Paesi UE affrontano difficoltà nell’attuazione di MiCA per la nuova normativa crypto
Situazione attuale dell’implementazione di MiCA nell’UE
Il regime normativo europeo per le criptovalute, noto come Mercati in Crypto Asset (MiCA), è imminente con la sua applicazione prevista entro la fine dell’anno, ma attualmente quasi un quarto dei 27 stati membri dell’UE non è ancora pronto per la sua implementazione. Per garantire l’applicazione della normativa, i paesi dell’Unione devono conformare le loro leggi nazionali a quelle previste da MiCA. Tra i paesi che non hanno ancora adempiuto a questo obbligo si annoverano Belgio, Italia, Polonia, Portogallo, Lussemburgo e Romania, come evidenziato in un documento redatto dall’Electronic Money Association, un’associazione di categoria del settore, condiviso con CoinDesk.
Le associazioni di categoria rappresentanti dell’industria cripto segnalano che la mancanza di preparazione di diversi stati membri viene sottovalutata dalle autorità centrali, come la Commissione Europea e l’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (ESMA), che sembrano intenzionate a mantenere la scadenza di fine anno nonostante il ritardo nell’adeguamento di alcuni paesi. Secondo Robert Kopitsch, co-fondatore di Blockchain for Europe, la situazione di attesa non sta proseguendo come previsto.
Il processo di implementazione di MiCA prevede due fasi principali: la prima è stata completata a giugno, con la necessità per gli emittenti di stablecoin di ottenere le necessarie autorizzazioni, mentre la seconda fase, relativa ai fornitori di servizi di crypto asset (CASP), deve avere luogo entro la scadenza di dicembre. Tali imprese devono registrarsi e stabilirsi in almeno un Paese dell’Unione per poter richiedere una licenza MiCA che consenta loro di operare nel mercato comune.
Obiettivi e scadenze della regolamentazione MiCA
Problemi e sfide per i paesi membri
Numerose nazioni dell’Unione Europea stanno affrontando notevoli difficoltà nell’adeguamento delle loro normative nazionali alle disposizioni di MiCA. Tra le principali criticità emerse, gli enti regolatori nazionali, o autorità competenti nazionali (NCA), lamentano una breve finestra temporale per sviluppare regolamenti efficaci. Da quando le specifiche tecniche regolamentari sono state finalizzate a ottobre, i vari stati membri hanno avuto soltanto due mesi per elaborare la documentazione necessaria e gestire le complessità burocratiche associate.
Questa situazione è particolarmente preoccupante secondo quanto riferito da alcuni gruppi di lavoro rappresentanti il settore cripto, che avvertono che l’implementazione di MiCA sta procedendo più lentamente del previsto. Robert Kopitsch di Blockchain for Europe ha evidenziato che il rischio di un ritardo si traduce in una costellazione di registrazioni incomplete e, di conseguenza, nella necessità per molte aziende di interrompere le loro operazioni, rendendo la situazione insostenibile. I paesi come Irslanda, Portogallo e Polonia si trovano al centro di queste difficoltà, complicando ulteriormente il quadro giuridico necessario per il corretto svolgimento delle attività nel settore delle criptovalute.
Alcuni stati, tra cui Germania e Malta, dovranno allineare le loro normative esistenti con le specifiche di MiCA, un processo che richiede tempo e attenzione ai dettagli. Le incertezze politiche e legislative, insieme a una mancanza di coordinamento tra i vari organi di governo, hanno contribuito a creare un ambiente di incertezza che ostacola il progresso della regolamentazione complessiva. In questo contesto, le autorità potrebbero trovarsi nella posizione di dover giustificare il proprio operato, mentre le aziende e gli investitori continuano ad attendere chiarimenti e indicazioni sulle prossime fasi della regolamentazione.
Problemi e sfide per i paesi membri
Richieste del settore cripto e risposte delle autorità
In vista dell’imminente scadenza e delle pressanti sfide che i paesi membri dell’Unione Europea stanno affrontando per implementare la normativa MiCA, le associazioni del settore cripto hanno avanzato richieste specifiche. Una delle principali istanze riguarda l’introduzione di un periodo di “no-action”, della durata di sei mesi, durante il quale le autorità non dovrebbero sanzionare le imprese che non hanno ancora ottenuto l’autorizzazione necessaria. Questa richiesta è stata condivisa in una lettera inviata a ESMA da diversi gruppi di lavoro, tra cui Blockchain for Europe e l’European Crypto Initiative.
Nonostante l’urgenza e la logica di questa richiesta, fino ad ora ESMA ha respinto l’invito a sospendere l’applicazione delle sanzioni. Tuttavia, ci sono indicazioni che l’autorità stia preparando una comunicazione di “guida” per chiarire il timing delle scadenze e l’applicazione della regolamentazione. Le aziende del settore stanno vivendo una situazione di precarietà, poiché l’impossibilità di ottenere una licenza entro il termine stabilito potrebbe costringerle a fermare le operazioni commerciali.
