Online advertising: DG Media Mind presenta il nuovo “Complexity Index”
I digital marketer gestiscono campagne online sempre più complesse: è quanto emerge dalla nuova ricerca di DG MediaMind, “Complexity Index”, che ha studiato l’evoluzione delle pianificazioni di online advertising degli ultimi quattro anni.
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Oggi chi si occupa delle pianificazioni di advertising digitale si trova ad affrontare una serie pressoché infinita di scelte in termini di tempistica, posizionamento, formato, targeting, device e misurazione.
Questo processo rischia però di far aumentare anche l’inefficienza delle campagne: in particolare quando le agenzie si servono di tecnologie di diverse terze parti per gestire le varie leve di una campagna digitale (search, video, mobile, social, RTB, rich media, ecc.).
Sulla base dei dati della piattaforma MediaMind relativi al secondo trimestre degli ultimi quattro anni, il “Complexity Index” prende in considerazione i principali fattori che contribuiscono al carico di lavoro del campaign manager: numero di campagne per inserzionista, numero di siti su cui le stesse vengono distribuite, posizionamenti, formati, varianti creative, metodi di targeting, tracking e tag di conversione delle terze parti.
La ricerca rivela che gli inserzionisti puntano al raggiungimento di audience diverse con la stessa campagna oppure provando l’uso di messaggi diversi in base all’audience. Dall’analisi dei dati della piattaforma MediaMind le campagne con 2-4 versioni diverse di annunci sono aumentate dal 24,6% al 29%, mentre quelle con 50 o più annunci sono aumentate dal 5,4% al 6,4%.
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La chiave per semplificare il processo di gestione delle campagne risiede nell’individuare la fonte della sua complessità. La ricerca di DG Mediamind costituisce un primo passo in questa direzione.
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