I nuovi dati sulla pirateria audiovisiva pubblicati da Ipsos
Ipsos presenta i risultati di una ricerca commissionata da FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali – sulla pirateria audiovisiva in Italia. Numerosi i dati pubblicati, dagli atti di pirateria compiuti negli ultimi 12 mesi alla diffusione, sia delle diverse tipologie di pirateria (fisica, digitale e indiretta), sia dei diversi contenuti piratati (film, serie, programmi televisivi).
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Sono stati stimati i danni diretti e indiretti provocati all’industria audiovisiva e all’economia italiana da tre principali tipologie: pirateria fisica (es. DVD/Blu-ray contraffatti), pirateria digitale (download e peer-to-peer), streaming o copie digitali non originali. Ma un ruolo importante gioca anche la pirateria indiretta (visione di copie contraffatte prestate da altri).
Nel 2016 il 39% degli adulti italiani ha commesso almeno un atto di pirateria fruendo illecitamente di film, serie o programmi televisivi: si stimano circa 670 milioni di atti di pirateria compiuti. Rispetto a sei anni fa, la pirateria di film risulta in leggero calo, mentre sono praticamente raddoppiati i pirati di serie e di programmi televisivi.
Se aumenta sensibilmente la pirateria digitale, che coinvolge il 33% della popolazione italiana, sono però diminuiti dell’81% e del 50%, rispettivamente, gli atti di pirateria fisica e indiretta. Per oltre l’80% dei pirati la qualità delle copie è soddisfacente: il download dà copie di miglior qualità. Per scaricare le serie TV, il ricorso a siti BitTorrent è diffuso tanto quanto il download da Cyberlocker (57%) mentre i software P2P (peer-to-peer) sono fonte per serie TV solo per il 28% dei pirati. Per i film appare maggiormente diffuso il download da internet (Cyberlocker 59%), senza ricorso a BitTorrent o P2P (54% e 24%, rispettivamente).
Per lo streaming, sia di film sia di serie TV, i siti web collegati ai Cyberlocker sono la fonte principale (93%) tramite i motori di ricerca online (56%) o grazie al passaparola di amici/conoscenti (42%). Lo streaming attraverso IPTV, seppur fenomeno marginale, appare più diffuso tra i pirati di serie TV (16% contro il 12% tra i pirati di film).
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I pirati di film appaiono più inclini ad adottare alternative legali “a pagamento”. Tra le alternative sono infatti più presenti DVD/Blu-ray e “digitali/online”: il 92% dei pirati si dichiara disposto ad usufruire di alternative legali alla pirateria. La maggiore propensione verso alternative legali a pagamento genera un incremento nella stima del danno causato dalla pirateria di film in termini di fruizioni perse (107 milioni: +3% in 6 anni) che si traduce in un maggior impatto finanziario (518 milioni di euro: +4%).
Considerando la pirateria di serie TV, si stimano 21 milioni (circa) di fruizioni perse, con un impatto sul comparto di circa 181 milioni di euro. Nel complesso, l’impatto combinato della pirateria di film e serie si stima in circa 128 milioni di fruizioni perse nel 2016, pari ad un danno finanziario per l’industria audiovisiva di circa 686 milioni di euro ogni anno.
Per l’economia italiana in generale si stimano 1,2 miliardi di euro di perdita in termini di fatturato delle aziende (non soltanto per l’industria audiovisiva), che implicano una perdita di PIL di circa 427 milioni di euro e una perdita di 6.540 posti di lavoro.
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FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali è nata nel 1988 come associazione senza scopo di lucro per proteggere la proprietà intellettuale e il diritto d’autore e contrastare tutte le forme di illecita duplicazione di opere cinematografiche e audiovisive: per le attività di prevenzione esiste un coordinamento della Federazione sia con i referenti istituzionali sia con le Forze dell’Ordine operative sull’intero territorio.
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