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Pensione rifiutata a 67 anni: scopri le cause e come evitarle!

  • Redazione Assodigitale
  • 18 Marzo 2025
Pensione rifiutata a 67 anni: scopri le cause e come evitarle!

Requisiti per la pensione e motivi di rifiuto

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Per accedere alla pensione di vecchiaia in Italia, è indispensabile soddisfare due requisiti fondamentali. In primo luogo, l’età pensionabile è stabilita a 67 anni, un parametro valido tanto per gli uomini quanto per le donne, che si applica sia ai lavoratori dipendenti che a quelli autonomi. In secondo luogo, vi è la necessità di aver accumulato un minimo di 20 anni di contributi versati, i quali possono derivare da diverse tipologie, inclusi lavoro, riscatti o contributi volontari.

Indice dei Contenuti:
  • Pensione rifiutata a 67 anni: scopri le cause e come evitarle!
  • Requisiti per la pensione e motivi di rifiuto
  • Il caso dei lavoratori contributivi puri
  • Strategie per evitare il rifiuto della pensione


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Tuttavia, nonostante il rispetto di queste condizioni, la domanda di pensione potrebbe ugualmente essere respinta. Un motivo frequente di rifiuto riguarda l’assenza del requisito economico per chi rientra nella categoria dei lavoratori definiti “contributivi puri”. Questi individui, che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996, devono rispettare un ulteriore vincolo: l’importo dell’assegno pensionistico deve essere almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, che per il 2025 si attesta intorno a 538,68 euro mensili. Qualora l’importo della pensione risultasse inferiore a questa soglia, l’INPS respingerebbe la richiesta, costringendo il richiedente a considerare alternative come il proseguimento dell’attività lavorativa o l’attesa fino ai 71 anni per ottenere la pensione senza limitazioni economiche.

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Il caso dei lavoratori contributivi puri

I lavoratori classificati come “contributivi puri” rappresentano una particolare categoria nel sistema previdenziale italiano. Questi individui hanno iniziato a versare contributi solo a partire dal 1° gennaio 1996, senza alcun accredito pregresso. Essendo soggetti a un regime di calcolo pensionistico più severo, devono soddisfare requisiti aggiuntivi per poter accedere alla pensione di vecchiaia. Oltre a rispettare l’età pensionabile di 67 anni e il requisito di concentrazione contributiva di almeno 20 anni, i contributivi puri devono garantire che l’importo dell’assegno pensionistico rispetti una soglia economica minima. Questo vincolo è fissato a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, che, per il 2025, si calcola attorno ai 538,68 euro mensili.


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Se la pensione calcolata risulta inferiore a questo valore, l’INPS non può procedere all’assegnazione della pensione, portando alla necessità di prendere decisioni difficili per il futuro lavorativo del richiedente. Le opzioni consentite includono il proseguire nel mondo del lavoro per incrementare i contributi o l’attesa fino al compimento dei 71 anni, momento in cui la pensione può essere concessa senza considerare il vincolo economico. Questa situazione richiede una consapevolezza attenta da parte dei lavoratori, affinché possano pianificare correttamente il loro percorso verso il pensionamento.

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Strategie per evitare il rifiuto della pensione

Per evitare il rischio di un rifiuto della pensione, è cruciale adottare un approccio proattivo nella gestione della propria posizione contributiva. In primo luogo, è consigliabile monitorare regolarmente il proprio estratto conto contributivo; questo documento, disponibile presso l’INPS, fornisce informazioni specifiche sui periodi di contribuzione e identifica eventuali lacune. Qualora si riscontrassero interruzioni nei contributi, è possibile optare per il riscatto di periodi non coperti, contribuendo così a incrementare il montante complessivo.

Un’altra strategia utile è quella di considerare la possibilità di continuare a lavorare più a lungo. Questo è particolarmente rilevante per i lavoratori definiti “contributivi puri”, dato che aumentare gli anni di contribuzione può risultare vantaggioso per raggiungere l’importo minimo richiesto per la pensione. Inoltre, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di effettuare versamenti previdenziali volontari: tali contribuzioni possono colmare eventuali lacune e migliorare il calcolo finale dell’assegno pensionistico.

Non sottovalutare l’importanza di richiedere consulenze presso l’INPS o da esperti in materia previdenziale. Una simulazione dell’importo pensionistico, prima di inoltrare la domanda, permette di pianificare con maggiore certezza e di evitare spiacevoli sorprese. Una preparazione meticolosa è essenziale per garantire un accesso sereno al trattamento pensionistico, rendendo l’intero processo più trasparente e prevedibile.


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