Lionsgate e l’intelligenza artificiale: un nuovo accordo rivoluzionario
È difficile non percepire l’effetto a catena quando si verificano cambiamenti significativi. Un cambiamento di questo tipo è avvenuto mercoledì, quando Lionsgate—lo studio responsabile delle franchise di John Wick, Hunger Games e Twilight—ha annunciato di aver collaborato con l’azienda di intelligenza artificiale Runway per una “partnership innovativa” che darà accesso all’azienda di AI agli archivi dello studio, al fine di creare uno strumento AI personalizzato per la preproduzione e la postproduzione dei suoi film e programmi televisivi.
Lo strumento che Runway sta sviluppando “aiuterà Lionsgate Studios, i suoi filmmaker, i registi e altri talenti creativi ad amplificare il loro lavoro” e “a generare video cinematografici che possono essere ulteriormente elaborati utilizzando la suite di strumenti controllabili di Runway,” secondo un comunicato stampa che annuncia l’accordo.
Se questo suscita l’interesse di coloro che osservano l’influenza dell’AI sul lavoro dei creativi, non sorprende. Ore dopo che il Wall Street Journal ha diffuso la notizia, la sceneggiatrice e regista Justine Bateman, che era stata criticamente vocale riguardo l’AI durante gli scioperi di Hollywood dello scorso anno, ha pubblicato su X un messaggio che suonava quasi come un avvertimento: “Più di un anno fa, vi ho detto che presupponevo che gli studi NON stessero inviando avvocati alle aziende #AI riguardo ai loro modelli che ingeriscono i loro film protetti da copyright, perché volevano le loro versioni personalizzate. Ecco qui.”
Questo nuovo accordo potrebbe fungere da prova delle protezioni per l’AI che i sindacati come il Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) hanno ottenuto durante le loro negoziazioni contrattuali con gli studi l’anno scorso. Secondo queste protezioni, gli studi devono ottenere il consenso dagli attori prima di creare una replica digitale di loro. Poiché, secondo Lionsgate e Runway, lo strumento sarà utilizzato esclusivamente per il lavoro di preproduzione e postproduzione, rientra nell’ambito di quell’accordo, afferma Matthew Sag, professore di diritto e AI presso l’Emory University.
“Sembra uno sviluppo significativo, ma l’industria cinematografica utilizza da anni vari tipi di tecnologia e automazione,” dice Sag. “Quindi potresti anche vedere questo come un’evoluzione naturale. La differenza è che ora vediamo più cose che avevamo considerato creative e artistiche automatizzate.”
Ripercussioni sulle protezioni per i lavoratori dell’industria cinematografica
L’annuncio di Lionsgate arriva in un momento cruciale, proprio quando il governatore della California, Gavin Newsom, ha firmato una nuova legislazione finalizzata a proteggere gli attori dall’utilizzo non autorizzato delle loro opere. Questa legge, che entrerà in vigore l’anno prossimo, si inserisce in un contesto in cui i lavoratori dell’industria dei videogiochi, in particolare gli attori di voce e motion-capture, sono in sciopero, parzialmente a causa delle preoccupazioni legate alle protezioni dell’AI.
Newsom ha sottolineato l’importanza di navigare attraverso un territorio sconosciuto, affermando che “questo legislatore garantisce che l’industria possa continuare a prosperare, mentre si rafforzano le protezioni per i lavoratori e per come la loro immagine possa o non possa essere utilizzata.” In effetti, la nuova legislazione mirerà a garantire che i diritti degli artisti vengano salvaguardati, considerando i rapidi progressi della tecnologia.
Nonostante le rassicurazioni relative all’uso controllato delle nuove tecnologie, rimane incerto quale sarà l’impatto effettivo di strumenti generativi come quello di Runway sui lavoratori coinvolti in fasi diverse della produzione cinematografica. Mentre Lionsgate intende implementare lo strumento inizialmente per attività come il storyboarding, ci sono dubbi sul fatto che in futuro questo potrà espandersi a categorie come gli effetti visivi, situazioni in cui storicamente vi è stata una forte occupazione di professionisti creativi.
Il professor Sag avverte che, “è impossibile sapere con certezza quali strumenti di produttività diventeranno creatori o distruttori di posti di lavoro,” evidenziando comunque che ci sono segnali che suggeriscono che questi strumenti potrebbero influenzare il mercato del lavoro. Le preoccupazioni suscitano interrogativi su chi realmente avrà il controllo sulle opere create con l’ausilio dell’AI e su come queste tecnologie possano cambiare il panorama professionale nel settore cinematografico.
Le opinioni dei critici e degli esperti del settore
Le reazioni all’accordo tra Lionsgate e Runway sono state variegate e cariche di preoccupazioni e aspettative. Tra le voci più critiche ci sono quelle di scrittori e registi che vedono l’adozione dell’AI come una potenziale minaccia alla creatività umana. Justine Bateman, ad esempio, ha espresso il timore che l’AI possa ridurre il valore del lavoro artistico, creando opere che, pur essendo visivamente accattivanti, mancherebbero di autenticità e di un punto di vista umano. I suoi punti di vista rappresentano un sentiment diffuso tra diversi professionisti dell’industria, che sostengono l’importanza dell’ingegno umano nei processi creativi.
