Il rimpianto di Oscar Farinetti
“Aver studiato poco da giovane, quindi aver scoperto la letteratura, l’arte e la fotografia a 50 anni. Però preferisco avere rimorsi che rimpianti”. Così Oscar Farinetti, in occasione del suo settantesimo compleanno, riflette sui suoi rimpianti più profondi. Fra questi, spicca la figura di un caro amico che ha affrontato una lotta difficile contro l’alcolismo. Farinetti racconta di aver cercato di offrire supporto al suo amico, “offrendogli un posto di magazziniere, che ha mantenuto per dieci anni”. Nonostante questo tentativo di aiutarlo, la situazione è peggiorata: “rubava, un giorno le telecamere lo hanno inchiodato e l’ho dovuto licenziare”. Questa decisione si è rivelata devastante, poiché, dopo solo un mese, l’amico è morto in un tragico incidente, rimanendo vittima di un incendio nella sua mansarda mentre fumava. Farinetti condivide il suo dolore e la sua angoscia, ammettendo: “Questa cosa mi ha dilaniato. Tornassi indietro non lo licenzierei, spiegherei ai colleghi che tenerlo è un gesto d’amore”.
Questa esperienza ha segnato profondamente l’imprenditore, evidenziando l’importanza delle relazioni e della comprensione nei momenti più critici. I rimpianti di Farinetti non riguardano solo scelte professionali, ma colpiscono nel cuore, riportandoci alla fragilità umana e all’essenza delle interazioni sociali.
La lotta contro l’alcol
Oscar Farinetti approfondisce la drammatica storia del suo amico, mettendo in luce la complessità della lotta contro l’alcolismo. Questa non è solo una questione di scelte personali, ma riflette una rete intricata di sostegno sociale e psichico. “Ho cercato di aiutarlo offrendogli un posto di magazziniere”, racconta. Farinetti svela che il suo intento era genuino e proattivo, pensava di fornire un’opportunità che potesse garantire una stabilità lavorativa. Tuttavia, l’incapacità dell’amico di superare la sua dipendenza ha portato a conseguenze gravi e inaspettate.
Nel momento in cui l’amico è stato colto in fragrante dalla videosorveglianza mentre rubava, Farinetti si è trovato di fronte a un dilemma etico: mantenere il posto di lavoro e rischiare di mettere in discussione la propria attività, o applicare una misura severa ma necessaria per tutelare l’azienda. “Ho dovuto licenziarlo”, spiega l’imprenditore, rendendosi conto che il sistema dei valori e delle responsabilità aziendali spesso entra in conflitto con l’empatia umana. La decisione è stata un colpo duro per entrambi. “Dopo un mese è morto, bruciato vivo nella sua mansarda”, narra con voce rotta, l’incidente ha lasciato un segno indelebile nel suo cuore.
Farinetti riflette sullo stigma che circonda l’abuso di alcol: “Spesso, chi lotta contro questa malattia è visto con ostilità piuttosto che con comprensione”. La sua esperienza personale lo ha portato a concepire un messaggio di amore e solidarietà, sottolineando la necessità di essere meno giudicanti e più aperti a comprendere le sfide altrui. La sua conclusione lascia trasparire un profondo desiderio: “Spiegherei ai colleghi che tenerlo è un gesto d’amore”, un pensiero che riassume la sua posizione umanitaria nel contesto di una battaglia molto più grande di qualsiasi singolo individuo.
Investimenti e cambiamenti
Oscar Farinetti, in un’epoca segnata da sfide economiche e trasformazioni rapide, spiega il suo approccio agli investimenti e alle scelte strategiche. Rispondendo a una domanda sulla sua decisione di investire alla periferia di Bologna, in quello che oggi è conosciuto come Gran Tour Italia, Farinetti dichiara: “Per chiudere un cerchio”. Questo progetto, inizialmente concepito come Fico, è riuscito a prendere forma solamente dopo aver affrontato una serie di difficoltà, compresi i periodi di stagnazione durante e dopo la pandemia da Covid-19.
Farinetti racconta di come, in un primo momento, questo luogo non fosse sotto la sua gestione. “Poi è arrivato il Covid. Ma anche dopo la pandemia continuava ad andare male e davano tutti la colpa a me”, sottolinea. Quest’insicurezza lo ha spinto a prendere in mano la situazione e a riacquistare Fico, con l’intento di ripianare i debiti e trasformare il progetto in qualcosa di speciale. “L’ho ricomprato, ho ripianato i debiti e l’ho rifatto come gesto d’onore”, afferma con determinazione.
