Pensioni in aumento da dicembre scopri motivi e novità in arrivo a gennaio 2024

aumenti in arrivo già a dicembre: tredicesima e quattordicesima mensilità
Le pensioni di dicembre vedranno incrementi significativi per effetto di due elementi fondamentali che le rendono più sostanziose rispetto ai ratei mensili ordinari. A dicembre si eroga infatti la tredicesima mensilità, una quota aggiuntiva che corrisponde a un intero trattamento pensionistico in più. Questa mensilità supplementare rappresenta un aumento netto per tutti i pensionati, con l’eccezione di coloro che ricevono la pensione con l’Ape sociale. La tredicesima equivale quindi a un doppio rateo per il mese di dicembre, ma l’effetto netto varia in base alla tassazione applicata. Parallelamente, da dicembre è prevista anche l’erogazione della quattordicesima mensilità per i pensionati con più di 64 anni che hanno festeggiato il compleanno dopo luglio 2025. Questa maggiorazione sociale è riservata a chi percepisce una pensione fino a due volte il trattamento minimo INPS e viene calcolata proporzionalmente ai mesi successivi al compimento dell’età prevista. In sintesi, la combinazione di tredicesima e quattordicesima determina un aumento complessivo delle pensioni a dicembre, segnando una fase di rilievo per i pensionati che anticipa ulteriori adeguamenti per l’anno successivo.
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effetti fiscali sulle pensioni di dicembre
Il mese di dicembre porta con sé una serie di implicazioni fiscali che influenzano l’importo netto percepito dai pensionati. La tredicesima, pur essendo una mensilità aggiuntiva, viene tassata senza le detrazioni abituali che si applicano ai ratei ordinari. Questo accade perché le detrazioni spettano su base annua e quindi sono già state usufruite nei primi undici mesi dell’anno. Di conseguenza, la tredicesima è soggetta a un’aliquota piena che, nel caso delle pensioni collocate nel secondo scaglione IRPEF, si attesta al 35%, ovvero quella che si applica tra i 28.000 e i 50.000 euro di reddito annuo. Per la parte di pensione tassata entro la no tax area, invece, l’onere fiscale è assente o ridotto.


Inoltre, per quanto riguarda le addizionali comunali e regionali, queste vengono versate complessivamente da gennaio a novembre e non su dicembre, determinando così un beneficio fiscale nel rateo di dicembre che risulta più elevato sotto il profilo netto. L’assenza di tali addizionali nell’ultima mensilità dell’anno comporta un aumento del netto percepito, indipendentemente dalla quota aggiuntiva corrisposta.
La quattordicesima, destinata a una platea specifica, segue regole analoghe riguardo la tassazione: è infatti soggetta all’IRPEF senza ulteriore detrazione, con un impatto fiscale più evidente per chi supera la no tax area. Pertanto, nonostante l’incremento del lordo pensionistico in dicembre, il carico fiscale applicato su queste mensilità supplementari incide sull’importo netto finale, dando luogo a un aumento netto complessivo comunque inferiore al lordo erogato.
rivalutazione e adeguamento delle pensioni da gennaio 2026
A partire da gennaio 2026, le pensioni subiranno un adeguamento dovuto alla rivalutazione automatica legata all’inflazione. Questa rivalutazione, calcolata dall’INPS, mira a preservare il potere d’acquisto dei pensionati adeguando gli importi all’aumento dei prezzi registrato nell’anno precedente. Il tasso di inflazione certificato per il 2026 è pari all’1,6% e verrà applicato integralmente alle pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo INPS.
Per le pensioni di fascia superiore, la rivalutazione sarà parzialmente ridotta: le quote comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo riceveranno un incremento pari al 90% dell’1,6% (ovvero l’1,44%), mentre la parte eccedente cinque volte il minimo sarà rivalutata al 75% dell’inflazione (1,20%).
Questo meccanismo servito da filtro consente di equilibrare l’adeguamento degli assegni pensionistici fra diverse fasce di reddito, tutelando in maniera più marcata i redditi medio-bassi e contenendo l’impatto finanziario complessivo sull’INPS e sulla finanza pubblica.
La misura decorre dal primo rateo di pensione erogato nel gennaio 2026, segnando un miglioramento strutturale degli importi percepiti, al netto delle imposte, in linea con l’andamento economico e i parametri stabiliti dalla normativa vigente.





