Piattaforme di streaming: come i dazi di Trump influenzeranno i costi per gli abbonati nel 2023

Piattaforme di streaming e impatti dei dazi
Negli ultimi anni, i servizi di streaming hanno dimostrato una notevole resistenza agli impatti economici, in particolare durante la pandemia di Covid-19. Per salvaguardare e mantenere la base di abbonati acquisita in quel periodo, queste piattaforme hanno iniziato ad implementare strategie come l’offerta di pacchetti combinati e alleanze con i fornitori di servizi via cavo e internet negli Stati Uniti, facilitando l’accesso ai loro contenuti. L’industria ha anche cercato di ampliare il proprio pubblico introducendo piani a prezzi competitivi, talvolta sostenuti dalla pubblicità. Secondo i dati forniti dai dirigenti di Disney, si stima che alla fine del 2024 oltre la metà dei nuovi abbonati a Disney+ abbia scelto un abbonamento con pubblicità. Tuttavia, l’inasprimento dei dazi imposto dall’amministrazione Trump potrebbe minacciare questa strategia di contenimento dei costi. Settori particolarmente colpiti dai dazi, come quello automobilistico, rappresentano anche una parte significativa degli investimenti pubblicitari delle aziende. Matthew Bailey, analista pubblicitario di Omdia, esprime preoccupazione per il fatto che il calo delle spese pubblicitarie potrebbe indurre le piattaforme a ricorrere a rincari dei prezzi per i loro servizi di streaming. Questo potrebbe non solo influenzare il mercato interno statunitense, ma avere ripercussioni anche su una vasta gamma di strategie aziendali per i giganti del settore.
Strategie delle piattaforme di streaming
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Le piattaforme di streaming sono sempre più al centro di un’accanita competizione per attrarre e mantenere gli abbonati, e le loro strategie si evolvono in risposta al cambiamento delle condizioni di mercato, compresi i recenti dazi imposti dall’amministrazione Trump. In un tentativo di non perdere abbonati, i servizi di streaming hanno iniziato a diversificare le loro offerte. Molti hanno introdotto pacchetti in bundle, collaborando con operatori via cavo e fornitori di servizi internet per ampliare la loro portata e rendere i contenuti più accessibili ai consumatori. Questa mossa non solo aiuta a fidelizzare gli utenti esistenti, ma attira anche nuovi abbonati, rendendo il pacchetto complessivo più attraente.
In aggiunta, l’industria ha anche abbracciato l’introduzione di piani a prezzi ridotti, incentivati dalla presenza di pubblicità. Tale approccio ha dimostrato di essere vincente, con Disney+ che riporta che una porzione significativa dei nuovi abbonamenti è stato sottoscritto con queste opzioni meno costose. Tuttavia, con il cambiamento delle dinamiche economiche dovuto ai dazi, vi è il rischio che i servizi di streaming debbano rivedere queste strategie aggressive per mantenere la redditività. Gli analisti rilevano che, nonostante si avvalga di piani pubblicitari per sostenere i margini, un calo previsto nelle spese pubblicitarie potrebbe spingere molti gestori a considerare aumenti di prezzo come un’opzione per proteggere i propri profitti.
Effetti dei dazi sulle pubblicità
Le conseguenze dei dazi imposti dall’amministrazione Trump si riflettono in maniera diretta anche sul settore pubblicitario, un’area cruciale per il finanziamento delle piattaforme di streaming. Con l’aumento dei costi legati all’importazione di beni e servizi, le aziende maggiormente colpite, come le case automobilistiche, tendono a rivedere i propri budget pubblicitari, con un possibile ridimensionamento della spesa. Questa realtà mette in discussione la sostenibilità dei modelli basati sulla pubblicità, che molte piattaforme di streaming hanno adottato come strategia chiave per fronteggiare la concorrenza e mantenere contenuti senza aumenti di prezzo immediati per gli abbonati. Matthew Bailey, esperto di Omdia, avverte che la relazione tra il calo delle spese pubblicitarie e l’aumento dei prezzi per i servizi di streaming potrebbe diventare più palpabile nei mesi a venire. Nel momento in cui i budget pubblicitari si rimpiccioliscono, le piattaforme potrebbero sentirsi costrette a riconsiderare la loro politica di pricing. In aggiunta ai fattori macroeconomici, la tensione tra l’industria dell’intrattenimento e i grandi inserzionisti suggerisce che ci si aspettano cambiamenti significativi, rendendo i modelli meno prevedibili e definendo una nuova era per le entrate da pubblicità. La situazione, quindi, appare critica e in evoluzione, richiedendo alle piattaforme di adattarsi rapidamente ai cambiamenti per rimanere competitive e redditizie in un panorama sempre più complesso.
