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Pavillon des Folies: Alessandro Michele e la bellezza della fragilità per Valentino

  • Redazione Assodigitale
  • 29 Settembre 2024
Pavillon des Folies: Alessandro Michele e la bellezza della fragilità per Valentino

Pavillon des Folies: debutto di Alessandro Michele per Valentino

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Pavillon Des Folies segna il debutto ufficiale di Alessandro Michele alla guida di Valentino. Lo stilista ha presentato la collezione Primavera/Estate 2025 nel corso della Paris Fashion Week, al 21 di Avenue de la Porte de Chatillon, nel 14esimo arrondissement. Erano presenti alla sfilata molti amici del designer e della Casa di Moda: Damiano David, Alessandro Borghi, Emma Mattone, Carla Bruni, Jared Leto, Harry Styles e molti altri ancora. L’invito alla sfilata era una copertina di spartito accompagnato da una musica composta appositamente per lo show. “Bisogna gioire,” canta una voce femminile dall’inizio alla fine dell’evento.

Indice dei Contenuti:
  • Pavillon des Folies: Alessandro Michele e la bellezza della fragilità per Valentino
  • Pavillon des Folies: debutto di Alessandro Michele per Valentino
  • La sfilata di primavera/estate 2025
  • Il nuovo capitolo alla guida di Valentino
  • Elementi iconici nella collezione
  • Un’atmosfera di fragilità e bellezza
  • Il messaggio di resilienza e significato


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Questa collezione rappresenta il primo impatto di Michele come Direttore Creativo dopo la transizione da Pierpaolo Piccioli, segnando un momento significante nella sua carriera. A giugno, Michele aveva fatto un’anticipazione del suo lavoro mostrando la collezione Pre-Spring 2025, ribattezzata Avant les Débuts, che presentava ben 171 look, dando così uno sguardo alla sua creatività al servizio di Valentino, dopo la prolifica carriera trascorsa con Gucci.

La sfilata non ha solo celebrato l’eleganza e la magnificenza tradizionale della Maison, ma ha anche mostrato come Michele riesca a reinterpretare e rinnovare i classici, portando un nuovo linguaggio visivo e narrativo che riflette la sua particolare estetica.

La sfilata di primavera/estate 2025


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Tra pellicce che ornano borse e abiti, piume, balze, un tripudio di paillettes e tanto pizzo (che torna anche sui collant), la sfilata Primavera/Estate 2025 esalta i codici che in questi decenni hanno reso iconico Valentino, sinonimo di eleganza e classe. I fiocchi fanno da filo conduttore della sfilata, dove non poteva mancare il simbolo per eccellenza della Maison: il rosso. Alessandro Michele fa proprio quel mondo, ma porta la sua visione, quel tocco poetico contemporaneo che lo accompagna sempre. Ecco quindi le frange sulle borse, i turbanti e le velette, i guanti trasparenti, le collane di perle e i look genderless.

La passerella ha presentato una fusione di stili che parlano a diverse generazioni, abbattendo le barriere tra il classico e il moderno. L’uso audace di materiali riflette la personalità frizzante e dinamica di Michele, mentre i design evocativi esplorano temi di inclusività e di libertà di espressione. Le modelle, con abiti che raccontano storie diverse, hanno sfilato in un connubio di eleganza senza tempo e innovazione radicale.

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La collezione ha destato l’attenzione per la sua capacità di trasformare elementi tradizionali in rappresentazioni contemporanee, facendo sì che ogni pezzo non fosse solo un abito, ma un’opera d’arte narrante. I giochi di trasparenze e le sovrapposizioni hanno dato vita a silhouette inaspettate, mentre dettagli delicati e sontuosi si alternavano, portando avanti un dialogo stilistico affascinante e provocatorio.

Anche i look genderless si sono fatti notare, con capi che sfidano le norme di genere, promuovendo un messaggio di libertà e autoaffermazione. Questo approccio audace ha reso la sfilata non solo un evento di moda, ma una celebrazione dell’identità e dell’individualità, un aspetto che diventa sempre più cruciale nel panorama moderno della moda.

