Opa su Parmalat, gli azionisti non ci stanno. Battaglia con Lactalis
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L’Opa lanciata da Lactalis su Parmalat non ha trovato d’accordo gli azionisti che considerano il prezzo troppo basso e non “riflette il reale valore della società”.
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Il gigante mondiale dell’industria casearia Lactalis martedì 27 dicembre ha annunciato il lancio di un’Opa sulla quota di azioni dell’azienda italiana Parmalat che non è ancora nelle sue mani.
L’obiettivo dell’operazione è far uscire la società dal listino di Borsa e integrarla nel suo raggio d’azione. L’operazione riguarderà il 12,26 per cento del capitale ed il prezzo offerto è di 2,80 euro ad azione.
Ma gli azionisti non ci stanno e sono pronti a dare battaglia. Come Arturo Albano, rappresentante in Italia del fondo Amber Capital che possiede una quota di Parmalat poco sotto il 3%.
Arturo Albano spiega perché il gruppo di Collecchio non può valere così poco. “Oggi Parmalat è valutata dal mercato 0,8 volte le vendite. I suoi competitor stanno a 1,5 volte, in media. Anche se applicassimo un moltiplicatore prudente e pari a 1, aggiungendo la posizione finanziaria netta attesa per fine anno, il titolo varrebbe 3,82 euro per azione”.
Ma qual è il fatturato dell’azienda italiana? Nel 2011 ai tempi della prima Opa di Lactalis il gruppo fatturava 4,5 mld, nel 2015 ha generato ricavi per 6,5 miliardi. Secondo un analista che segue la società, nel 2018 il gruppo raggiungerà i 610 milioni di Mol. “Un prezzo equo quindi deve essere sopra i 4 euro per azione”, spiega Albano.
E’ quindi battaglia. Gli azionisti non ci stanno all’opa lanciata da Lactalis e sono pronti a dare battaglia. Intanto vogliono che sia rivisto il prezzo delle azioni in quanto ritengono che la società vale molto di più di quanto stabilito dai francesi.
Gli azionisti hanno inoltre fatto sapere che nei prossimi giorni presenteranno “un esposto preventivo in Consob affinché non vi sia alcuna asimmetria informativa tra il socio che esercita direzione, coordinamento e controllo rispetto ai piccoli azionisti”.
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