Possibili cambiamenti nei contenuti
Il panorama dei contenuti disponibili sui servizi di streaming potrebbe subire un ripensamento strategico in risposta agli effetti economici provocati dai dazi imposti dall’amministrazione Trump.
Le aziende del settore hanno dimostrato, in diverse occasioni, la loro volontà di sostenere produzioni di alta qualità per mantenere l’interesse degli abbonati. Tuttavia, analisti come Erickson avvertono che la crescente pressione economica potrebbe indurre i giganti dello streaming a rivedere le proprie priorità nella produzione di contenuti. È probabile che si assista a una minore disponibilità di investimenti per progetti più piccoli e indipendenti, spostando l’attenzione su contenuti più commerciali e potenzialmente più redditizi.
In un contesto in cui Apple, ad esempio, ha già iniziato a subire perdite significative derivanti dal segmento streaming, la suddetta azienda potrebbe optare per una gestione più conservativa dei budget per le produzioni originali. Ciò potrebbe tradursi in un numero ridotto di stagioni per serie di successo come “Severance”, sebbene si escluda completamente l’ipotesi di abbandonare i titoli di punta.
Inoltre, c’è un rischio realistico che, se l’economia statunitense dovesse entrare in una fase di recessione, le piattaforme di streaming possano trovarsi a dover valutare con maggiore cautela l’approvazione di nuovi progetti. Questo scenario potrebbe in ultima analisi influenzare la varietà e la qualità dei contenuti disponibili, incidendo sull’intera esperienza dell’utente e sul posizionamento competitivo di queste piattaforme sul mercato.
Reazioni internazionali alle misure di Trump
Le misure economiche adottate dall’amministrazione Trump, in particolare riguardanti l’imposizione di dazi, hanno suscitato una reazione diffusa a livello internazionale, soprattutto da parte di paesi che si sentono minacciati dalle politiche commerciali statunitensi. Diverse nazioni, tra cui la Cina, hanno iniziato a considerare l’implementazione di politiche retaliatorie nei confronti dei servizi di streaming americani. Il dibattito aperto sulle restrizioni all’importazione di film statunitensi riflette una crescente tensione commerciale che potrebbe influenzare significativamente il panorama dello streaming a livello globale. A tal riguardo, report recenti suggeriscono che le autorità cinesi stiano valutando misure severe, fino a vietare o aumentare i dazi sui contenuti esportati dagli Stati Uniti.
Queste possibili azioni non solo mettono a rischio i profitti delle principali piattaforme americane, ma potrebbero anche alterare le dinamiche di consumo dei contenuti di intrattenimento nel mercato globale. È plausibile che altre nazioni seguano l’esempio della Cina, considerato che la posizione dominante delle aziende statunitensi nel settore della tecnologia e dell’intrattenimento è sempre più vista con sospetto. Con i servizi di streaming che possono già essere percepiti come una forma di soft power americano, i paesi in risposta potrebbero intensificare il sostegno per le proprie produzioni locali come alternativa ai contenuti americani. Tale scenario potrebbe indurre un ripensamento dei piani strategici da parte delle piattaforme di streaming statunitensi, le quali potrebbero dover adattarsi a un contesto geopolitico sempre più complesso.
Mentre i dazi di Trump continuano a permeare le discussioni economiche internazionali, le reazioni dei governi esteri alle politiche commerciali potrebbero compromettere non solo la redditività delle piattaforme statunitensi, ma anche la fruizione dei contenuti da parte degli utenti in tutto il mondo. Il futuro del settore dello streaming sarà quindi influenzato non solo da fattori economici interni, ma anche da dinamiche geopolitiche che possono cambiare rapidamente e in modi imprevedibili.
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