Il nuovo capitolo alla guida di Valentino

Con l’arrivo di Alessandro Michele, Valentino entra in una fase di rinnovamento e di reinterpretazione della sua identità. Michele, con la sua lunga esperienza e il suo approccio innovativo, ha portato una ventata di freschezza, riflettendo il suo stile unico che combina elementi barocchi con un’estetica contemporanea. Questo nuovo capitolo è caratterizzato dalla capacità di Michele di fondere l’eredità storica della Maison con una visione avanguardistica, creando un dialogo tra passato e futuro.

La collezione Primavera/Estate 2025 non è solo una prima impressione, ma un’effettiva dichiarazione d’intenti. Michele riporta sulla passerella una narrazione che trascende il semplice abbigliamento, infondendo ogni pezzo di significato e storia. Sotto la direzione di Michele, Valentino si posiziona come un marchio che abbraccia la diversità e l’inclusività, rompendo le barriere stilistiche tradizionali e coinvolgendo una gamma più ampia di espressioni personali.

Questo passaggio di consegne da Pierpaolo Piccioli rappresenta un momento di riflessione e trasformazione. Mentre Piccioli ha portato avanti una visione di eleganza e fluidità, Michele costruisce su queste fondamenta, integrando il proprio linguaggio visivo e filosofico che si distingue per la sua poetica, a volte malinconica, ma sempre vibrante.

Con numerosi look genderless, Michele abbatte i confini di genere, invitando la moda a diventare un mezzo per l’autoespressione. Questo approccio audace e inclusivo sta già segnando una nuova era per Valentino, dove ogni individuo, indipendentemente dalla propria identità, può trovare nel design di Michele un riflesso della propria unicità e bellezza.

Elementi iconici nella collezione

La sfilata Primavera/Estate 2025 non si è limitata a riproporre i pilastri stilistici di Valentino, ma ha anche introdotto molteplici elementi iconici che riflettono la nuova visione di Alessandro Michele. Tra i tratti distintivi emerge l’utilizzo del rosso, il colore simbolo della Maison, che appare in varie sfumature e interpretazioni, rendendo ogni pezzo un tributo alla storicità del marchio.

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Fiori, fiocchi e dettagli sartoriali inaspettati hanno caratterizzato la collezione, con ricami elaborati che raccontano storie di eleganza e grazia. Il pizzo, rivisitato in chiave moderna, fa la sua ricomparsa, non solo in abiti da sera, ma anche su collant e accessori, ampliando il concetto di sensualità e raffinatezza.

Il lavoro di Michele gioca con la dualità di eleganza e audacia. Le frange, che ornano borse e capi, insieme a piume e paillettes, creano una tavolozza dinamica e soffice, mentre le silhouette presentano linee fluide ma incisive, permettendo a ogni outfit di esprimere una personalità unica. La cura dei dettagli è protagonista: dai guanti di organza trasparente ai turbanti decorati, ogni elemento è pensato per enfatizzare la bellezza della fragilità.

Le linee genderless, uno dei tratti distintivi della collezione, rompendo le tradizionali categorizzazioni materiali, contribuiscono a questa esplorazione di identità fluida e inclusiva, lasciando spazio alla libera espressione. In questo senso, la collezione di Michele rappresenta non solo una celebrazione della bellezza, ma anche una riflessione sui tempi moderni e sulla varietà delle esperienze umane.

La collezione non svilisce mai l’eredità di Valentino; piuttosto, la reinventa con una freschezza vivificante, sottolineando come l’iconico possa essere reinterpretato in modi inaspettati. La fusione di elementi storici con un tocco contemporaneo rende ogni pezzo non solo parte di un guardaroba, ma un vero e proprio manifesto di stile e individualità.