Questa possibilità di interruzione delle attività non è solo dannosa per il business, ma comporterebbe anche un impatto negativo sull’intera percezione del mercato europeo da parte degli utenti. La mancanza di chiarezza e lo stress normativo sollevano preoccupazioni tra gli imprenditori, come espresso da Kopitsch, che ha messo in evidenza come questo scenario non influisca solo sulle aziende, ma possa anche generare delusione tra i consumatori.
La situazione è ulteriormente complicata dalle diverse tempistiche e modalità di attuazione della regolamentazione a livello nazionale. Le autorità competenti nei differenti stati membri evidenziano che il processo legislativo è lento e soggetto a molteplici fattori esterni. In Polonia, ad esempio, la Commissione Nazionale di Vigilanza Finanziaria (KNF) ha comunicato che il Ministero delle Finanze è responsabile della tempistica, sottolineando le difficoltà nel passare una legge nazionale in linea con MiCA entro la fine dell’anno.
Richieste del settore cripto e risposte delle autorità
In un contesto di incertezze normativo crescenti, le associazioni rappresentanti il settore delle criptovalute hanno sollecitato misure concrete per alleviare la pressione sulle aziende e facilitare l’allineamento alle nuove normative imposte da MiCA. Una delle richieste chiave avanzate riguarda l’istituzione di un periodo di “no-action” di sei mesi, durante il quale le imprese che non riescono a ottenere l’autorizzazione necessaria non dovrebbero essere soggette a sanzioni. Questa proposta è stata formalizzata in una lettera diretta a ESMA, inclusa la partecipazione di gruppi significativi come Blockchain for Europe e l’European Crypto Initiative.
Tuttavia, nonostante l’urgenza della situazione, ESMA ha finora rifiutato di accogliere la richiesta di sospensione delle sanzioni. Ci sono, però, notizie che l’ente potrebbe fornire delle “indicazioni” operanti sul timing e sull’applicazione delle normative da rispettare. Le imprese del settore si trovano quindi in una posizione precaria, in quanto la mancanza di una licenza entro il termine imposto potrebbe costringerle a interrompere le operazioni.
Questa potenziale fermata non impatta solo negativamente sul business, ma è anche destinata a compromettere la percezione generale del mercato europeo tra gli utenti finali. Le incertezze normative alimentano l’ansia tra gli imprenditori, come ribadito da Kopitsch, che ha sottolineato come la discontinuità delle attività danneggi entrambe le parti: le aziende rischiano di perdere quote di mercato, mentre i consumatori si trovano a fronteggiare servizi interrotti o inaccessibili.
A complicare ulteriormente la situazione è il ritmo variabile con cui le normative vengono attuate a livello nazionale. Le autorità competenti dei singoli stati membri si trovano ad affrontare un processo legislativo lento, che è influenzato da molteplici variabili esterne al loro controllo. Prendendo il caso della Polonia, la Commissione Nazionale di Vigilanza Finanziaria (KNF) ha dichiarato che spetta al Ministero delle Finanze gestire le tempistiche, segnalando così le difficoltà nel completare l’adeguamento legislativo necessario per rispettare le scadenze di MiCA.
Prospettive future per la regolamentazione cripto nell’UE
Con l’approssimarsi dell’effettiva attuazione dei Mercati in Crypto Asset (MiCA), il panorama della regolamentazione cripto nell’Unione Europea si presenta intriso di incertezze e sfide significative. I paesi membri che si trovano attualmente in difficoltà devono non solo accelerare il processo legislativo, ma anche garantire che le normative siano allineate alle specifiche di MiCA per assicurare un ambiente regolatorio coeso e funzionante. I responsabili politici e i regolatori devono collaborare in modo costruttivo per evitare una frammentazione normativa che potrebbe nuocere allo sviluppo del settore cripto in Europa.
In questo contesto, è essenziale che le autorità europee considerino attentamente l’introduzione di misure temporanee per facilitare l’adeguamento delle imprese e ridurre il rischio di interruzione delle operazioni. L’idea di un periodo di “no-action” di sei mesi proposto dai gruppi di lavoro rappresenta una soluzione pragmatica che potrebbe consentire un transitorio senza sanzioni per le imprese in attesa di autorizzazione. Sebbene ESMA abbia finora mostrato riluttanza a concedere tali richieste, è probabile che l’ente riconosca l’urgenza della situazione e riconsideri le sue decisioni sulla base dell’evoluzione futura della situazione di implementazione.
In particolare, l’engagement a lungo termine da parte delle autorità di vigilanza e dei regolatori nazionali sarà cruciale per stabilire relazioni di fiducia con le imprese del settore. Un approccio coordinato e un supporto continuo per facilitare le registrazioni e l’adeguamento alle normative rafforzerà la stabilità e la competitività del mercato cripto nell’UE. Qualora le disfunzioni attuali non vengano correttamente gestite, il rischio è che le aziende migrino verso giurisdizioni più favorevoli, indebolendo ulteriormente la posizione dell’Unione Europea nel panorama globale delle criptovalute.