e macchine deve garantire che l’intelligenza artificiale non solo sia capace di svolgere compiti autonomamente, ma possa anche rifiutarsi di eseguire ordini pericolosi, sia deliberati che accidentali. Kuipers enfatizza che “è essenziale che un robot possa rifiutarsi di eseguire comandi che lo porterebbero a situazioni letali, come scendere una scala o lanciarsi da un balcone.” Tali considerazioni etiche si rivelano tanto vitali quanto quelle tecniche e devono essere comunicate chiaramente agli utenti.
Una complicazione ulteriore per il progetto delle carrozzine intelligenti è rappresentata dall’assenza di una legislazione chiara riguardante l’uso dei droni in spazi pubblici. Questa difficoltà giuridica si riflette nelle responsabilità legali associate alle nuove tecnologie, rendendo complessa la creazione di normative specifiche. I ricercatori si trovano così a dover affrontare tanto i problemi pratici di implementazione tecnologica quanto quelli giuridici e normativi necessari per operare in modo sicuro e conforme alla legge.
Nonostante le sfide esistenti, Flammini e il suo team sono determinati a proseguire nelle loro ricerche, convinti che le innovazioni possano realmente cambiare il modo in cui le persone con disabilità interagiscono con il mondo circostante. La combinazione di tecnologie all’avanguardia con un’attenta considerazione delle questioni etiche e legali è fondamentale per garantire che i vantaggi di questa ricerca vengano offerti agli utenti in modo sicuro e responsabile.