Paolo Benvegnù racconta la gioia di vivere nel Wired Next Fest Trentino
Paolo Benvegnù e il suo percorso musicale
Una musica malinconica, chitarra e voce-roca, dolce e insieme tenace si propaga per le strade del centro di Trento. Al Wired Next Fest Trentino 2024, l’artista toscano Paolo Benvegnù, storica voce del gruppo rock italiano Scisma, racconta la sua musica, cimentandosi in un racconto vivido e coinvolgente che riflette la sua unicità e la capacità di restare distante dai canali più mainstream. La sua ultima opera, “È inutile parlare d’amore”, gli ha fruttato la Targa Tenco 2024 per il miglior album in assoluto, un riconoscimento che celebra non solo la sua arte, ma la profondità dei temi trattati.
Durante il festival, Benvegnù ha anche deliziato il pubblico con alcuni brani in acustico dal suo recente lavoro, dimostrando un legame profondo con le sue radici musicali e con l’audience. Questa performance è stata l’occasione per condividere non solo la sua musica, ma anche la sua visione del mondo, ostinatamente idealista e ricca di valori umani che, oggi più che mai, sembrano necessitare di riscoperta.
Il suo percorso musicale è caratterizzato da una continua ricerca di autenticità e da un attaccamento ai valori che ha assimilato nel corso degli anni. Benvegnù, con la sua poesia, riesce a toccare le corde più profonde dell’animo umano, affrontando temi complessi con una sensibilità che risuona con chi ascolta. Questa autenticità è ciò che rende il suo viaggio musicale non solo un’esperienza sonora, ma anche una riflessione profonda su ciò che significa essere umani nel mondo contemporaneo.
La riflessione sulla tecnologia e la sua evoluzione
Benvegnù non si limita a cantare le sue esperienze, ma le integra anche in una riflessione più ampia sul ruolo della tecnologia nella nostra vita. “**Sono un perito informatico della prima ora**”, confessa, rivelando le sue radici nel mondo della tecnologia, prima di intraprendere la carriera musicale. La sua esperienza presso Alcatel, dove ha lavorato alla progettazione della rete cellulare europea, ha segnato un punto di svolta nella sua vita. L’artista racconta di un’epifania avvenuta quando ha compreso le implicazioni etiche e morali delle tecnologie che stava contribuendo a sviluppare.
“**Quando ho scoperto che alla presenza di parole chiave come ‘bomba’ o ‘rivoluzione’ dovevo segnalare il numero del chiamante e del destinatario**, ho deciso di lasciare tutto e sono venuto sul lago di Garda a fare il cameriere”, ricorda con un tono che mescola rassegnazione e ironia. La sua uscita dal mondo tecnologico segna l’inizio di una nuova fase della sua esistenza, caratterizzata da una crescente inquietudine nei confronti della direzione verso cui si sta muovendo la società.
“**La realtà che stiamo costruendo è una realtà della percezione più realista del reale. E di questo sono particolarmente spaventato**”, dichiara, esprimendo timori per una cultura che sembra privilegiare le immagini e le narrazioni superficiali rispetto alla sostanza. Benvegnù invita a riflettere su come la tecnologia stia plasmando le relazioni umane, e si interroga sulla disconnessione che può derivare da essa. Le sue parole scuotono la coscienza: il progresso tecnologico non deve essere fine a se stesso, ma deve servire a costruire connessioni più significative tra le persone.
Questa visione inquieta si riflette nella sua musica e nei temi che affronta nei suoi testi, che si fanno portavoce di una necessità di dialogo e di comprensione reciproca, elementi sempre più rari nel panorama attuale. La sua posizione rispetto alla tecnologia e al suo impatto sulla vita quotidiana offre uno spunto per una discussione più profonda sulle sfide da affrontare in un’epoca dominata dalla rapidità delle comunicazioni e dalla superficialità delle interazioni.
Temi e significati nell’ultimo album
Nell’album “È inutile parlare d’amore”, Paolo Benvegnù affronta temi profondi con la sua consueta sensibilità poetica, portando alla luce dinamiche complesse delle relazioni umane. **“Il problema degli esseri umani è la volontà di potenza, che si verifica in ogni tipo di relazione”**, dichiara l’artista, evidenziando come il dialogo sincero possa spesso essere ostacolato dalla volontà di prevalere sull’altro. La sua musica spinge a riflessioni che vanno oltre il semplice intrattenimento, invitando a considerare l’essenza stessa delle interazioni tra gli individui.
**“È bello avere un dialogo, anche quando porta al nulla, al non soverchiare l’altro”**, continua, mettendo in risalto l’importanza delle conversazioni autentiche anche quando non portano a conclusioni definitive. Questi concetti ricorrono nei suoi brani, creando un tessuto narrativo che invita l’ascoltatore a esplorare il significato di “comunicare”, nel rapporto tra l’essere umano e l’altro. Nonostante la sua visione disincantata, Benvegnù si sottrae all’etichetta di pessimista, scegliendo piuttosto di stimolare una ricerca di autenticità nell’esistenza. **“Ho capito che sbagliavo leggendo Don Chisciotte, il profeta dell’inutile e dell’impossibile”**, rivela, mostrando come la letteratura possa essere un ponte tra la consapevolezza e l’accettazione della fragilità umana.
