Perché si regalano le mimose l’8 marzo?
E’ una tradizione tutta italiana quella di regalare alle nostre spose, fidanzate, colleghe un mazzo di mimose per celebrare la Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo. Ma perché è stata scelta proprio la mimosa?
Nel 1946, l’U.D.I. (Unione Donne Italiane) era alla ricerca di un fiore che potesse essere protagonista della prima festa della donna, dopo la guerra. La scelta è stata ovvia: la mimosa è una delle poche piante che fiorisce all’inizio di marzo. Inoltre, aveva il vantaggio di essere molto economica, data la situazione difficile di quel periodo storico.
La scelta del luminoso fiore giallo, da allora diventato per sempre il simbolo della Festa della Donna, non è però dovuta solo al fatto che sboccia in questo periodo dell’anno, ma anche per il suo colore giallo brillante, un simbolo di vitalità e di gioia, che rappresenta il passaggio dalla morte alla vita. In aggiunta, nonostante il suo aspetto fragile, la mimosa è molto resistente! Aggraziata e forte come tutte le donne.
Da allora è diventata una tradizione per gli uomini acquistare piccoli rametti di mimosa da offrire alle donne. Non solo: i coltivatori italiani si impegnano a destinare una parte del ricavo della vendita al sostegno di progetti legati a cause delle donne, come ad esempio centri di accoglienza per le donne sottoposte a violenza, la ricerca sul cancro o cooperative gestite da donne in Paesi del Terzo mondo.
La mimosa appartiene alla famiglia delle acacie e la varietà più popolare che cresce qui in Italia è l’acacia dealbata, che, nelle giuste condizioni, cresce fino a un’altezza di parecchi metri. Originaria della Tasmania, questa bellissima pianta come è noto ha fiori gialli molto piccoli.
Come la mimosa sia arrivata in Europa dall’Australia non è del tutto chiaro. C’è chi dice che sia stato il capitano Cook, ma in Spagna si sostiene che sia stato il duca di Vallombrosa. Gli inglesi affermano invece che sia stato Lord Brougham, ex Lord Cancelliere d’Inghilterra, che si stabilì a Cannes nel 1830. A dire il vero, prima di giungere il Liguria, è proprio in Costa Azzurra che si è diffusa la mimosa: a Ste Maxime, St Raphael e Grasse, Mandelieu e, naturalmente, Bormes-les-Mimosas, come dice il nome stesso.
Se vi piacciono gli eventi di festa molto affollati andate a Mandelieu-La Napoule: nel febbraio di ogni anno viene organizzato uno show spettacolare con circa 12 tonnellate di fiori gialli intessuti in sculture floreali che illustrano un tema sempre diverso.
La maggior parte delle piante di mimosa è coltivata in Liguria, sulle terrazze affacciate sul mare. Qui il clima è ideale per queste piante che, per crescere bene, non dovrebbero mai essere sottoposte a temperature sotto lo zero e, soprattutto, ben al riparo dal vento. La Coldiretti sostiene che l’industria della mimosa è vantaggiosa per l’ambiente per due motivi: in primo luogo le piante sono coltivate secondo i principi di eco-sostenibilità, e in secondo luogo sono coltivate su terreni agricoli che altrimenti sarebbero abbandonati e soggetti ad erosione.
Per darvi un’idea di quanto sia popolare la tradizione di regalare le mimose qui in Italia per la Festa della Donna, si prevede che oggi almeno 15 milioni di rametti di mimosa saranno regalati già di prima mattina. Per mantenere i fiori freschi il più a lungo possibile si dovrebbero tagliare le foglie più basse con un coltello affilato e mettere i mazzetti in un vaso con acqua tiepida, non fredda, cui è meglio aggiungere un paio di gocce di succo di limone. E ‘importante collocare i fiori in piena luce, ma ben lontano da qualsiasi fonte di calore.