Il suo approccio agli investimenti è improntato a una sorta di missione personale. “Se perdo anche un po’ di soldi cosa mi cambia?” dice, rivelando la sua inclinazione a investire in progetti che considera significativi oltre il semplice guadagno finanziario. Farinetti si percepisce come un opportunista nel senso più nobile del termine: porta la sua visione e la sua esperienza nel mondo imprenditoriale, cercando di creare spazi che favoriscano la convivialità e la cultura.
Con un occhio rivolto al futuro, Farinetti esprime ottimismo: “Sono convinto che nel 2026 andrà in pari”. La sua perseveranza e la sua determinazione nel superare le avversità testimoniano una filosofia di vita che non si arrende di fronte alle difficoltà, ma si adegua e cresce, sempre alla ricerca di nuove opportunità.
Ruolo della famiglia
Nel racconto della sua vita, Oscar Farinetti mette in luce un elemento fondamentale che ha contribuito al suo percorso: il supporto della famiglia. La figura di sua moglie emerge come centrale, tanto che Farinetti afferma: “Dalla moglie che all’inizio mi ha ‘salvato’”. Lei, essendo una supplente di matematica, ha avuto un ruolo cruciale nel sostegno economico della famiglia, riuscendo anche a ottenere un posto all’istituto bancario San Paolo. “Grazie a lei, ogni 27 del mese arrivavano 600 mila lire”, un chiaro segno di come, in momenti difficili, il sostegno familiare sia stato determinante.
Farinetti riconosce l’importanza di questa stabilità economica nel facilitare le sue ambizioni imprenditoriali. Il compagno di vita ha rappresentato non solo un aiuto pratico, ma anche un sostegno morale. “Non entro in un negozio da quando sono sposato: né abbigliamento, né scarpe o calze. Va mia moglie”, racconta, sottolineando la complicità e il ruolo che la moglie ha nella gestione della vita quotidiana. Questa dinamica evidenzia come Farinetti delega molte delle responsabilità pratiche a lei, liberando così il suo tempo per le sue passioni imprenditoriali.
Il legame con la famiglia si estende anche alla sfera emotiva. Farinetti menziona frequentemente il valore della comunicazione e della comprensione reciproca, aspetti che rafforzano la loro relazione. Le decisioni imprenditoriali, le sfide e le vittorie sono vissute in maniera condivisa, creando un tessuto di supporto che resiste anche nei momenti più difficili. “Sono un mercante che fa luoghi di retail, ma odio fare il cliente”, spiega, dimostrando una chiara preferenza per i ruoli creativi e gestionali rispetto all’essere un consumatore passivo.
Passioni personali e preferenze gastronomiche
Quando si tratta di passioni personali, Oscar Farinetti non nasconde il suo amore per la cucina, rivelando che i suoi piatti preferiti sono quelli che richiamano alla tradizione. “I peperoni con la bagna cauda mi mandano fuori di testa”, afferma con entusiasmo, parlando di un piatto tipico della cucina piemontese. Questa scelta gastronomica non solo riflette il suo legame profondo con le radici culinarie italiane, ma mette in evidenza anche la sua attenzione per il cibo di qualità e per le esperienze conviviali che esso porta con sé.
Farinetti, noto per il suo impegno nella valorizzazione dei prodotti italiani, si distingue anche per la sua visione di un’alimentazione consapevole. La sua avversione per gli acquisti impulsivi o per l’uso eccessivo della tecnologia evidenzia un desiderio di tornare alla semplicità e all’autenticità, non solo nei suoi affari ma anche nella vita quotidiana. “Non entro in un negozio da quando sono sposato”, racconta, lasciando che sia la moglie a gestire gli aspetti pratici della vita. Questo dimostra la sua preferenza per dedicarsi alla creazione di esperienze più significative.
Inoltre, la sua ammirazione per figure come Jeff Bezos riflette una curiosità verso le innovazioni nel mondo digitale, ma sempre mantenendo un occhio critico sulle implicazioni di queste scelte. “Jeff Bezos è un genio assoluto, la persona che ammiro di più nel digitale”, dichiara, evidenziando l’importanza della tecnologia nella modernità, pur non facendone un uso ossessivo a livello personale.
La passione di Farinetti per la lettura emerge nei suoi commenti riguardo le librerie. A differenza del suo disinteresse per lo shopping, “lì ci vado”, con il chiaro intento di nutrire la sua mente e il suo spirito. Le librerie diventano un rifugio, un luogo dove raccogliere conoscenza e stimoli, in netto contrasto con il consumismo che spesso caratterizza le esperienze di acquisto moderne. Farinetti incarna così una figura che, pur immersa nel business, cerca di mantenere un equilibrio tra la vita professionale e le proprie passioni personali.