**“Sono diventato bravissimo a sopravvivere facendo cose inutili. Questa per me è la summa della gioia”**, afferma, sottolineando un paradosso che sfida le convenzioni sociali. Benvegnù riscopre nella sua arte la bellezza dell’inutilità, una dimensione spesso ignorata dalla frenesia contemporanea. L’album diviene così un manifesto di resistenza, una celebrazione di attimi impalpabili e relazioni che ci definiscono, ribadendo che anche la semplicità ha un valore intrinseco. La sua musica si fa, quindi, veicolo di riflessione, in grado di risuonare profondamente nel cuore di chi ascolta.
L’educazione e i valori trasmessi alla figlia
Paolo Benvegnù non si limita a esplorare la complessità dell’esistenza attraverso la musica, ma si impegna attivamente anche nell’educazione della sua bambina di sette anni e mezzo. **“Sto cercando di convincerla che studiare significa prima di tutto capire il proprio interlocutore”**, afferma con determinazione. Questa visione dell’educazione riflette un profondo rispetto per l’intelligenza emotiva e sociale, elementi che riconosce come fondamentali nel mondo contemporaneo.
Benvegnù spiega come la vita odierna richieda una continua negoziazione tra diversi punti di vista, sottolineando che **“il mondo adesso si gioca su questo: chi vince tra l’interlocutore buono e quello cattivo, tra Gary Cooper e Robert Mitchum”**. A tal proposito, l’artista enfatizza l’importanza di sviluppare empatia e capacità di ascolto, qualità che possono agevolare le interazioni e le relazioni umane nel corso della vita.
Questa dedizione nella trasmissione di valori alla figlia viene arricchita dalla sua esperienza di vita, fatta di errori e riflessioni. Benvegnù non esita a condividere i suoi sbagli passati, rendendoli parte di un’importante lezione per la sua bambina. **“Con questo bagaglio di esperienze spirituali voglio insegnarle che il dialogo è essenziale, anche quando sembra non portare a nulla”**, dichiara, evidenziando così la bellezza nella ricerca di connessione e intesa tra le persone.
La sua prospettiva sull’educazione si intreccia con la sua musica, creando una sinergia tra arte e vita quotidiana. Benvegnù invita a riscoprire il valore dell’ascolto e della comprensione, in un’epoca in cui la comunicazione sembra sempre più superficiale e frenetica. La sua voce, quindi, diventa un faro per chi cerca di navigare le complessità della comunicazione umana, non solo come artista, ma anche come genitore che desidera legare i valori autentici all’esperienza di crescita della sua famiglia.
Nuove collaborazioni e il progetto “Piccoli fragilissimi film reloaded
Nuove collaborazioni e il progetto “Piccoli fragilissimi film reloaded”
Il 11 ottobre segnerà un nuovo capitolo nella carriera di Paolo Benvegnù con l’uscita di “Piccoli fragilissimi film reloaded”, una rivisitazione del suo primo album solista datato 2004. **“Con la mia band attuale, che rappresenta la quarta incarnazione del progetto Paolo Benvegnù, abbiamo deciso di rivisitare quel disco”**, spiega l’artista, sottolineando l’importanza di confrontare il passato con la sensibilità attuale.
Questo nuovo lavoro non si limita a essere una semplice riedizione; invece, si arricchisce di inediti e di prestigiose collaborazioni. Tra gli ospiti che hanno contribuito a questa nuova versione vi sono nomi di spicco della scena musicale italiana, come il trombettista jazz **Paolo Fresu**, il cantautore **Ermal Meta**, e la voce rock di **Piero Pelù**. Inoltre, l’eclettico **Motta**, il duo **La Rappresentante di Lista**, l’interprete **Tosca**, e la band **Fast Animals and Slow Kids** hanno dato il loro apporto, rendendo il progetto un vero evento musicale.
Benvegnù descrive il processo di rivisitazione come un dialogo tra le canzoni del suo passato e la sua attuale visione artistica. **“L’idea è di creare un legame tra le emozioni di allora e quella di oggi”,** afferma, evidenziando la capacità della musica di evolvere e di riflettere le esperienze vissute nel corso del tempo. Questa dinamica offre un’opportunità per i fan di rivivere i brani in una nuova luce, ma anche un modo per i nuovi ascoltatori di avvicinarsi al suo repertorio con una perspectiva fresca.
Il progetto rappresenta quindi non soltanto un ritorno alle origini, ma anche una celebrazione di come la musica possa trascendere il tempo e adattarsi alle trasformazioni personali e artistiche. Con “Piccoli fragilissimi film reloaded”, Benvegnù invita tutti a un viaggio emozionale che abbraccia nostalgia e rinnovamento, rendendo omaggio a un passato che continua a vivere e a risuonare nel presente.