Al contrario, alcuni esperti del settore vedono in questa collaborazione un’opportunità di espansione e innovazione. Matthew Sag ha affermato che l’industria cinematografica ha già adottato vari strumenti tecnologici per supportare il lavoro creativo, suggerendo che l’AI potrebbe semplicemente rappresentare il prossimo passo in questa evoluzione. “L’AI può apportare miglioramenti significativi ai processi di lavoro,” ha detto, “ma deve essere utilizzata in maniera responsabile e con considerazione delle implicazioni etiche.”
Inoltre, la posizione di Runway come leader nella creazione di strumenti AI dedicati all’industria cinematografica pone interrogativi su quale sarà il futuro del lavoro creativo. Cristóbal Valenzuela, CEO di Runway, ha sottolineato che l’intento della sua azienda non è quello di sostituire gli artisti, ma piuttosto di aiutarli a superare sfide creative, mantenendo comunque il controllo sui loro progetti. Tuttavia, è evidente che permane una certa tensione tra tecnologie emergenti e pratiche tradizionali, con molti che si interrogano se l’AI possa davvero facilitare il lavoro o se, al contrario, possa portare a una standardizzazione delle voci artistiche.
La discussione continua ad evidenziare una divisione tra ottimisti e scettici riguardo l’integrazione dell’AI nei processi creativi, rendendo evidente che questa nuova era digitale apporterà cambiamenti complessi e significativi nell’industria cinematografica.
Il futuro dell’AI nella preproduzione e postproduzione
Con l’accordo tra Lionsgate e Runway, si profila un cambiamento radicale nei processi di produzione cinematografica. Il nuovo strumento di intelligenza artificiale progettato per assistenza nella preproduzione e postproduzione promette non solo di ottimizzare il flusso di lavoro, ma anche di introdurre metodologie innovative nel campo della narrazione visiva.
Lionsgate prevede inizialmente di utilizzare il tool di Runway per attività cruciali come lo storyboarding, che è un elemento fondamentale nel processo creativo di ogni produzione. Questa fase di pianificazione visiva potrebbe beneficiare notevolmente dalla capacità dell’AI di generare rapidamenti opzioni visive, consentendo ai creatori di esplorare idee diverse e filtrare quelle più promettenti. Man mano che la tecnologia si evolve, Lionsgate intende sfruttare il potenziale dell’AI anche per la creazione di effetti visivi, un aspetto che storicamente richiede un notevole investimento di tempo e risorse da parte di team di artisti e tecnici.
Matthew Sag, professore di diritto e AI, sottolinea che questo rappresenta una naturale evoluzione dell’industria cinematografica, che ha sempre integrato tecnologia e automazione nei suoi processi. Tuttavia, c’è una differenza sostanziale: l’AI si sta introducendo in aree tradizionalmente riservate ai creatori umani, il che ha sollevato interrogativi sull’autenticità e sull’integrità artistica delle opere prodotte.
Da un lato, l’uso dell’AI potrebbe consentire agli artisti di ampliare le loro capacità creative, facendo leva su strumenti che accelerano la produzione e migliorano la qualità finale delle opere. D’altra parte, resta il timore che l’introduzione di queste tecnologie possa portare a una maggiore standardizzazione e a una diminuzione dell’originalità, riducendo il valore del contributo umano nell’arte cinematografica.
Il futuro di queste applicazioni AI nella preproduzione e postproduzione rimane quindi incerto, e il mondo del cinema osserva con attenzione come Lionsgate ed Runway plasmino questa nuova era tecnologica.
L’impatto dell’AI sui posti di lavoro creativi
Il dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro creativo è diventato sempre più rilevante con l’annuncio della collaborazione tra Lionsgate e Runway. Nonostante l’ottimismo da parte di alcune voci del settore, c’è un forte timore che l’adozione di strumenti AI possa influenzare negativamente l’occupazione negli ambiti di preproduzione e postproduzione. I professionisti delle arti visive, il cui lavoro spesso dipende da abilità artistiche e tocchi personali, possono sentirsi vulnerabili all’idea di essere sostituiti da una tecnologia che promette efficienza e velocità.
Il professor Matthew Sag sottolinea che, sebbene l’industria cinematografica abbia storicamente integrato nuove tecnologie, i recenti sviluppi nella generazione automatizzata di contenuti stimolano una serie di interrogativi. “È impossibile sapere con certezza quali strumenti di produttività diventeranno creatori o distruttori di posti di lavoro,” osserva. Gli strumenti AI come quelli sviluppati da Runway potrebbero trasformare processi tradizionali, ma non senza conseguenze per le carriere di coloro che operano in queste fasi critiche della produzione.
Il CEO di Runway, Cristóbal Valenzuela, afferma che l’AI è concepita per “accelerare il progresso attraverso le sfide creative,” piuttosto che per rimpiazzare del tutto i professionisti. Tuttavia, l’idea che l’AI possa sostituire compiti specifici pone interrogativi sull’equilibrio tra automazione e artigianato. Gli artisti, sempre più in control di queste tecnologie, potrebbero trovarsi a dover adattare le proprie competenze per rimanere rilevanti, in un contesto in cui il valore del lavoro umano è messo alla prova.
La situazione è ulteriormente complicata dal clima attuale dell’industria, dove le preoccupazioni relative alla monetizzazione del lavoro creativo e alla protezione dei diritti degli artisti sono più acute che mai. Con l’adozione crescente di strumenti AI, ci si interroga su come e se l’industria riuscirà a trovare un equilibrio tra progresso tecnologico e sostenibilità dei posti di lavoro creativi. La vera sfida sarà quella di garantire che il potere dell’AI non venga a scapito dell’autenticità e della creatività umana che definiscono l’arte cinematografica.