Un’atmosfera di fragilità e bellezza

Alessandro Michele ci porta in un’ambientazione notturna dalle luci soffuse: sembra una soffitta semi abbandonata. Ci sono tende bianche alle pareti e le modelle sfilano tra paralumi e mobili d’epoca coperti da tessuti. La passerella è fatta di vetri rotti, le crepe assumono quasi l’aspetto di costellazioni nel loro allargarsi a terra. Non a caso il tipico rumore che i vetri fanno quando si frantumano serpeggia anche tra le note della musica di sottofondo. Fragilità, precarietà, frattura: Alessandro Michele ci mette davanti ai nostri limiti, ma ci dice che è accogliendoli e sfidandoli che possiamo trovare un significato, un senso, sia a noi stessi che alle nostre vite.

Le creature fragili di Alessandro Michele raccontano la bellezza, ne diventano il simbolo, camminando sui vetri rotti dell’esistenza, così fuggevole e instabile: ci dicono che c’è bellezza e senso anche lì. Quest’atmosfera di vulnerabilità è accentuata dalla scelta di materiali delicati e trasparenti, che riflettono le luci in modo etereo. Ogni abito si fa portavoce di una narrativa di resilienza, evocando l’idea che la bellezza possa sorgere anche dalle esperienze più dolorose.

Questo tema è affrontato con una sensibilità particolare; l’arte di Michele permette di vedere oltre la superficie, invitando il pubblico a riflettere sull’importanza di accettare la fragilità come parte della vita. L’ambientazione stessa, con i suoi riferimenti nostalgici, amplifica la percezione di una bellezza effimera, ma profondamente significativa.

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Il colpo d’occhio sulla passerella è accompagnato da un sottofondo musicale che contribuisce a creare questa magica atmosfera, rendendo ogni istante della sfilata un’esperienza multisensoriale. Ogni modello, camminando su quel delicato palcoscenico di vetro rotto, simboleggia un viaggio attraverso la vulnerabilità e la forza, enfatizzando l’importanza di riconoscere e celebrare la fragilità dell’esistenza.

Il messaggio di resilienza e significato

In questo contesto di fragilità, Alessandro Michele ci invita a riflettere sulla resilienza, sottolineando che la bellezza non è solo nell’apparenza, ma nella capacità di affrontare le sfide e di trarre significato da ogni esperienza. I capi presentati non sono semplicemente articoli di moda, ma raccontano storie di lotta e di rinascita, evocando emozioni profondamente umane. Ogni modello sembra camminare con consapevolezza, portando il peso di una narrazione che va oltre il visibile, diventando simbolo di un messaggio universale.

La comunicazione visiva di Michele si traduce in un invito a celebrare la vita in tutte le sue sfaccettature, comprese le imperfezioni. I materiali delicati, le trasparenze e i dettagli meticolosi rimandano a una bellezza che è intrinsecamente legata alle esperienze di ognuno. La vulnerabilità viene elevata a una condizione di eroismo, dove non si scappa dalla sofferenza, ma si impara a danzare con essa, come dimostrato dalle modelle che calcano la passerella con grazia e determinazione.

Questo approccio trova eco in un contesto più ampio, dove l’arte e la moda diventano veicoli di espressione e confronto. Michele propone una visione in cui la fragilità è fonte di forza e autenticità, spingendo il pubblico a riconnettersi con la propria umanità. Questo messaggio si fa ancor più potente attraverso la scenografia originale, che funge da specchio alle emozioni suscitate. La scelta di una passerella di vetro rotto non è casuale: ogni passaggio che sembra precarico è in realtà un passo verso la libertà, un gesto che invita all’accettazione della complessità dell’esistenza.

Attraverso il suo lavoro, Michele riesce a trasformare la fragilità in un elemento di bellezza, non come un limite, ma come un’opportunità per esplorare nuove narrazioni. In un mondo che spesso celebra solo i trionfi e le vittorie, lui riporta in primo piano il valore delle esperienze quotidiane e delle lotte interiori. Queste creazioni non ci parlano solo di moda, ma di vita, amore, perdita e rinascita. Ogni sguardo e ogni movimento sulla passerella sono un promemoria che, anche tra i vetri rotti, ci sono storie che meritano di essere raccontate e vissute.


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