Per i disabili si semplifica il collocamento mirato
Con un decreto legislativo il 4 settembre il Consiglio dei Ministri rivede il collocamento mirato, all’interno dei decreti attuativi del Jobs Act (legge 10 dicembre 2014, n. 183) e prevede la razionalizzazione e semplificazione dell’inserimento mirato delle persone con disabilità.
Lo sapevi che chiedere la pubblicazione di comunicati stampa promozionali gratuitamente è evasione fiscale. ==> LEGGI QUI perchè.
I datori di lavoro privati possono assumere lavoratori con disabilità tramite richiesta nominativa, ma non di effettuare l’assunzione diretta: i disabili devono comunque iscriversi in apposite liste.
Nella quota di riserva entrano comunque i lavoratori disabili con riduzione di capacità lavorativa di una certa entità, anche se non sono stati assunti con le procedure di collocamento mirato. L’incentivo al datore di lavoro da parte dell’INPS per le assunzioni dei disabili viene corrisposto direttamente e immediatamente al datore di lavoro mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili, con un incentivo di durata più lunga (fino a 5 anni) in caso di assunzione di persone con disabilità intellettiva e psichica.
Le iscrizioni agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio sono in crescita, perché nei momenti di crisi chi ha una disabilità anche lieve cerca logicamente di entrare nelle liste: però non tutto fila sempre liscio. Ad esempio nel 2013 gli avviamenti al lavoro delle persone con disabilità hanno segnato un nuovo minimo storico rispetto al precedente del 2009. Ora il trend con queste facilitazioni dovrebbe migliorare.
Le nuove regole vanno a incentivare la chiamata nominativa rispetto alla normale chiamata numerica e riescono a privilegiare chi ha una disabilità più grave. Le linee guida per il collocamento mirato sono previste entro 18 mesi dall’entrata in vigore del decreto.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
Questa decisione del governo si affianca all’altra già comunicata in agosto a proposito dei “neomaggiorenni” che ogni anno escono dai percorsi di accoglienza, case famiglia e famiglie affidatarie. Ogni anno finora duemila giovani particolarmente vulnerabili perché vittime di abusi o inadeguatezze familiari, al raggiungimento della maggiore età erano lasciati completamente soli ed esposti a nuovi rischi.
Le Commissioni Lavoro di Camera e Senato hanno riconosciuto la necessità di prevedere, nei decreti attuativi del Jobs Act, i meccanismi per l’inserimento lavorativo di questi “neomaggiorenni”.
Lo sapevi che chiedere la pubblicazione di comunicati stampa promozionali gratuitamente è evasione fiscale. ==> LEGGI QUI perchè.