Nuovi guai e problemi per Facebook citata in giudizio per l’utilizzo del termine timeline

Nuove grane in vista per Facebook, il popolarissimo social network creato da Mark Zuckerberg nel febbraio 2004: qualche tempo fa, la società “Timelines Inc.” ha dato mandato ai suoi avvocati di procedere per vie legali nei confronti della compagnia di Menlo Park a causa dell’uso del termine “timeline” da parte di Facebook per indicare la linea del tempo che caratterizza i diari e le bacheche di ciascun profilo personale.
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In queste ore, il giudice statunitense John Darrah ha dato il via libera per il processo, accogliendo così la richiesta di denuncia da parte della “Timelines” (che, ironia della sorte, si occupa di social media): la prima udienza in tribunale tra le parti in causa è stata fissata per lunedì 22 aprile.
L’antefatto è il seguente: nel 2009, cioè circa quattro anni fa, “Timelines” lanciò un proprio sito in cui ciascun utente poteva ricostruire una personale linea del tempo attraverso l’inserimento dei fatti più importanti che hanno caratterizzato la sua vita in ordine cronologico.
Solamente un paio di anni più tardi, per la precisione nella seconda metà del 2011, Facebook introdusse la sua timeline (che in italiano è stata tradotta con il termine “diario”) con la quale cambiò radicalmente le bacheche personali degli utenti iscritti al social network creato da Zuckerberg.
Poiché, però, la modalità di funzionamento della linea del tempo presentava delle analogie troppo forti, “Timelines Inc.” fece presente la cosa denunciando il plagio da parte di Facebook, ma all’epoca Zuckerberg sostenne che “timeline” fosse una parola troppo generica su cui vantare diritti d’autore e di copyright.
Oggi, il giudice Darrah ha deciso di dar ragione all’accusa pubblicando una documentazione lunga 23 pagine nella quale sostiene che, in passato, la società di Menlo Park avevs fatto valere duramente le proprie ragioni, anche all’interno di un’aula di tribunale, per questioni simili che avevano a che fare con la difesa di marchi e brevetti registrati.
Di conseguenza, anche “Timelines” ha tutto il diritto di rivendicare in ogni forma la paternità della parola ma soprattutto dell’idea che sta alla base del diario e del posizionamento degli eventi in ordine temporale.
Per il momento, Facebook non ha voluto rilasciare commenti ufficiali in merito alla decisione del giudice, ma si tratta solo di una questione di tempo prima che dal quartier generale di Menlo Park esca fuori un comunicato stampa in cui la compagnia di Zuckerberg assumerà una posizione sulla nuova vicenda giudiziaria che la riguarda.
Per quanto concerne, invece, la società “Timelines”, gli umori sono diametralmente opposti: come ha fatto sapere uno degli avvocati, Douglas Albritton, l’azienda si è detta molto contenta della presa di posizione operata dal giudice e pur non aggiungendo altro si intuisce chiaramente come lo scopo di “Timelines” fosse quello di arrivare allo scontro con Facebook e, a quanto pare, l’obiettivo è stato pienamente raggiunto.
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