Pensioni a 64 anni e uscita anticipata con 25 anni di contributi ultime novità e aggiornamenti 2024

pensione anticipata a 64 anni: cosa prevede la normativa attuale
La normativa vigente consente ancora, nel 2026, la possibilità di accedere alla pensione anticipata a 64 anni, ma con requisiti specifici e restrittivi. In particolare, per beneficiare di questa opzione è necessario aver accumulato almeno 20 anni di contributi e garantire che l’importo della pensione raggiunga una soglia minima pari a tre volte l’assegno sociale, stimato intorno ai 1.620 euro mensili nel prossimo anno.
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Questa forma di pensionamento anticipato si fonda sul principio della pensione anticipata contributiva, rivolta soprattutto ai lavoratori il cui primo versamento contributivo sia avvenuto dopo il 31 dicembre 1995, cioè in regime totalmente contributivo. Chi soddisfa tali condizioni può attivare la pensione dai 64 anni, senza dover attendere i requisiti anagrafici più elevati previsti per l’uscita ordinaria.


Restano esclusi dalla normativa i meccanismi che prevedono l’utilizzo del TFR per anticipare l’uscita, misura che, pur discussa negli ultimi mesi, non è stata recepita nella legge di Bilancio. Tuttavia, la rendita derivante dalla previdenza integrativa rimane un valido strumento per integrare il reddito pensionistico, in particolare per chi possiede una contribuzione di almeno 25 anni, consentendo così di raggiungere l’ammontare minimo richiesto per accedere a questa opzione.
il mancato inserimento della proposta durigon nella legge di bilancio
La recente legge di Bilancio non ha incluso la proposta avanzata da Claudio Durigon, sottosegretario noto per la sua vicinanza alla Lega, che avrebbe potuto rivoluzionare l’accesso alla pensione anticipata a 64 anni. Questa misura intendeva estendere a tutti i lavoratori la possibilità di utilizzare il trattamento di fine rapporto (TFR) frazionato in rendita per anticipare l’uscita dal lavoro, un’opzione finora riservata solo a chi ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995.
Nel testo ufficiale della manovra non si trova alcuna traccia di questa estensione, confermando che, al momento, l’ipotesi di utilizzare il TFR come strumento previdenziale anticipato è stata respinta. Ciò rappresenta un duro colpo per chi auspicava un alleggerimento dei requisiti pensionistici nel breve termine, soprattutto per i contribuenti con carriere di almeno 25 anni di contributi.
Nonostante ciò, resta valido il sistema della pensione anticipata contributiva con i requisiti tradizionali, ma senza le facilitazioni proposte da Durigon. L’assenza di questa misura evidenzia come il legislatore abbia scelto una linea prudente, mantenendo invariati gli standard di accesso e la strutturazione finanziaria delle pensioni, probabilmente in attesa di soluzioni più articolate da sviluppare nei prossimi anni.
alternative per uscire dal lavoro con 25 anni di contributi nel 2026
Per i lavoratori che vantano almeno 25 anni di contributi, le possibilità di accedere a un pensionamento anticipato nel 2026 permangono, ma si presentano limitate rispetto alle aspettative iniziali. La normativa vigente consente di beneficiare della pensione anticipata contributiva a partire dai 64 anni, a condizione che l’assegno pensionistico raggiunga un minimo di tre volte l’importo dell’assegno sociale, stimato intorno ai 1.620 euro mensili. Questa soglia rende necessario l’integrazione della pensione con redditi aggiuntivi, tra cui spicca la rendita derivante dalla previdenza integrativa privata, uno strumento fondamentale per molti lavoratori nel raggiungimento del requisito economico.
Al contrario, l’idea di utilizzare il TFR frazionato come fonte di finanziamento per anticipare l’uscita non ha trovato spazio nella legge di Bilancio 2026, arrestando sul nascere una potenziale semplificazione per chi desiderava lasciare il lavoro prima dell’età ordinaria di pensionamento. La mancata adozione di questa misura lascia quindi inalterate le condizioni per la pensione anticipata, senza offrire nuove alternative praticabili a chi vanta un’anzianità contributiva pari o superiore a 25 anni.
Per chi ambisce al pensionamento anticipato a 64 anni con un monte contributivo di 25 anni, la strada resta improntata al rispetto dei requisiti tradizionali, supportata esclusivamente dall’accesso alla rendita previdenziale integrativa. Tale scenario sottolinea come le riforme previdenziali rimangano ancora in stallo, in attesa di futuri interventi legislativi che possano concretamente ampliare le opzioni di uscita anticipata dal mondo del lavoro.





