Plastic Milano chiude definitivamente ricordi e tributi delle celebrità alla storica discoteca

Il ruolo storico del Plastic nella vita notturna di Milano
Il Plastic di Milano ha rappresentato per oltre quattro decenni un punto di riferimento imprescindibile nella vita notturna della città, incarnando un luogo unico nel panorama dei locali notturni italiani. Fondato negli anni ’80, il club si è distinto per la capacità di accogliere culture alternative e di diventare il fulcro di una comunità vibrante, aperta e inclusiva. La sua evoluzione, culminata nel trasferimento da Viale Umbria a Via Gargano nel 2012, ha consolidato il suo ruolo di catalizzatore sociale e culturale, capace di attrarre giovani, artisti e personalità di spicco. Il Plastic non è stato solo una discoteca, ma un vero e proprio laboratorio di tendenze e sperimentazioni musicali, simbolo di libertà espressiva e diversità. La chiusura definitiva, avvenuta il 28 giugno 2025 senza clamore, segna la fine di un’epoca che ha visto il locale affermarsi come uno dei simboli più significativi della movida milanese.
Indice dei Contenuti:
Il saluto dei vip e delle celebrità al Plastic
Il Plastic ha lasciato un segno indelebile sia nella cultura musicale che nel mondo dello spettacolo, raccogliendo attestati di stima e affetto da parte di numerose personalità del panorama nazionale e internazionale. Tra le voci più emozionate, spiccano quelle di Myss Keta e Paola Iezzi, che sui social hanno celebrato l’energia e la magia che hanno caratterizzato il club per decenni. Myss Keta ha salutato il locale con un semplice ma carico di sentimento: “Grazie di tutto Plastic, ci si vede in pista”. Paola Iezzi ha invece ricordato gli anni di emozioni, musica e amicizie nate tra quelle mura, definendo il Plastic “la casa di tutti noi”.
Ma non sono mancate espressioni di rammarico e nostalgia da parte di altre celebrità come Skin, che ha interrotto con un disperato “Nooooo” la notizia della chiusura, e Lucilla Agosti, che ha descritto il club come un luogo simbolo di libertà e scambio culturale. Anche Syria ha voluto esprimere il proprio personale ringraziamento per i momenti condivisi dietro la consolle, sottolineando il legame profondo con lo staff e i frequentatori storici. Infine, Carlo Mengucci ha sintetizzato il sentimento collettivo ricordando il Plastic come fonte inesauribile di emozioni indimenticabili che rimarranno per sempre nel cuore di chi vi ha partecipato.
L’eredità culturale e sociale del club nella comunità LGBT+
Il Plastic di Milano ha rappresentato molto più di un semplice locale notturno, assumendo nel corso degli anni un ruolo cruciale nell’ambito della comunità LGBT+ e non solo. Il club è stato un crocevia di identità, storie e battaglie sociali, un vero e proprio spazio di libertà dove esprimersi senza paura e senza giudizi. Grazie alla sua apertura e inclusività, il Plastic ha contribuito a creare un tessuto culturale unico, in cui musica, arte e attivismo si intrecciavano per promuovere la visibilità e i diritti delle persone LGBTQIA+. La sua eredità non si limita alla pista da ballo, ma si estende all’impatto sociale e culturale che ha lasciato, fungendo da modello per altri spazi di aggregazione e sostegno.
Nel corso della sua attività, il club ha sostenuto attraverso eventi e iniziative le lotte contro l’omofobia e ogni forma di discriminazione, diventando uno spazio sicuro e una casa per chi cercava accettazione e appartenenza. Il Plastic si è così consolidato come un improvvisato ma efficace laboratorio culturale, in cui la comunità LGBT+ ha potuto sperimentare nuove forme di espressione e solidarietà. La chiusura della discoteca segna la fine di un’epoca, ma anche il lascito prezioso di una storia che ha contribuito a plasmare l’identità e la visibilità di una generazione, trasformando Milano in una delle capitali italiane riconosciute per la propria inclusività e varietà culturale.
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